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LA CONFESSIONE GENERALE DELLA MIA VITA.
Preparazione – accurato esame di coscienza.

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TESTO PER LA CONFESSIONE GENERALE (revisione di tutta la vita):

LA CONFESSIONE GENERALE DELLA MIA VITA.

LA CONFESSIONE GENERALE Preparazione – accurato esame di coscienza.

I peccati commessi durante tutta la vita - si raccomanda di scriverli su carta, così da compiere
coscienziosamente la confessione generale. È necessario confessare tutti i peccati, gravi e anche
il (n.d.t. loro) numero - se non lo conosco, almeno approssimativamente.
È SUFFICIENTE COMMETTERE ANCHE SOLO UN PECCATO GRAVE
E MORIRE IN ESSO SENZA PENTIMENTO AFFINCHÉ L'ANIMA SIA
DANNATA. L’eternità è felice o infelice! Questo è dogma della nostra fede.
Per la salute del corpo non rimandi le cure necessarie. Non essere un pazzo, che mette a posto la
propria coscienza solo al punto di morte. Il momento della morte non è adatto per assicurarci la
salvezza eterna. Scrivi le tue mancanze e fai una confessione generale di tutta la tua vita. Pensa
al fatto che, qui si saldano i conti, cosicché tu possa conquistare l'eternità. Perciò agisci così
come dovrai agire nell’attimo della resa dei conti, di fronte Giudice eterno, Gesù Cristo. Pensa a
questo, ciò che adesso ti riesce difficile, ti sembrerà nell’attimo della morte impossibile.
Dobbiamo camminare nella via del Signore, finché abbiamo tempo, perché nell'ora della morte la
luce si estinguerà. Non ci sarà più il tempo per la preparazione, in quel momento dobbiamo già
essere pronti. Nell'ora della morte non si può fare più niente. Quel che è stato fatto, è fatto.
Quando la morte giungerà, in quella tempesta e confusione, non sarà possibile mettere a posto la
frastornata coscienza. Chissà, cosa può succedere? Se nell'ora della morte perdi l'anima, allora
perderai tutto e mai più sorgerà la speranza di riconquistarla. Dio, certamente, non ci ha mandato
su questa terra perché diventassimo ricchi, conseguissimo onori, oppure assecondassimo i nostri
sensi. Invece, ci ha mandato qui, per conquistare la vita eterna.
Tutti sanno che un giorno il loro viaggio terminerà. Ma l'auto-inganno di molti consiste
nell’immaginare la morte così lontana, come se nemmeno mai dovesse arrivare. Anche le
persone molto anziane e malate spesso si dicono, che potrebbero vivere ancora 3-4 anni.
Tuttavia, di quanti sappiamo che sono morti improvvisamente! Alcuni seduti, altri camminando,
altri nel sonno a letto. È certo, che nessuno di essi pensava che sarebbe morto così
inaspettatamente, nel giorno in cui è morto veramente. Se dovessi oggi, entro sera, morire e, così,
si dovesse decidere per la tua vita eterna, saresti preparato a rendere conto delle tue azioni? Cosa
non daresti a Dio per (n.d.t. avere) ancora un altro anno, mese oppure almeno un giorno di vita?
Perché adesso, quando Dio ti sta dando questo tempo, non metti in ordine la tua coscienza? E’
forse impossibile, che sia quest’oggi per te l'ultimo giorno? Aspetti forse il giorno della morte?
Per quanto riguarda il passato, confida in Gesù Cristo, il quale ti sta dando adesso questa
illuminazione, perché vuole salvarti. Quanto è (n.d.t. grande) l'amore e la tenerezza, con le quali
Dio abbraccia il peccatore quando a Lui ritorna! Confida anche nell'intercessione della Vergine
Maria, la quale per te questo supplica. Chissà, se queste righe non siano l'ultimo appello, che il
Dio benevolo ti manda?

1. IO SONO IL SIGNORE, DIO TUO, NON AVRAI ALTRI DÈI AL DI
FUORI DI ME, AI QUALI TI PROSTRERAI!
Il primo dei comandamenti contiene il comandamento di fede, speranza e carità. La nostra vita
morale ha la sua fonte nella fede in Dio, il quale ci rivela il suo grande amore. Il nostro dovere
nei confronti di Dio è di credere in Lui e di dare testimonianza di Lui.
HO PECCATO CONTRO LA FEDE?
Con dubbi volontari sulla fede, sulla veridicità di quello che Dio ha rivelato e che la Chiesa ci
propone a credere, con tentennamento nella fede.
Con l’ateismo - con noncuranza sulla verità rivelata, con rifiuto volontario della fede.
Con l’eresia - negando o mettendo in dubbio qualche verità, che bisogna credere, nella fede
divina e cattolica. Accetto l'insegnamento della Chiesa nella sua interezza? - per esempio:
l'inferno non esiste, negazione della verginità della Vergine Maria, negazione della Santissima
Trinità.
Con l’apostasia - con rigetto della fede cristiana, con il rinnegamento.
Con lo scisma – con il rifiuto di sottomettersi al Papa oppure rifiutando di essere in comunione
con i membri della Chiesa, che si sono sottomessi a lui. Lo scisma nel Cristianesimo, è anche il
movimento protestante. Con la partecipazione ai riti protestanti e alle celebrazioni settare
(evangelisti - luterani, calvinisti, battisti, avventisti, testimoni di Geova, ecc...) - praticandoli,
aderendovi e approvandoli?
