Diario Vaticano / I retroscena della nomina di Chicago
Come successore del cardinale George, grande ispiratore dell'attuale linea della conferenza episcopale degli Stati Uniti, Francesco ha nominato un vescovo di orientamento opposto. Ecco come e perché
di Sandro Magister
CITTÀ DEL VATICANO, 30 settembre 2014 – Mentre era ancora tramortito dalla notizia della imminente rimozione del cardinale Raymond L. Burke, il cattolicesimo degli Stati Uniti più conservatore e tradizionalista – e storicamente più “papista” – ha subito un ulteriore mazzata con la nomina del nuovo arcivescovo di Chicago.
La decisione di Francesco di scegliere Blase J. Cupich (a destra nella foto) come nuovo pastore della terza diocesi degli States ha gettato questa componente particolarmente dinamica del cattolicesimo a stelle e strisce in una profonda depressione, quasi sull’orlo di una crisi di nervi. Basta scorrere le reazioni dei siti e dei blogger di quest'area per rilevarvi l’irritazione e lo sconforto per la nomina.
Al contrario, la parte più progressista del cattolicesimo americano, storicamente ipercritica degli ultimi pontificati, ha celebrato con entusiasmo l’arrivo di Cupich, definito dalla stampa laica come un “moderate”, qualifica ricorrente negli Stati Uniti per indicare un "liberal" non radicalizzato, ma pur sempre un "liberal".
Attualmente sono tre le diocesi USA tradizionalmente cardinalizie rette da un arcivescovo senza la porpora: Chicago, Los Angeles e Philadelphia.
È facile prevedere che Francesco concederà la berretta a quello di Chicago, l’unico dei tre nominato da lui.
chiesa.espresso.repubblica.it
di Sandro Magister
CITTÀ DEL VATICANO, 30 settembre 2014 – Mentre era ancora tramortito dalla notizia della imminente rimozione del cardinale Raymond L. Burke, il cattolicesimo degli Stati Uniti più conservatore e tradizionalista – e storicamente più “papista” – ha subito un ulteriore mazzata con la nomina del nuovo arcivescovo di Chicago.
La decisione di Francesco di scegliere Blase J. Cupich (a destra nella foto) come nuovo pastore della terza diocesi degli States ha gettato questa componente particolarmente dinamica del cattolicesimo a stelle e strisce in una profonda depressione, quasi sull’orlo di una crisi di nervi. Basta scorrere le reazioni dei siti e dei blogger di quest'area per rilevarvi l’irritazione e lo sconforto per la nomina.
Al contrario, la parte più progressista del cattolicesimo americano, storicamente ipercritica degli ultimi pontificati, ha celebrato con entusiasmo l’arrivo di Cupich, definito dalla stampa laica come un “moderate”, qualifica ricorrente negli Stati Uniti per indicare un "liberal" non radicalizzato, ma pur sempre un "liberal".
Attualmente sono tre le diocesi USA tradizionalmente cardinalizie rette da un arcivescovo senza la porpora: Chicago, Los Angeles e Philadelphia.
È facile prevedere che Francesco concederà la berretta a quello di Chicago, l’unico dei tre nominato da lui.
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