MESE DEL SANTISSIMO ROSARIO - Beato Alano della Rupe: - Primo Sermone sul Pater Noster, che Gesù Cristo, a Tolosa, rivelò a San Domenico, e, successivamente, al Novello Sposo di Maria. (I° parte) - …Altro
MESE DEL SANTISSIMO ROSARIO

- Beato Alano della Rupe:

- Primo Sermone sul Pater Noster, che Gesù Cristo, a Tolosa, rivelò a San Domenico, e, successivamente, al Novello Sposo di Maria. (I° parte)


- I. Il Rosario, Salterio della SS. Trinità,
dona la Sapienza a coloro che lo amano, e,
amandolo, lodano lo Sposo e la Sposa nel
Loro Cantico di Giubilo.
Per questo, San Girolamo scrisse:
“Rifulse nei nostri cuori la grande Bontà di
Dio, quando la divina Maestà venne ad
abitare nel Seno Verginale (di Maria).
Nel Bambino, (l’Umanità e) la Divinità
erano legate indivisibilmente, e, in quel
Natale, apparve la Trinità”.
(Gesù) fu concepito mediante l’Ave
Maria, e nella predicazione insegnava a
pregare non mediante le preghiere del
Profeta (Davide), ma mediante il Pater
Noster.
Per questo, tutti devono avere in santa
venerazione le preghiere del Pater Noster e
dell’Ave Maria, e devono recitarle con
perseveranza, affinché, tra gli oscuri
pericoli delle tenebre, si scorgano le vie di
Dio.
Tutto il mondo, infatti, è sottomesso al
maligno.
Il Novello Sposo di Maria Gesù
ricevette in rivelazione il Sermone che
(Gesù), lo Sposo di Maria tre volte
benedettissimo, un tempo rivelò a San
Domenico, e che egli predicò, nella Chiesa
Maggiore di Tolosa.

STORIA

II. San Domenico, Predicatore del
Cristo e Patriarca dell’Ordine dei
Predicatori, percorreva il campo di zizzania
degli Albigesi e le terre tutt’intorno, avvolte
dalle pungenti spine e dai triboli della
maledizione eretica, per seminare il buon
seme di Cristo.
E, sebbene fosse molto abile ed
esperto nella predicazione, avendo
preparazione e capacità, erudizione e
immensa cultura, riuscendo, con estro, ad
improvvisare, anche senza libri, tuttavia,
non sempre il suo cuore trovava argomenti
interessanti e piacevoli, che a lui
sembrassero interessanti da esporre al
popolo.
Questo capita a tutti i predicatori
graditi a Dio, affinché si sentano umili e
chiedano un buon Sermone a Dio.
Infatti la conversione delle anime
avviene non per le umane capacità, ma per
la Forza di Dio.
E’ (Dio), infatti, che dona la Parola
appropriata ed efficace agli Evangelizzatori,
affinché i predicatori, come un tempo
Sansone con una mandibola di asino,
abbattano i Filistei, ovvero i peccati, i
demoni e i desideri disordinati.

II. San Domenico era intento, con
sacrifici e fatiche, a guadagnare le anime
mediante una predicazione più solida che
adorna, e domandò questa Grazia al Suo
Amabile Salvatore delle anime: e Gesù gli
ottenne la Grazia di portare conforto con la
Predicazione e lo istruì.
Il Salvatore, allora, apparendo a lui di
quando in quando, gli insegnò (a predicare)
più le cose utili (alla salvezza), che quelle
vane, più le realtà da contemplare, che
quelle da ammirare, dicendo: “Carissimo
Domenico, tu sei la Mia gioia, per il fatto
che con umiltà ardi di salvare le anime,
piuttosto che di piacere agli uomini.
Non amo coloro che cercano le cose
alte e dimenticano le umili, che amano
predicare, non le cose necessarie alla
salvezza, ma cose sbalorditive.
Non sono esse che avvicinano a Me le
anime ammalate, affinchè Io possa essere
per loro l’efficace rimedio.
Sono più gli uomini di cultura illustri,
più che i profani, che devono essere
condotti a pregare con devozione, in
particolare il mio Angelico Rosario, formato
dalle Ave Maria, che Io dettai al mio
(Arcangelo) Gabriele, e dai Pater Noster,
che Io stesso avevo formato con sette
invocazioni.