Testimonio la mia fede nella vita pubblica (a lavoro, di fronte agli amici...)?
Non faccio parte di un'organizzazione, che ha un’agenda contro la Chiesa, (n.d.t. ha questo)
orientamento?
Non ho votato tali partiti politici, sostenuto politici – esprimevo approvazione verso di essi?
Giustifico i miei peccati e i peccati degli altri (dei miei figli, della famiglia), uso una scusa - oggi
è un’altra epoca?
HO AMATO DIO SOPRA OGNI COSA?
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Dio è per me il sommo valore, il miglior bene? È al primo posto nella mia vita? Considero Dio
come Padre? Mi sto impegnando ad essere il suo miglior figlio? Lo amo con un amore che è al di
sopra di ogni altro amore? Servo consapevolmente oppure inconsapevolmente divinità temporali
(il culto del denaro, i beni materiali, la TV, il potere, la carriera, il proprio corpo, il successo...).
Nella vita quotidiana, mantengo i criteri religiosi e i comandamenti?
Ho rinnegato Dio? – pregiudizio, per calcolo (per evitare di pagare la tassa ecclesiastica, durante il censimento della popolazione, nel lavoro), sconsideratamente, per rendermi
interessante, oppure perché in quella determinata situazione era per me più conveniente?
Ho vissuto nel peccato durante la Quaresima (festeggiamenti, balli, non osservando il
digiuno)?
Non attribuisco la colpa a Dio per le disgrazie, che mi sono capitate?
Ho accettato le cose di Dio come da Dio ed il male come una prova di fedeltà e una
partecipazione alle sofferenze di Cristo?
Sono grato per la mia vita, per ogni giorno vissuto, per ogni nuova opportunità?
Svolgo il mio lavoro quotidiano come una preghiera, con l'intenzione di piacere a Dio?
(voglio piacere alla gente, essere popolare, essere al centro dell'attenzione, cerco i miei
vantaggi)?
Presto attenzione alla dignità dei simboli sacri indossati? (Crocetta sulla catenina, anello
del Rosario, medaglietta della Vergine Maria)?

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Faccio di essi amuleti, talismani, oggetti di scherno?
Manifesto rispetto per il Santissimo Sacramento dell'altare?
Vado alle Adorazioni?
Accetto la volontà di Dio ed il piano di Dio per la mia vita?
Ascolto la voce della mia coscienza?
Il mio Dio deve essere la Santissima Trinità - Padre, Figlio e Spirito Santo. Praticamente, nella
mia vita (n.d.t. il mio Dio) è ciò a cui do il primo posto nei miei pensieri, sentimenti, per il quale
compio le mie azioni, ciò che preferisco di più.
Che cosa c’è per me al primo posto?
Me stesso - la mia salute, il mio onore, il mio ventre, la bellezza, la forma fisica, l'egoismo, il
rispetto, quello che mi aspetto dagli altri, gli altri devono adattarsi a me, provo
autocommiserazione, senso di ingiustizia, mi aspetto dagli altri delle scuse?
La cura della salute - dobbiamo rispettare la vita corporale, ma non fare di essa un valore
assoluto - la mentalità neopagana sviluppa il culto del corpo (sacrificargli tutto, adorare la
perfezione corporea, ossessione per l’esercizio fisico e la cura del corpo, successo sportivo,
portano contemporaneamente al pervertimento dei rapporti umani). Bisogna evitare qualsiasi
eccesso.
Qualcuno tra le persone - mio figlio, nipote, marito/moglie, membri della famiglia, amore
eccessivo verso le persone?
Qualche cosa - soldi, proprietà, macchina, casa, bei vestiti, gioielli, arte, sport, carriera, vacanze,
vanità?
Non avrai altri dèi all'infuori di me – quante divinità adoro io? Quante ne servo? Il proprio
corpo - esercizi per la forma fisica, diete, trucco eccessivo, chirurgia plastica, procedure di
bellezza, abbigliamento, solarium, dissipando il tempo guardando la TV, con le visite, con i
divertimenti, con i discorsi sciocchi, con le barzellette?
Al quale di più? A che cosa penso di più durante il giorno?
I divertimenti, la gola, i banchetti, la TV, gli amici e i conoscenti, la famiglia, le proprietà, il proprio corpo, la salute, la carriera, lo sport, il ballo, lo shopping...?
HO VENERATO ALTRE DIVINITÁ?
Politeismo, fede nella reincarnazione, religioni orientali, arti marziali (adorazione del sole, impiego di energie, ecc..., provengono dalla spiritualità orientale), evocazione dei morti, partecipazione alle sedute spiritiche e ad altre pratiche, che presumevo svelino il futuro: caffeomanzia, molibdomanzia, leggo oroscopi, ho usufruito dei servizi di una indovina, mi sono fatto leggere le carte (io stesso le ho lette per me oppure per altri), tarocchi, carte angeliche, numerologia, calcolo del sesso di un bambino, astrologia, pronostici, lettura della mano, agopuntura, occultismo (anche lettura della letteratura occulta), esoterismo, mantra (con cui si invocano e si adorano demoni), viaggi astrali, feng-shui, aure, reiki, psicotronica, metodo Silva, pendoli, interpretazione dei sogni, libro dei sogni, esercizi delle religioni orientali, 5 Tibetani, esercizi per aprire i chakra (apre l’accesso agli spiriti maligni), esercizi di respirazione.
