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Resurrezione! Parlano gli scheletri nell'armadio di Francesco

Libero Milone, ex ispettore in Vaticano, e il vice, Ferruccio Panicco, hanno sporto querela contro la Segreteria dello Stato Vaticano (conferenza stampa dell'8 novembre).

Affermano di essere in possesso di documenti che dimostrano la corruzione finanziaria e l'appropriazione indebita di alti funzionari del Vaticano, tra cui cardinali e Domenico Giani, ex capo della Gendarmeria.

Milone e Panicco sono stati allontanati erroneamente da Francesco nel 2017 e sono anche stati minacciati di querela per aver esposto casi di corruzione. Becciu, il capo del personale a quel tempo, li ha accusati falsamente di aver spiato le finanze private dei membri della curia, tra cui lo stesso Becciu.

La causa chiede 9,2 milioni di euro per mancata retribuzione, danni all'immagine e stress emotivo. Milone, che era in confidenza con il cardinale Pell, allora ministro per l'economia, ha scoperto che i cardinali rubavano centinaia di migliaia di euro al Vaticano e ne ha informato direttamente Francesco. A un certo punto, Milone ha detto a Francesco di un cardinale che aveva rubato "un sacco di soldi". Francesco è andato "fuori di testa" e ha ordinato a Milone di spiegare al cardinale come avesse fatto a scoprirlo. Il ladro ha restituito i soldi.

Milone ha rivelato anche che, quando ha controllato i bilanci della Segreteria di Stato nel marzo 2016, è stato informato di investimenti per circa 800 milioni di euro. Ha chiesto ulteriori informazioni, ma non ne ha ricevute per mesi. Parte di quei soldi era coinvolta nel fatale accordo immobiliare londinese.

Dal 2017, Milone ha incontrato decine di volte il cardinale Parolin per scagionarsi. Parolin gli ha promesso aiuto, ma non ha fatto nulla. Dopo anni di tentativi invano per salvare la propria reputazione, Milone ha deciso di fare causa.

Foto: © Sean MacEntee, CC BY, #newsPlydkjhxyb