E’ necessario che coloro che si
sforzano di portare frutti di salvezza nelle
anime, raccomandino (il Rosario) nella
pubbliche adunanze.
La Misericordia di Dio, infatti, sorride
benigna ai fedeli che pregano devotamente.
E’ questo il vero frutto delle
predicazioni.
Predica me, o Domenico, ovvero, il mio
Rosario: così Io voglio, che tu con l’umiltà,
infranga la superbia degli eretici, che con la
devozione (tu infranga) la durezza dei
peccatori, e che con il Pater Noster e l’Ave
Maria, tu li porti a lodare Me.
A questo fine, ti rivelo i quindici
vantaggi che sono racchiusi nel mio
Rosario.
Tu interroga gli auditori, falli
interrogare!
Ti chiedo di smuovere le coscienze.
Intendi il modo”.
A luogo e tempo si arriverà alla vetta.

PRIMO SERMONE DI SAN DOMENICO
TEMA: Matteo 6. Voi che pregate non usate molte parole,come fanno i Pagani.
Voi pregherete dunque così: Pater Noster ecc.

Prima Cinquantina del Rosario.


1. “Domando a voi, carissimi: in una
terra deserta e selvaggia, per i figli piccoli,
che a stento riescono a camminare, sarebbe
necessario o no, avere accanto il (proprio)
padre che li accompagni nel viaggio, e stia
attento ad essi?
Io dico di sì, e anche voi lo
confermate.
Ma, siamo noi quei piccoli, nel deserto
del mondo: non abbiamo la forza di
camminare, né di compiere nulla per nostra
capacità: infatti, essa, proviene per intero,
da Dio.
Per questo è necessario sapere il
Pater Noster, mediante il quale avremo il
Padre Nostro presente, quando diciamo:
“Pater Noster (Padre Nostro)”.

2. “Vi domando: se dei viaggiatori
attraversassero una terra dove vi sia
pericolo di morte, per gli assalti di serpenti
e draghi, non sarebbe forse loro necessario
un uomo fortissimo come guida, che non
possa essere leso dalle bestie, e che sia in
grado di ammazzarle, e che trasporti i
viaggiatori, prendendoli sulle sue spalle, per
ogni fiume e sentiero?
Nessuno direbbe di no.
Ma siamo noi (i viaggiatori) che
viviamo nella terra dei draghi infernali e di
tutti i peccatori.
Veramente Cristo è nostro Genitore
fortissimo e nostra Guida Insuperabile.
Egli è la Morte per la morte e il
Tormentatore dell’inferno, Egli che più non
muore, e la morte non potrà più avere
dominio su di lui.
Accogliamolo, dunque, in noi,
confidiamo in lui, e diciamo a Lui: “Qui es
(che sei)”, ovvero l’Essere degli Esseri,
l’Essere Immortale: “Colui che E’, mi ha
mandato a voi” (Es. 3)”.

3. “Chiedo a voi: se dovessimo
camminare tra le terre tenebrose d’Egitto,
non avremmo forse un enorme bisogno dello
splendore del sole, della luna e delle stelle?
Direste di sì, senza dubbio!
Eppure, siamo noi, che ora viviamo
nella terra dei peccatori, dalla fitta tenebra
e in compagnia della morte, per cui abbiamo
maggior bisogno della luce del Cielo.
Per ricevere questa luce spirituale,
preghiamo sempre (Gesù): “In coelis (nei
Cieli)”.
Cristo, infatti, è il Cielo dei Cieli e lo
splendore di tutti i Cieli.
Egli è il Sole di giustizia e la Stella che
brilla da Giacobbe”.