La festa di Halloween – Carnevale (anche per bambini), intaglio di zucche (ha origine dalla festa di satana, la casa, nella quale si sacrificava un bambino a satana era contrassegnata da una zucca intagliata), pratiche di stregoneria, travestimenti con costumi e maschere di diavoli (cerchietti con le corna), streghe, travestimenti da preti e persone religiose (derisione). Halloween è l’irrisione del diavolo della festa di Tutti i Santi. Nemmeno un Cristiano lo deve celebrare, sostenere, propagare, esprimere approvazione.
Ho frequentato guaritori del popolo – io stesso ho così abusato della credulità degli altri? Medicina alternativa = occultismo.

Ho commesso idolatria – divinizzare ciò che non è Dio – divinità, spiriti maligni, creature al posto di Dio, potere, piacere, antenati, salute, denaro – ho servito mammona – l’oggetto del mio principale interesse nella vita erano i soldi e i beni, come ottenerli e come mantenerli?
Ho in casa “souvenir” di divinità – di demoni? - Lo chiamo arte? Mi giustifico, che io a questo non credo, io non li venero? Statuine, sculture in legno, quadri, porcellane, piatti con le loro immagini, foulard, gioielli, borse, ciondoli, calamite... (Buddha, divinità indù, simboli delle religioni orientali, delle divinità egiziane, dei faraoni – loro stessi si consideravano dèi, divinità greche, il sole, statue e maschere africane, voodoo...).
Non ho visitato, per esempio, in vacanza, un tempio indù o buddista?
Non ho preso parte a qualche rituale? Non ho permesso di farmi dipingere sul corpo qualche simbolo, per esempio henné? (Anche solamente per scherzo, per ignoranza).
La superstizione – ho attribuito alle cose create effetti soprannaturali, magie, feticci vari? (appendere il ferro di cavallo, vischio portafortuna, dente di orso, capelli), amuleti, fili rossi (n.d.t. anche cornetto), acqua di carbone, sputare, bussare sul legno, gatto nero, venerdì 13 (n.d.t. 17 venerdì), talismani? (Anche l’abuso del rosario e delle medaglie religiose per questi scopi, appendere medaglie ad un filo rosso, ecc...).
Le malattie frequenti nei bambini – farsi l’esame di coscienza, se il diavolo non abbia trovato l’accesso nel cuore del bambino attraverso il nostro peccato (per es. legare un filo rosso alla carrozzina, oppure direttamente sul bambino – aprono l’accesso del demone in lui). L’omeopatia – i principi dell’omeopatia hanno origine nella magia, occultismo. Magia imitativa, secondo la quale il simile genera il simile. Appartiene alle cure alternative (occultismo).
Lo yoga – immersa nel mondo degli dèi e degli spiriti, il suo compito è di richiamare la loro presenza, è satanica – e lo è ogni yoga, colui che la pratica si apre all’azione demoniaca. Non è un esercizio di rilassamento, è spiritualità. Attiva i chakra. I singoli esercizi rappresentano la consacrazione a concrete divinità-demoni. La sua pratica è associata all’accettazione degli insegnamenti indù. (N.d.t. Con) la partecipazione all’idolatria, ci apriamo (anche se inconsapevolmente) all’azione degli spiriti maligni.
Ho praticato qualcosa di ciò, ho condotto altri a questo, approvavo se altri me ne parlavano?
COME SONO LE MIE PREGHIERE?
Senza preghiera è impossibile giungere alla salvezza. Anche se facciamo una grande quantità di buone azioni, ma non preghiamo spesso e bene, non otterremo la salvezza. La preghiera apre gli occhi dell’anima, le ricorda la propria miseria e rafforza la sfiducia verso sé stessi e ordina di ricorrere a Dio. Un Cristiano devoto ripone tutta la speranza in Dio, su sé stesso non fa inutile affidamento.
Dio non guarda se le preghiere sono lunghe e belle, ma vuole che scaturiscano dal profondo del cuore, affinché preghiamo con rispetto e desiderio di assomigliarGli – perciò anche una persona comune e senza istruzione può pregare bene. Dio perdona anche ai più grandi peccatori, se lo implorano sinceramente, per questo lo spirito maligno sfrutta tutti i modi, affinché trascuriamo la preghiera. Se nella preghiera provo difficoltà e disgusto, ma nonostante questo non me ne allontano, questa mia preghiera è ancora più meritevole agli occhi del Signore Dio. Prega per tutti, anche per i nemici.
Affinché la preghiera sia gradita a Dio e utile all’anima, dobbiamo essere in stato di grazia, avere il desiderio di convertirci ed avere un’avversione al peccato. Il peccatore, che non vuole correggersi è un’offesa al Signore Dio. Inutili sono le vostre preghiere e offerte, se persistete nel peccato!
Non c’è guarigione fisica senza perdono e guarigione spirituale. Dio può esaudire la nostra preghiera, solo quando toglieremo tutti gli ostacoli.
Per questo dobbiamo rinunciare ad ogni peccato e a tutti, tutto, perdonare.

I peccatori non otterranno conversione senza preghiera.
I dannati sono andati in perdizione, perché non pregavano o pregavano male.
