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I valori veri della vita Si potrebbe obbiettare: con questo criterio e con questa valutazione, finirebbe tutta la vita presente, e la civiltà con le sue opere non avrebbe ragione di essere. Rispondiamo …Altro
I valori veri della vita
Si potrebbe obbiettare: con questo criterio e con questa valutazione, finirebbe tutta la vita presente, e la civiltà con le sue opere non avrebbe ragione di essere. Rispondiamo, ritorcendo l'argomento, che col criterio del mondo praticamente finisce ogni vita spirituale, ciò che è accidentale, diventa sostanziale e la famosissima civiltà sbocca inesorabilmente nelle barbarie. Se non ci fosse tutta, diciamo tutta, la storia umana a dimostrarlo, e se ci fosse in questo una sola eccezione, diciamo una sola, si potrebbe anche tollerare l'illusione della civiltà senza spiritualità; ma, dolorosamente, si sa dove sono andati a finire e dove finiscono i grandi imperi. È conosciuta la barbarie spaventosa degli Egiziani, degli Assiri, dei Babilonesi, dei Romani, ed è contemporanea quella degli imperi moderni.

Chi dissente da questo nega l'evidenza, o crede civiltà l'assassinio, la sopraffazione, la corruzione dei costumi, il furto legalizzato, l'aborto, il divorzio, il meretricio, l'infanticidio, ecc. ecc.

Come la corruzione dell'organismo si manifesta nei gonfiori, nelle posteme, nei tumori e, nella migliore ipotesi, nell'obesità, così la corruzione delle nazioni si manifesta nell'imperialismo che culmina nella morte.

Oggi si gloriano dovunque dell'imperialismo ognuno per conto proprio, e non si pensa che questa elefantiasi dell'orgoglio è un prodromo della morte delle nazioni.

Porro unum, una sola cosa è necessaria: vivere onestamente, cristianamente, santamente.

Che ci sia o non ci sia il monumento grandioso è perfettamente accidentale; tanti paesi non li hanno e vivono meglio.

Che ci siano o non ci siano letterati eminenti, è completamente accessorio, poiché garantiamo che anche senza i poeti o i romanzieri il mondo va per la sua via.

Che in una città si possano sciorinare con più libertà i panni al sole ed in un'altra no, è più o meno accidentale all'ordine civico, ma è enorme che non si possano spandere i panni e si possano mostrare spettacoli di degradazione morale, che si tolga la spazzatura e si lasci il marciume impuro nelle vetrine, che s'impedisca ad un'innocente capra di camminare per la strada supercivile, e vi si lasci camminare liberamente la donna corrotta e corruttrice.

Non diciamo di ritornare a forme primitive di vita, il che peraltro sotto molti aspetti sarebbe anche desiderabile, ma diciamo di ricordare che porro unum est necessarium, e che cercare le alte mete dello spirito è il sommo della vera civiltà, e la civiltà è vero progresso solo quando favorisce ed aiuta l'indipendenza dello spirito dalla materia.