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Vespro della dedicazione di una chiesa - Saint Nicolas du Chardonnet - Parigi. Vespro della dedicazione di una chiesa - Saint Nicolas du Chardonnet - ParigiAltro
Vespro della dedicazione di una chiesa - Saint Nicolas du Chardonnet - Parigi.

Vespro della dedicazione di una chiesa - Saint Nicolas du Chardonnet - Parigi
Francesco Federico
@Tiberias Magnus
Die Vesper ist Teil des Stundengebets der Kirche. Sie bildet zusammen mit den Laudes, dem Morgengebet, die Angelpunkte des liturgischen Stundengebets. Im römischen Stundenbuch besteht die Vesper aus Eröffnung, Hymnus, zwei Psalmen und einem neutestamentlichen Canticum, Schriftlesung, Responsorium, Magnificat, Fürbitten, Vater unser, Tagesgebet und Segen. Hochfeste und …Altro
@Tiberias Magnus

Die Vesper ist Teil des Stundengebets der Kirche. Sie bildet zusammen mit den Laudes, dem Morgengebet, die Angelpunkte des liturgischen Stundengebets. Im römischen Stundenbuch besteht die Vesper aus Eröffnung, Hymnus, zwei Psalmen und einem neutestamentlichen Canticum, Schriftlesung, Responsorium, Magnificat, Fürbitten, Vater unser, Tagesgebet und Segen. Hochfeste und Sonntage haben ein eigenes Formular für die sogenannte erste Vesper am Vorabend und die zweite Vesper am Abend des Tages selbst.
Ist die Vesper die letzte Hore des Tages, die in Gemeinschaft gebetet wird, wird häufig die der Zeit im Kirchenjahr entsprechende Marianische Antiphon angefügt, die ansonsten die Komplet beschließt. Früher waren fünf Psalmen vorgesehen; dies hat sich im Stundengebet einiger kontemplativer Orden (etwa Benediktiner, Zisterzienser, Kartäuser) erhalten.
Das tägliche Beten der Vesper ist für Priester, Diakone und die Personen des gottgeweihten Lebens verpflichtend, den Laien wird es empfohlen. Die Feier einer Vesper, der ein Bischof vorsteht, wird Pontifikalvesper genannt.
Tiberias Magnus
Habs schon gefunden. War eigentlich auch naheliegend.
Tiberias Magnus
Welches Offizium ist es denn?
Walter
Questa è una Santa Chiesa, ottimo esempio! Qui non esistono abusi o innovazioni frutto di un marchingegno modernista-satanico...
Francesco Federico
Du latin vesper : « soir », issu du grec espéros : « soir ». L’office de Vêpres constitue l’Heure solennelle du soir ; il fait pendant à l’office de Laudes. A la fin de la journée, l’Église qui, depuis Laudes, n’a cessé de rester en contact avec Dieu, grâce à l’office du Milieu du jour ou aux offices de Tierce, Sexte et None, retrouve son intimité, de façon plus prolongée.
Elle remercie …Altro
Du latin vesper : « soir », issu du grec espéros : « soir ». L’office de Vêpres constitue l’Heure solennelle du soir ; il fait pendant à l’office de Laudes. A la fin de la journée, l’Église qui, depuis Laudes, n’a cessé de rester en contact avec Dieu, grâce à l’office du Milieu du jour ou aux offices de Tierce, Sexte et None, retrouve son intimité, de façon plus prolongée.
Elle remercie pour les merveilles de la création, pour l’activité qu’elle a pu mener, et se complaît dans la présence de son Seigneur, comme les apôtres le soir de Pâques (cf. Jn 20, 19), tout en attendant son retour définitif. L’office de Vêpres comprend, après l’introduction, une hymne, deux Psaumes, un Cantique du Nouveau Testament (voir Cantique), une lecture brève, un répons bref, le chant du Magnificat, et les prières d’intercession et de conclusion.
Le sommet de Vêpres est le chant du Cantique évangélique de Marie, le Magnificat, au cours duquel il est bon, au moins à certains jours, de faire à l’autel l’offrande de l’encens en « sacrifice du soir » (cf. Ps 140, 2). Voir Lucernaire. Les Solennités et tous les dimanches commencent la veille au soir, par la célébration des premières Vêpres. Cette coutume est reprise aux Juifs, pour qui les jours allaient du soir au soir. Quelques Solennités majeures ont une messe de vigile qui doit être célébrée le soir, intégrant ou non la psalmodie de Vêpres.