- Non prego, prego poco – per sicurezza, affinché me ne sia sbarazzato il prima possibile, conto che gli altri pregano per me, preghiere distratte e non finite – mi addormento con esse?
- Salto la preghiera del mattino e della sera?
- Non faccio alcuna devozione, Via Crucis, non prego novene, sono adulto ma prego solo
preghiere elementari come un bambino, non prego per gli altri, non prego per le Anime
del Purgatorio?
- Prego con ripugnanza?
- Prego di più, solo quando ho difficoltà, nella preghiera ringrazio poco Dio - però chiedo
sempre qualcosa?
- Metto in ridicolo le preghiere, e anche coloro che pregano, metto in dubbio le devozioni,
distorco le parole?
Genitore – non insegno al bambino a pregare – lo giustifico con il fatto che è ancora piccolo, non sono un esempio per lui? Se il bambino è piccolino – devo pregare con lui, nel suo nome, sorvegliare affinché faccia le sue preghiere – pregare insieme, insegnare al bambino preghiere adatte alla sua età e non accontentarmi del fatto che il bambino conosce le preghierine dei bambini. Mio figlio adulto non padroneggia le preghiere cristiane (Rosario, Coroncina della Divina Misericordia) – perché non glie le ho insegnate, per indifferenza, mancanza di interesse?
COME VIVO LA SANTA MESSA?
- La ascolto solamente in modo formale?
- Sono distratto, disturbo, mi annoio, dormo, parlo, commento il sacerdote, i fedeli, la
decorazione nella chiesa, l’omelia, mi irrito che la S. Messa dura troppo a lungo, non partecipo attivamente nello svolgimento della S. Messa (non prego, non rispondo al sacerdote), mormoro se non ho un posto libero per sedermi, non mi inginocchio davanti al Signore con entrambe le ginocchia, appena entro in chiesa già penso a come andare via il prima possibile?
- Non partecipo a tutta la S. Messa, dall’inizio fino alla benedizione, sono in ritardo, non ringrazio Dio per la grazia della S. Messa – mi affretto ad uscire dalla chiesa il prima possibile?
- Non vado alle S. Messe – per pigrizia, per convinzione, per indifferenza, mi scuso con il mio stato di salute, con i doveri? (Devo cucinare, devo studiare, aspetto una visita, ho un bambino piccolo...). Io stesso non vado alla S. Messa – dirò agli altri di andare anche al posto mio?
Genitore – non porto il bambino in chiesa – lo privo delle grazie (cerco scuse dicendo che è piccolo, disturba, non potrò concentrarmi durante la S. Messa, per pigrizia...), tollero il rifiuto del bambino di partecipare alla S. Messa – addirittura sostengo questo (scuse – deve studiare per l’esame, che decida lui stesso, se vuole andare) - dimentico la mia responsabilità per il bambino davanti a Dio? Se il figlio è già adulto e so che non va alle S. Messe ho il dovere di ammonirlo. Non sono di esempio per il figlio - mando il bambino in chiesa, ma io stesso non ci vado?
- Non sono andato in abbigliamento indegno alla S. Messa, alla S. Comunione? (Pantaloni corti, gonna corta, scollatura...).
- Frequento cerimonie protestanti (evangeliche, calviniste) – accetto e diffondo i loro errori, eresie, e persuado anche gli altri, bestemmio?
COME RICEVO I SACRAMENTI?
- Con indifferenza? Per obbligo? Mi confesso 1-2 volte all’anno? (La Chiesa impone di confessarsi almeno una volta all’anno – non perché, questo sia sufficiente per l’anima,

ma se così non agisse, quanti non sarebbero venuti alla S. Riconciliazione nemmeno una
volta all’anno – non appartengo anche io ad essi?)
- (N.d.t. Li) Ricevo con rispetto?
- Sono in stato di grazia?
- Non mi comunico sacrilegamente?
- Derido e denigro i Sacramenti?
- Metto in dubbio il Corpo di Cristo con gli errori e le eresie protestanti – ho disprezzato
Gesù Eucaristico ed il Suo Sacrificio incruento nella celebrazione della S. Messa
Cattolica e l’ho sostituita con le celebrazioni protestanti? (Evangeliche, calviniste).
- Ho evitato di ricevere l’Eucaristia per negligenza, per scrupolo, per vergogna di fronte
alla gente?
LA CONFESSIONE SACRILEGA
Per una buona Confessione non basta soltanto confessare i peccati davanti al sacerdote ed eseguire la penitenza ricevuta! Non ti ingannare che di Dio ci si possa sbarazzare con qualunque cosa e facilmente conquistare la grazia perduta. Tutto l’anno ti occupi delle cose del mondo, ti prendi cura delle proprietà, dei piaceri della vita, non lavori al tuo perfezionamento, al tuo ravvedimento – a Pasqua arrivi alla Confessione e confessi i tuoi peccati, come se raccontassi una qualche storiella. Dopo, senza pensare reciti meccanicamente un paio di preghiere e già ti sembra che hai pareggiato i conti con Dio. Subito dopo la Confessione ritorni allo stile di vita precedente (fornicazione, divertimenti, balli, “krčma” (n.d.t. locale specifico nel quale si bevono bevande alcoliche/superalcolici – occasione per eccedere nel bere), convivenza, adulterio, fili rossi (n.d.t. anche cornetto), oroscopi, ingiustizia che non hai riparato, furto che non hai espiato) - non è visibile nemmeno una traccia del ravvedimento! Ogni anno, da una Confessione all’altra, fai lo stesso!