4. “Domando a voi: se si abitasse (in
un paese) dove chi è sorpreso in peccato
mortale, viene condannato subito a morte,
non sarebbe necessario che lui, per non
essere condannato a morte che, o viva
ripieno di santità, o, se vuole dimorare nella
Città dei giusti, trovare qualcuno potente
per liberarlo dalla morte!
Lo ammettete anche voi.
Ma siamo noi che viviamo in tale terra.
Infatti, quando l’anima ha commesso
un peccato mortale, essa è destinata alla
morte, dove è condannata alla privazione
della Grazia e dell’eternità.
Portiamo addosso, allora, e recitiamo
il Rosario, e, in esso preghiamo:
“Sanctificetur (sia Santificato)”, per essere
santificati e aiutati dai Santi di Dio”.

5. “Vi domando: se uno stesse
percorrendo una regione dove si parlasse
una lingua a lui sconosciuta, dovrebbe o no
impararla, ovvero usare un interprete di
fiducia?
Nessuno di voi risponde no.
Eppure, siamo noi questi pellegrini in
terra straniera, e siamo alla ricerca della
Città futura, dove è necessario parlare la
Lingua degli Angeli.
O l’esule imparerà, dunque, questa
(Lingua) o egli sarà allontanato dalla patria.
Ivi, però, vi sono due scuole disponibili
ad accoglierci, dove è possibile imparare
quella Lingua, ovvero (la scuola) del Pater
Noster, e quella dell’Ave Maria.
Frequentiamole, dunque, per aver
dimestichezza con (la Lingua) che dice:
“Nomen Tuum (Nome Tuo)”.
Questa (Lingua), è la Parola di Dio, per
mezzo della quale sono state create tutte le
cose, altrimenti chiediamo a Gesù in
persona che ci venga in aiuto, Lui che
conosce bene quella Lingua.
Per questo dice San Bernardo: “O Buon
Gesù, il tuo Nome è un Nome Dolce, un
Nome Santo, un Nome Potente, un Nome
fortissimo e amorevolissimo”.

Seconda Cinquantina.

6. “Se uno dovesse attraversare in
viaggio il Regno di un Tiranno, che suole
trascinare chiunque alla morte, sarebbe o
no necessario implorare il soccorso di
qualche Re, per uscire salvi da quella terra
di violenza?
Direste certamente di sì.
Ma, è questo mondo il (Regno) della
tirannide, che tutti trascina alla schiavitù e
alla morte, e, dopo averli prima spogliati di
tutto, lascia loro solo un vile lenzuolo per
avvolgerne il cadavere.
Siamo noi gli stranieri, che dobbiamo
attraversare questo (Regno), per arrivare in
Patria: non ci rimane, per difenderci, che
implorare supplichevoli il Soccorso di Dio,
dicendogli: “O Signore, Veniat Regnum
Tuum (Venga il tuo Regno)”!
Il Regno più potente di tutti i Regni (è)
il Regno del Figlio, Vincitore di tutte le
realtà, del quale (dice) il Crisostomo: Il Tuo
Regno, o Gesù Cristo, è Superiore a tutti
Regni del Mondo e fa passare con sicurezza
ai Regni Celesti qualunque fedele: poiché tu
sei il Re dei Re e il Signore dei Signori
(Ap.19)”.

7. “Se uno si incamminasse per una
terra avversa, per rapine, rapimenti e
violenze, non sarebbe assai necessario
chiedere ad un potentissimo Imperatore, un
salvacondotto?
Direste di sì certamente!
Ma, siamo noi che attraversiamo (una
terra) circondata da ogni parte di ostilità,
tra ingiurie e servigi, e saremmo trascinati
alla morte, se la più Alta Potenza Imperiale
non ci salvasse.
Cerchiamo di ottenere (dal più alto
Impero) un Salvacondotto Imperiale per
rimanere liberi, e soggetti solo al Signore
dei Signori, la cui sola Volontà potrà essere
la nostra sicurezza e libertà.
Lo preghiamo: “Fiat Voluntas Tua (Sia
fatta la tua volontà)”.
“Infatti, somma libertà”, dice
Sant’Agostino, “è fare la volontà di Dio.
Servire Dio è regnare”.

