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La strana storia di una setta “interreligiosa”

(RadioSpada.org) Volentieri offriamo ai lettori questo interessante passaggio del volume VIII della Storia universale della Chiesa I Papi rinascimentali, l’unione con i greci, la scoperta dell’America (Card. Hergenröther).

Anche alla nuova setta maomettana dei monochitoni (così chiamati dal loro abito di monaci) si accostarono molti cristiani dell’impero greco, del pari che giudei e mussulmani.

Il giurista Mahmud Bedreddin n’era il capo spirituale; suo paladino il fanatico Mustafà, che sul monte Stilario nel golfo di Smirne, a levante di Chio, aveva guadagnato molti alle sue dottrine (1413).

La setta professava povertà e rinunzia assoluta, perfetta comunanza di beni, ma non delle mogli, e amore verso i cristiani, ritenendo per empio chi stimasse i cristiani non essere timorati di Dio, e per condizione di salute il vivere con essi in comunione di fede.

Mustafà inviò suoi predicatori ai principi ed agli ecclesiastici delle isole greche, e offrì loro di stringere un’alleanza di amicizia in nome della divinità che adoravano in comune.

I suoi discepoli abbracciavano i cristiani, in cui s’incontrassero, e li onoravano come angeli del Signore.

Bande intere di dervisci si schierarono per lui e procacciarono al loro profeta un piccolo esercito di seimila combattenti: esso vinse per due volte, fra le gole del monte Stilario, le genti speditegli incontro dal sultano Maometto e si venne ingrossando continuamente di turchi, giudei e cristiani.

Alla fine Maometto inviò un potentissimo esercito, che sgominò i monochitoni, trucidò senza pietà vecchi, donne, fanciulli e dopo una lotta ostinata guadagnò fino all’ultima vetta del monte, ove furono presi prigionieri il profeta con tutti gli altri suoi seguaci.

Questi anche fra i tormenti ricusarono di negare la loro fede. Mustafà tra gli altri fu vergognosamente confitto su d’una croce e sopra un cammello trascinato per le vie di Efeso in trionfo: tutti morirono con fermezza.

I seguaci sopravvissuti affermavano, il loro profeta non essere morto altrimenti, ma vivere a Samo. Il sultano fece ricercare per ogni parte e schiantare i dervisci viventi in rigida povertà.

>>> I Papi rinascimentali, l’unione con i greci, la scoperta dell’America <

Foto a solo scopo illustrativo generale: Dancing dervish, Hunt, Richard Morris, 1827-1895, architect, Public domain, attraverso Wikimedia Commons