- Ti confessi con indifferenza, freddezza, solo per abitudine, di routine – non ti guida l’amore verso Dio, il pentimento e la voglia di correggerti?
- Ti confessi solo genericamente, molti peccati non li nomini? E’ possibile ingannare il sacerdote, fingere anche il pentimento e carpire da lui l’assoluzione, ma Dio non lo inganni. Dio, una tale assoluzione, non la conferma. Ricorda che le tue confessioni, finché le fai in questo modo, non sono per nulla valide, e forse sono addirittura sacrileghe! Ci sono persone che si confesserebbero solo nel letto di morte, se la Chiesa non comandasse loro di farlo ogni anno.
Non faccio un buon esame di coscienza?
Esamina accuratamente le profondità del tuo cuore, non nascondere nulla davanti a te stesso – come nulla si nasconde nell’ultimo giudizio.
Quanto più raramente qualcheduno si confessa, tanto più tempo avrà bisogno per esaminare la propria coscienza.
Il desiderio di correggersi è soltanto incerto e recitato, il pentimento è simulato (questo testimonia anche il ritorno alla vita di peccato – di nuovo stai seduto nella “krčma” (n.d.t. locale specifico nel quale si bevono bevande alcoliche/superalcolici – occasione per eccedere nel bere), fornichi, prendi contraccettivi, ti diverti, vieni ancora qualche volta alla S. Messa e poi non più – solo per qualche festa).
L’insufficiente pentimento – quando nascondiamo il peccato, percepiamo un’inquietudine interiore, che ci divora come una tigre selvaggia, ma quando non abbiamo pentimento, nel nostro accecamento non prestiamo attenzione ad essa. Chi vuole essere sicuro, di aver avuto il giusto pentimento nella confessione, meglio lo vedrà, considerando se ha cambiato la sua vita sinora. Occulto i peccati di fronte al sacerdote per paura, di non ottenere l’assoluzione, per vergogna. Qualcuno potrebbe dire: “Probabilmente nessuno osa nascondere i propri peccati ed esporsi così
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ai più frequenti rimorsi di coscienza. Fratelli miei! Se dovessi confessarlo sotto giuramento, non esiterei a dire, che ci sono, qui, adesso, in mezzo a voi in chiesa, 5 persone su 6 di questi peccatori. Vi convincerete di questo all’ultimo giudizio e vi ricorderete, di ciò che oggi vi ho detto” (S. Giovanni Maria Vianney).
Se tu dicessi che, ti confessi di un peccato, che nella precedente confessione hai dimenticato – ma in realtà, questo peccato non lo hai detto per pigrizia oppure per vergogna – commetti un sacrilegio. Non menzionare o diminuire il numero dei peccati mortali è un sacrilegio (se ho sulla coscienza 3 di questi peccati e ne confesso solo 2, offendo gravemente Dio). Se non ne ricordo il numero, lo confesso approssimativamente. Se il confessore non ti avesse interrogato su un certo peccato, non avresti avuto l’intenzione di confessarlo. Così accade che, quel peccato lo ammetti, ma non dici che avevi l’intenzione di nasconderlo.
Si confessa male anche, chi non vuole porre rimedio all’ingiustizia commessa, anche se avesse potuto farlo. Infelici sono anche le confessioni di ragazze, donne, giovani uomini e uomini che intrattengono relazioni illecite e si rifiutano di rinunciarvi. La maggior parte di queste persone non si sente nemmeno in colpa e nella confessione nasconde i suoi peccati. Chi nasconde i peccati, non vuole ingannare il sacerdote, ma vuole ingannare Dio stesso, nonostante che questo sia impossibile!
Un attacco di collera lo definisco come impazienza, discorsi immorali, che fanno scandalizzare gli altri – solo come discorsi più liberi, richieste e azioni abominevoli solo come confidenze un po’ meno decenti, grandi torti come piccole ingiustizie, avarizia esagerata – solo come un poco più di attaccamento ai beni terreni... e da lì nasce tutta una serie di sacrilegi.
Nascondo le circostanze del peccato?
Ho fatto maldicenza, ma non ammetto che questo origina dal mio orgoglio e invidia, odio e risentimento. Allo stesso modo, non accennerò a quale grande danno ho causato al buon nome del mio prossimo, se non ho detto bugie.
Non menzionerò di quale persona si trattava – se ho pettegolato un sacerdote, un’altra persona consacrata a Dio, un membro della famiglia...
Dirai che, manifestavi atteggiamenti contro la fede e la morale, tacerai che hai voluto far vacillare la fede di un giovane, affinché per esempio, più facilmente cedesse alla tua lussuria.
La ragazza dirà che si metteva in mostra perché piacesse agli altri, ma non aggiungerà che intendeva suscitare negli altri cattivi pensieri, impurità, desideri...
Il padre dirà di essersi ubriacato, ma non accenna a quale scandalo ha causato, con questo, a tutta la famiglia.
Cerchi il modo di presentarti al confessore nella luce migliore? (Con il tono della voce, abbassando la voce di fronte a certi peccati, in modo che il confessore li oda a malapena, prima confessi i peccati più lievi e quando, come se con questi, avessi addormentato l’attenzione del confessore, nel modo più silenzioso e rapido possibile, rovesci i peccati gravi).
