Viganò: il nemico ha occupato sistematicamente posizioni chiave nella Chiesa
Viganò ha aggiunto che il Vaticano II ha creato un grande spartiacqua "tra prima e dopo", "tra canoni inequivocabili e parole vuote", "tra anatema statico e strizzate d'occhio al mondo.”
Il Vaticano II ha anche trasmesso una "presunta autorità dottrinale" e una "implicita infallibilità magisteriale," anche se questa era "chiaramente esclusa” durante le sessioni del Concilio.
Viganò dice che i padri conciliati sono stati "ingannati" perché nessuno di loro avrebbe potuto immaginare che ci fossero forze potenti, ostili e organizzate nella chiesa che hanno sostituito gli schemi preparatori del Concilio con un "insieme di errori nascosti in maniera intelligente dietro discorsi prolissi e deliberatamente equivoci.”
C'è stata una "sistematica mentalità maliziosa di alcuni padri conciliari da un lato, con un ottimismo ingenuo e una spensieratezza degli altri padri conciliari benintenzionati dall'altro lato.”
Per Viganò, lo "spirito del Concilio" è il Concilio stesso, perché "gli errori del periodo post conciliare erano contenuti in nuce negli Atti del Concilio.”
Di conseguenza, per Viganò è giusto dire che il Nuovo Rito (1970) è la Messa del Concilio (1962-65).
Viganò è convinto che la "soluzione" (è più una diagnosi) stia nel "riconoscere l'infiltrazione del nemico nel cuore della Chiesa, e la sistematica occupazione di posizioni chiave nella curia romana, nei seminari, nelle scuole ecclesiastiche, la cospirazione di un gruppo di ribelli – tra cui, in prima linea, la Società di Gesù, deviata.”
Viganò riconosce anche “l'inadeguatezza della risposta dei buoni, l'ingenuità di molti, la temerarietà di altri, l'interesse di chi ha tratto vantaggio da quella cospirazione.”
L'arcivescovo spera che un papa in futuro possa "riallacciare il filo della Tradizione proprio dov'è stato tagliato" – ci si chiede come questo Papa potrebbe emergere dall'attuale collegio dei cardinali.
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