8. “Se uno dovesse attraversare una
regione paludosa, forse non avrebbe
bisogno di una barca o di un carro o di
qualche altro mezzo di trasporto?
Certo approvereste!
Ebbene, siamo noi quelli accerchiati
dalle miserie della presente vita: quindi,
dice S. Basilio, questo mondo non è altro
che il diluvio dei peccatori.
Perciò, sia in Cielo il nostro rifugio, e
diciamo pregando: “Sicut in Coelo (Come in
Cielo)”.
In Cielo ci sono i Carri Stellati, la Via
Lattea, la Stella del Mare, Maria:
Salutiamola nel Rosario, affinchè dal Cielo
(Ella) faccia discendere le Grazie sulle
realtà terrene”.

9. “Se poi la strada del tuo peregrinare
dovesse valicare i monti e attraversare
foreste selvagge, tra precipizi e paludi, e
scosse di terremoto, non sarebbe
necessario, affinché non ti sorprenda la
morte, che ti si presenti una via, attraverso
la quale tu possa trovare scampo, e,
procedendo in essa, tu possa giungere alla
meta?
(Direste sì, certamente!).
Ma è la tua Anima, che è pellegrina
nella terra del tuo corpo, circondata da
infermità e ricoperta dalle spine della
tribolazione, tra interminabili
preoccupazioni e vicissitudini della vita, e
tra incertezze, attese e timori.
Intraprendi dunque il Celeste Sentiero
del Rosario, e dì: “Et in terra (Così in terra)”.
Questa Preghiera è la Via che porta in
Cielo”.

10. “Fa un ipotesi: che tu conduca una
misera vita in una terra arida, dove vi sia
fame e penuria di tutte le cose, e ovunque
desolazione, morte e rovina; non andrai a
cercare di che mangiare e di che bere?
Certamente diresti di sì!
Ah, non è forse questa la vita che
viviamo?
E non è altrettanto misera?
Veramente, come dice San Gregorio,
siamo in una terra deserta, un
impressionante luogo di solitudine, di fame
e di morte: solo la preghiera, dice San
Basilio, dona il pane e l’acqua per
sopravvivere.
Perché anche voi, dunque, non
prendete il Rosario, e non lo pregate,
chiedendo il: “Panem Nostrum quotidianum
(Il nostro Pane quotidiano)”?

(Beato Alano della Rupe o.p.:
I SERMONI DI SAN DOMENICO
RIVELATI AL BEATO ALANO
Libro III: CAPITOLO I )


www.beatoalano.it
ilsantorosario
"... (Gesù) fu concepito mediante l’Ave Maria, e nella predicazione insegnava a pregare non mediante le preghiere del Profeta (Davide), ma mediante il Pater Noster. Per questo, tutti devono avere in santa venerazione le preghiere del Pater Noster e dell’Ave Maria, e devono recitarle con perseveranza, affinché, tra gli oscuri pericoli delle tenebre, si scorgano le vie di Dio.
Tutto il mondo, infatti …Altro
"... (Gesù) fu concepito mediante l’Ave Maria, e nella predicazione insegnava a pregare non mediante le preghiere del Profeta (Davide), ma mediante il Pater Noster. Per questo, tutti devono avere in santa venerazione le preghiere del Pater Noster e dell’Ave Maria, e devono recitarle con perseveranza, affinché, tra gli oscuri pericoli delle tenebre, si scorgano le vie di Dio.
Tutto il mondo, infatti, è sottomesso al maligno..."