Avvolgo la mia vita immorale nel manto della virtù?
Mi giustifico, di essere stato portato dagli altri al peccato impuro, provocato ad ira dal vicino di casa, ho saltato la S. Messa a causa della visita, in Quaresima ho mangiato carne una volta soltanto (un altro mi ha indotto), mi esprimo male del prossimo – però loro, con il loro comportamento, mi danno occasione di farlo, con i miei figli non prego mattino e sera, perché non ho tempo... il marito accusa la moglie, la moglie il marito, il fratello la sorella, la sorella il fratello, il servo il suo padrone, il padrone i servi... Alla confessione si condannano da sé stessi, affermando “mia colpa” e dopo due minuti si difendono e scaricano la colpa sull’altro.
Sono sordo ai rimorsi della coscienza? E’ come se fossi muto quando devo confessare i miei peccati?
Non mostro alcuna umiltà e contrizione.
Se il sacerdote riconosce, in quale stato si trova la mia anima e mi ordina di venire alla confessione più tardi, perché vuole proteggermi dal sacrilegio – subito mi lamento che non ho
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tempo, che più tardi non sarò meglio preparato, che andrò da un altro confessore che mi darà l’assoluzione senza problemi - fanno danno a sé stesse le persone così accecate, il confessore ha riconosciuto che non soddisfano le condizioni di una buona confessione, la loro accusa dei peccati era a metà, senza contrizione, doveva fare loro migliaia di domande.
Per quali peccati ti sei confessato l’anno scorso? E di che cosa ti confessi oggi? Di che cosa ti confesserai tra un anno, se Dio ancora ti regalerà vita? Non pensi che siano di nuovo gli stessi? Se ti confessi solo per abitudine, non vuoi vivere una vita più pia, ai peccati precedenti si somma anche il sacrilegio e tu sei un giocattolo nelle mani di satana. Se per un tempo prolungato, dopo la confessione, non noti in te minimi cambiamenti verso il meglio, questo è dovuto al fatto che, le tue precedenti confessioni non erano per nulla valide, erano sacrileghe e se non migliori veramente, ti aspetta la dannazione. In questa trappola delle confessioni sacrileghe, lo spirito maligno ha già catturato molte anime, perché con l’atto della confessione sacrilega si mostrano l’accecamento e l’indurimento del cuore, che sovente non lasciano una persona fino alla morte.
Il peccato abituale – con l’accumulo dei peccati cresce l’accecamento umano. L’abitudine malvagia acceca la mente, indurisce il cuore e con questo, rende una persona ribelle fino alla morte, una tale persona solo difficilmente sarà salvata.
Vediamo come il peccatore avanza di peccato in peccato, senza nemmeno pensare al ravvedimento. La cattiva abitudine non permette ai peccatori di vedere il male che commettono. E così vivono come se nemmeno credessero più che esistono Dio, il Paradiso, l’Inferno, l’Eternità. Invece di addolorarsi per i propri peccati, gioiscono di essi, ridono e addirittura se ne vantano! Cosa significano tutti questi segni di durezza diabolica? S. Tommaso di Villanova afferma che, questi sono segni di dannazione. S. Girolamo sostiene che, i peccatori abituali perdono qualunque senso di vergogna nel commettere il peccato.
Ti persuadi che un giorno pareggerai i conti con Dio. Però ricordati che, forse, potresti non avere più tempo per questo pareggio, la morte potrebbe coglierti alla sprovvista, sepolto nei sacrilegi. Questo, generalmente, è seguito da un indurimento del cuore e dalla disperazione nell’ora della morte. Correggi in fretta le precedenti confessioni con una sincera e completa confessione dei peccati. Se non lo farai, Dio, un giorno, li proclamerà al mondo intero. Ma se li confessi da te stesso, cadranno nell’eterno oblio, troverai nel Sacramento della Riconciliazione il perdono dei peccati, la pace dell’anima e nell’ora della morte la vita eterna. Ogni peccato, specialmente grave, causa la perdita della grazia di Dio e consente al diavolo di agire nella nostra vita. Poi, il diavolo attacca non solo la persona che ha commesso il peccato, ma anche coloro che sono a lui più vicini.
Ad esempio, quando uno dei genitori commette un grave peccato, i suoi figli cominciano ad essere malati. Qualcuno obietterà: “Se commetto questo peccato, perché devo essere dannato? Forse sarò ancora salvato”. Rispondo: “E forse sarai dannato!”.
Salteresti dentro il pozzo dicendo: forse sfuggirò alla morte. No! Come puoi appoggiare la tua salvezza eterna su una speranza così debole, su qualche “chissà”, oppure su un “forse”? I comandamenti di Dio non sono proibizioni crudeli, ma indicazioni per proteggerci dalle disgrazie.
Non sappiamo quale peccato sarà l’ultimo.
Dio stabilisce il numero di giorni di ogni persona, la salute e i talenti, che vuole donargli (n.d.t. in sovrabbondanza). Allo stesso modo, determina, per ogni persona, il numero di peccati che vuole perdonargli. “E’ opportuno supporre”, dice S. Agostino, “che la pazienza di Dio sopporta il peccatore fino ad un certo tempo. Quando quel tempo sarà trascorso, non resterà per lui alcuna pietà”. Lo stesso afferma Eusebio di Cesarea: “Dio attende fino ad un certo limite. Poi ci lascia”. Lo stesso affermano anche gli altri Padri e non senza ragione. La base della loro convinzione era la Sacra Scrittura.
