La notte oscura della Chiesa – la profezia di San Gregorio Magno: "la Chiesa sarà come Giobbe sofferente"...

L’abate olivetano Emmanuel André (17 ottobre 1826 – 31 marzo 1903) nel suo noto scritto intitolato “La Saint Eglise” citando ampiamente Papa San Gregorio Magno sostiene, insieme al santo Papa, che arriverà un momento in cui

“(…) La Chiesa sarà come Giobbe sofferente, esposto alle perfide insinuazioni di sua moglie e alle critiche amare dei suoi amici; egli, davanti al quale gli anziani si alzavano e i principi tacevano! (…) La Chiesa – dice più volte il grande Papa – verso la fine del suo pellegrinaggio, sarà privata del suo potere temporale; si cercherà di toglierle ogni punto d’appoggio sulla terra. Ma dice di più e dichiara che essa sarà spogliata dello sfarzo stesso che deriva dai doni soprannaturali. Il potere dei miracoli – dice – sarà ritirato, la grazia delle guarigioni tolta, la profezia sarà scomparsa, il dono di una lunga astinenza sarà diminuito, gli insegnamenti della dottrina taceranno, i prodigi miracolosi cesseranno. Così dicendo non si vuole dire che non ci sarà più nulla di tutto questo; ma tutti questi segni non brilleranno più apertamente e sotto mille forme come nei primi secoli. Sarà anche l’occasione – spiega ancora il Pontefice – di un meraviglioso discernimento. In questo stato umiliato della Chiesa, aumenterà la ricompensa dei buoni, che aderiranno a lei unicamente in vista dei beni celesti; quanto ai malvagi, non vedendo più in lei alcuna attrattiva temporale, non avranno nulla da nascondere, si mostreranno quali sono (Moralia in Job, libro 35). Che parola terribile: taceranno gli insegnamenti della dottrina! San Gregorio proclamava altrove che la Chiesa preferisce morire che tacere. Dunque parlerà ancora, ma il suo insegnamento sarà ostacolato, la sua voce coperta; molti di coloro che dovrebbero gridare sopra i tetti non oseranno farlo per paura degli uomini”

(p. Emmanuel Andrè, “La Sainte Eglise”, Clovis, 1997, pg 296).

Oggi non ci rimane difficile rispecchiarci in tutto ciò. Ai giorni nostri infatti la dottrina – come dice San Gregorio – tace, la voce della Chiesa è coperta dall’eresia proclamata dalla grande maggioranza delle autorità ecclesiastiche (Papa in testa) e molti di quelli che dovrebbero gridare dai tetti non lo fanno per paura degli uomini, ma cercano sempre di accordarsi e di trovare con questi dei compromessi.

Molti si chiedono giustamente come questo possa essere possibile. Come è possibile che chi dovrebbe guidare la Chiesa sulla terra l’abbia invece condotta al rinnegamento di Nostro Signore Gesù Cristo e all’apostasia? Nessuno sembra avere tempo per rispondere a questo interrogativo che certamente tormenta molte anime, ma più o meno tutti trovano il tempo per screditare chi si pone certe domande e non vuole scendere a compromessi con il mondo e con chi flagella ogni giorno con più vigore Nostro Signore Gesù Cristo.

“I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.” (Is LV, 8-9) Ciò che è accaduto nella Chiesa e nell’autorità non è accaduto per un difetto dell’Autorità in quanto tale, ma perché Dio lo ha permesso. Non a caso San Gregorio Magno pone come esempio all’oscuramento della Chiesa lo stesso Giobbe che, da uomo giusto, rispettabile e benestante, divenne un derelitto, abbandonato da tutti i suoi amici e persino da quelli della sua famiglia, perdette i suoi beni e il suo bestiame, persino i suoi figli morirono, ma egli non smise mai di lodare il Signore e di guardare a lui anche se con amarezza. Tutto ciò non accadde però a causa di Giobbe, che era uomo giusto davanti a Dio e rispettabile, ma a causa del demonio che sfidò Dio promettendogli che se solo Lui avesse allentato il suo guinzaglio avrebbe potuto far allontanare facilmente Giobbe dalla giustizia per renderlo un ribelle davanti a Lui.

I piani del demonio però non gli porteranno frutto, anzi, resistendo al demonio Giobbe renderà grandissima lode a Dio, il quale, conoscendo le profondità del suo cuore, sapeva già che la sua fede avrebbe prevalso sugli attacchi del demonio.

Dopo la prova Dio non solo ristabilirà Giobbe, ma gli concederà il doppio di quanto aveva perso. “Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e gli regalarono ognuno una piastra e un anello d’oro. Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli. Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni. Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni” (Gb XLII, 11-17).

Così come fece con Giobbe il Signore farà con la Sua Chiesa e con quelli che ad essa resteranno fedeli, con quelli che non fuggiranno davanti alla durezza della loro attuale condizione per gettarsi tra le braccia di chi tiene la Chiesa in ostaggio da cinquant’anni, o nelle braccia del mondo negatore di Dio e della Chiesa stessa. Seguendo San Gregorio Magno nel suo discorso infatti intuiamo che la condizione nella quale la Chiesa si troverà in futuro risulterà migliore persino di quella precedente alla prova. Tutto ciò che ella avrà perso tornerà a lei raddoppiato, anche quelli che l’avranno abbandonata torneranno da lei per consolarla e pure i suoi figli aumenteranno in numero e bellezza di virtù. Dopo tutto ciò la Chiesa prospererà ancora a lungo fino a quando, “sazia di giorni”, il Suo divino Sposo non tornerà sulla terra per elevarla definitivamente alla gloria del Cielo.

Nessuno cessi di combattere in questa ora oscura e nessuno rinfoderi la sua spada, ma anzi, “chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una” (Lc XXII, 36).

Fonte:

www.radiospada.org/…/la-notte-oscura…