Dom Robert Le Gall – Dictionnaire de Liturgie © Editions CLD, tous droits réservés
Francesco Federico
Dal VI secolo
Nel VI secolo l'ufficio dei vespri nella Chiesa latina aveva già la stessa struttura che mantenne nel corso del medioevo fino ai giorni nostri. La Regola di San Benedetto descrive l'ufficio benedettino dell'ora della sera, o vespertina synaxis, secondo l'ordine seguente[1]:
Quattro salmi;
un capitulum;
un responsorio;
un inno;
un versiculum,
un cantico dal Vangelo (MagnificatAltro
Dal VI secolo
Nel VI secolo l'ufficio dei vespri nella Chiesa latina aveva già la stessa struttura che mantenne nel corso del medioevo fino ai giorni nostri. La Regola di San Benedetto descrive l'ufficio benedettino dell'ora della sera, o vespertina synaxis, secondo l'ordine seguente[1]:
Quattro salmi;
un capitulum;
un responsorio;
un inno;
un versiculum,
un cantico dal Vangelo (Magnificat);
la litania;
il Kyrie eleison;
il Pater;
il finale: l'oratio (preghiera) e il congedo.
I salmi per la preghiera della sera sono compresi fra il 109 e il 147 (numerazione greca), con l'eccezione dei salmi 117-127 e 133-142; i salmi 138, 143 e 144 sono divisi in due parti, mentre il 140 e 141 sono uniti. Questa disposizione è circa la stessa di quella dell' Ordo Romanus, con la differenza che in quest'ultimo i salmi sono cinque invece di quattro e con l'introduzione di un inno.
L'ora di esecuzione della preghiera variava fra l'ora decima (le 16) e l'ora dodicesima (le 18). Si trattava quindi dell'ora del tramonto, celebrata prima che la luce calasse, quindi senza necessità di torce o candele. In precedenza, prima dell'introduzione dell'ufficio di compieta a carattere più spiccatamente notturno, i vespri erano celebrati dopo il tramonto.
Altri 2 commenti da Francesco Federico
Francesco Federico
Le origini: prima del VI secolo
Plinio il giovane, nella sua famosa lettera scritta agli inizi del II secolo, parla di riunioni liturgiche dei cristiani al mattino e alla sera "coetus antelucani et vespertini". I vespri quindi, insieme alle Vigilie, sono il più antico ufficio liturgico conosciuto della Chiesa.
Prima della scrittura della Regola di San Benedetto (anni 530-543), dove si trova …Altro
Le origini: prima del VI secolo
Plinio il giovane, nella sua famosa lettera scritta agli inizi del II secolo, parla di riunioni liturgiche dei cristiani al mattino e alla sera "coetus antelucani et vespertini". I vespri quindi, insieme alle Vigilie, sono il più antico ufficio liturgico conosciuto della Chiesa.
Prima della scrittura della Regola di San Benedetto (anni 530-543), dove si trova una codificazione dell'ufficio dei vespri, si aveva un ufficio serale corrispondente ai vespri e a compieta. Il nome era variabile. Se San Benedetto la chiama Vespera, e questo nome alla fine è prevalso, si trova anche Vespertina synaxis, oppure Vespertina solemnitas.
Tuttavia il nome più comune in quest'epoca è Lucernalis oppure Lucernaria hora. Il nome è dovuto al fatto che si accendevano le candele, sia per il simbolismo che per motivi funzionali. Un testo latino del IV secolo, chiamato Peregrinatio, che descrive gli usi liturgici della Chiesa di Gerusalemme, chiama questo servizio religioso Lichnicon, che è la trascrizione latina della parola greca lychnikon, corrispondente a Lucernarium. L'autore scrive che l'ufficio aveva luogo all'ora decima, cioè alle 16, ed era celebrato nella Chiesa del Santo Sepolcro. All'accensione delle luci nel santuario venivano cantati i salmi lucernali, dopodiché seguivano preghiere, litanie e benedizioni.
Il rito del Lucernarium è citato anche in altri scrittori del IV secolo: Sant'Agostino, Sant'Ambrogio, San Basilio Magno, Sant'Efrem il Siro; poco dopo se ne parla, in vari concili in Gallia e in Spagna o in testi di monasteri. Tuttora i vespri di rito ambrosiano iniziano con l'accensione dei lumi accompagnata da un canto responsoriale chiamato appunto Lucernarium.
San Giovanni Cassiano descrive, qualche anno dopo il Peregrinatio, l'ufficio celebrato dai monaci egiziani: essi recitavano 12 salmi alle Vigilie (mattutini). Poi venivano lette due lezioni, dall'Antico e dal Nuovo Testamento. Dopo ogni salmo veniva detta una breve preghiera. L'ufficio, molto simile a quello descritto nella Peregrinatio, aveva luogo verso le 18 e venivano accese tutte le luci. La synaxis della sera voleva ricordare i sacrifici vespertini della legge antica, come pure l'uso di incenso, candele e lumi che derivava dal rituale ebraico.
Prima del IV secolo abbiamo allusioni alla preghiera serale da parte dei più antichi Padri della Chiesa: Clemente Romano, Sant'Ignazio d'Antiochia, Clemente Alessandrino, Tertulliano, ecc.
Francesco Federico
I Vespri (a volte, in linguaggio più anticheggiante, vesperi) sono una delle principali ore canoniche della Liturgia delle Ore, e si recitano alla sera, dopo il tramonto del sole; da qui il nome.
Consistono di due parti: la salmodia, cioè il canto dei salmi, e una seconda parte nella quale domina il cantico del Magnificat.