“Quando il tuo peccato è perdonato, non smettere di temere e non accumulare peccato su peccato”. (Sir. 5,5).
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“Con le altre Nazioni, il Signore attende pazientemente prima di vistarle, finché la misura dei loro peccati sia colma” (2 Mac. 6,14). Quindi, Dio attende fino al giorno in cui sia colma la misura dei peccati. E poi inizia a punire. Molti esempi li troviamo nella Sacra Scrittura. Si tratta soprattutto della punizione di Saul. Dio lo ha abbandonato quando gli ha disobbedito l’ultima volta.
Ci sono persone che esaminano il numero delle stelle, indagano il numero degli angeli oppure si sforzano di scoprire il numero degli anni che rimangono ad una persona, ma chi potrebbe lanciarsi ad indagare il numero di peccati che Dio vuole perdonare ad una persona? Per questo è necessario preoccuparsi. Chissà, fratello mio, per quale pensiero, per quale peccato che commetti, Dio non ti perdonerà più? (S. Alfonso De Liguori).
La misericordia di Dio è infinita, ma quanti, nonostante questa, non salvaguarderanno la propria anima dalla perdizione? Dio salva colui che mostra la buona volontà. Perdona i peccati, ma non perdona la volontà di peccare. Obietti: ma io sono giovane. Solo che Dio non conta gli anni, conta i peccati. Il tributo dei peccati non è per tutti uguale, a qualcuno Dio perdona cento peccati, ad un altro mille, un altro ancora al primo peccato lo manda all’inferno. Quanti sono finiti così? S. Gregorio raccontava che, un tale bambino di cinque anni è stato mandato all’inferno quando bestemmiò. La Vergine Maria ha rivelato alla Serva di Dio Benedetta di Firenze, che una certa ragazza dodicenne è stata condannata dopo aver commesso il primo peccato. Un altro ragazzo di otto anni, morì dopo il primo peccato e la sua anima fu dannata. Forse qualcuno vorrebbe chiedere a Dio perché ad uno perdona tre peccati e il quarto no. Di fronte ad una tale domanda è necessario rispettare il giudizio di Dio e insieme all’apostolo confessare: “Quale profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm. 11,33). S. Agostino spiega: “Sa chi risparmierà e chi no. Chi riceve la misericordia, gratuitamente la riceve, chi non la riceve, giustamente non la riceve.”
Pensi che se Dio finora non ti ha punito, sarà per sempre così? Quando la misura dei tuoi peccati sarà colma, giungerà il momento del castigo. “Giacché l’Altissimo non si affretta a ripagare” (Sir. 5,4). Può accadere che con un peccato pagherai per tutto. Quanto più grande è stata la Sua Misericordia, tanto maggiore sarà il tuo castigo. Quanto più grande è la luce che Dio ti ha donato, tanto maggiore sarà il tuo accecamento e indurimento nel peccato.
Se adesso state peccando, forse Dio vi darà il tempo per il pentimento, e forse no. E se non ve lo desse, che ne sarà di voi per tutta l’eternità?
Come devo riparare questo male?
Ripeti la tua confessione cominciando da quella che poteva essere stata sacrilega, dici quante di queste confessioni possono essere state così e quante comunioni indegne, dici quale peccato hai occultato e se, degli altri peccati, hai cercato di fare ammenda. Caro cristiano, il tuo Signore buono ti vuole salvare, per questo continuamente ti mette in guardia: Figlio mio, adesso non peccare più, ma chiedi perdono dei peccati commessi.
Le persone si confessano male, anche perché non elencano le circostanze che mutano la natura del peccato – avvolgono i peccati.
Per esempio: mi sono ubriacato, ho sparlato, ho peccato contro la purezza, mi sono adirato e mi sono vendicato. In realtà, dipende - quante volte è successo? Era un peccato commesso in chiesa, in presenza di bambini, di colleghi? Erano presenti più persone, con la maldicenza la reputazione del prossimo è stata danneggiata? Il pensiero contro la purezza è stato associato anche al desiderio di compiere questo atto? Hai peccato per ignoranza oppure dopo premeditazione, per malizia? Non commettevi un peccato dopo l’altro, pensando che tanto nella confessione sarà la stessa cosa se ti confesserai di un piccolo oppure di un grande numero di peccati?
UNA BUONA CONFESSIONE.
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La Confessione ha un’origine divina. L’ha istituita Gesù Cristo – ha detto agli Apostoli e ai loro successori: “Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi!” (Gv. 20,22-23). “Tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo!” (Mt 18,18).
Cristo comanda, pena la perdita della salvezza, di confessarsi di tutti i peccati. Da questo obbligo nessuno è esente, cominciando dal Santo Padre, e terminando con l’ultimo servo. Dobbiamo odiare il peccato con tutto il cuore e pentirci che abbiamo offeso il buon Dio, disprezzato le grazie, ignorato la voce della coscienza, persistito per un lungo periodo nello stato di peccato. Chi ha un pentimento sincero, cerca di riconciliarsi con Dio e di riparare i torti il prima possibile (non aspetto fino alla confessione di Pasqua o di Natale, ma vado subito, appena è possibile). La confessione deve essere: umile, semplice, saggia, completa e sincera. Esamina accuratamente la tua coscienza. Prega lo Spirito Santo e consegnati alla Vergine Maria. Chiedi la grazia di una buona confessione. Non cercare intenzionalmente un confessore piacevole - uno che non mi farà molte domande, mi metto in fila dove la confessione è più veloce, ecc..
Accusiamoci da noi stessi – non aspettiamo le domande del confessore. Non rispondere mai con arroganza al confessore, non diventare un peccatore incallito. Se il sacerdote ti assegna una penitenza che ti sembra più pesante o addirittura rifiuta di concedere l’assoluzione, non mormorare, ma accetta con spirito umile – il giudizio di penitenza è il giudizio di Gesù Cristo stesso, nel quale Egli stesso ascolta le nostre accuse, Egli stesso pone le domande e annuncia la sentenza di perdono. Se non sai come adempiere alla penitenza assegnata, non vergognarti di chiedere al confessore un cambio di penitenza (per esempio, non so leggere e come penitenza dovrei leggere la Sacra Scrittura, non conosco la preghiera assegnata e non so pregarla). Non dare mai la colpa agli altri, non parlare dei peccati degli altri. Non offenderti, non giustificare le tue azioni – incolpa te stesso! Presentiamoci al confessore nella vera luce. Evitiamo parole inutili, il girare attorno alla stessa cosa cento volte di seguito. Se qualche cosa è dubbia presentiamola come dubbia – se dici che non ti soffermavi in pensieri cattivi, ma non sei sicuro di aver trovato piacere in questi pensieri - già questa è un’insufficiente sincerità. Se ti riesce difficile ammettere un certo peccato, la vergogna ti scoraggia, chiedi aiuto al confessore – “Padre, aiutatemi, vi prego, perché ho sulla coscienza un peccato, che non ho il coraggio di confessare”. La confessione deve essere completa, è necessario confessare tutti i peccati, la loro specie, il numero e le circostanze ad essi associate.
Non si confessa correttamente chi dice: “Ho perso la S. Messa, ho rubato, bestemmiavo, ero superbo, facevo discorsi impuri, ecc...”. Questo non basta. E’ necessario dire quante volte è successo, menzionare le circostanze, che hanno influenza sulla gravità ed il tipo di peccato. Chi ha commesso il peccato di impurità con un’altra persona, deve menzionare se era sposato/a, imparentato/a, in quale rapporto con essa... Alcune circostanze rendono il peccato più grave – se lo commettiamo in presenza di altre persone, bambini, provochiamo scandalo. Andare nella “krčma” (n.d.t. locale specifico nel quale si bevono bevande alcoliche/superalcolici – occasione per eccedere nel bere)e ubriacarsi di domenica è un peccato più grave dello stesso commesso in giorno feriale, perché la domenica e i giorni festivi sono predestinati al servizio di Dio. I balli e le danze sono sempre grave peccato. Nel caso di peccati protratti nel tempo è necessario menzionare da quanto tempo dura la dipendenza. I peccati dimenticati fortuitamente Dio li perdona, però bisogna confessarli nella prossima confessione, se li ricordiamo. Bisogna confessarsi di tutti i peccati, anche dei peccati veniali – perché un peccato che è veniale ai nostri occhi, può essere un peccato grave agli occhi di Dio. Questo ci sprona ad una maggiore attenzione, l’insegnamento del confessore può spingerci a ravvederci, l’assoluzione ci dà la forza affinché possiamo evitare questi peccati in futuro. Se ti accorgi che ti sei confessato male, non perdere tempo e al più presto provvedi alla riparazione di questo male.
Un’anima in grazia di Dio è così bella agli occhi di Dio, che Dio stesso la loda. Sembra che il Signore non possa distogliere gli occhi e le orecchie dall’anima che lo ama, qualunque cosa gli chiedesse. E quali infiniti meriti può raggiungere un’anima che si trova in grazia di Dio!
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LA COMUNIONE SACRILEGA.
- In stato di grave peccato mi accosto ai Sacramenti?
- Mi accosto ai Sacramenti consapevole del peccato (non ho adempiuto alla penitenza
assegnata, non ho fatto bene la confessione – non ho confessato tutti i peccati, con noncuranza mi sono preparato alla confessione, mi prendo gioco dei Sacramenti, diffondo errori ed eresie).
- Dopo la confessione sacrilega persisto consapevolmente nel peccato – indosso il laccetto rosso (n.d.t. anche cornetto), utilizzo anticoncezionali, vivo in una unione libera senza matrimonio, non ho riparato i danni causati – sulla proprietà – furto, trattenendo l’eredità, diseredando, eredità ingiustamente ottenuta, proprietà ingiustamente ottenuta, cose (senza il consapevole consenso dell’altro, abusando della buona volontà, ingenuità, creduloneria, ricattando, imponendo condizioni), derubo il datore di lavoro, commetto frode, disonestamente faccio affari.
- Non ho partecipato a tutta la S. Messa.
- Sono andato a fare la S. Comunione soltanto perché ci sono andati anche gli altri.
- Chi in tale stato si accosta alla S. Comunione la riceve per la sua perdizione.
HO COMMESSO LA MANCANZA DI RISPETTO NEI CONFRONTI DI DIO?
Ho tentato Dio? – con la parola oppure con un atto, metto alla prova la Sua bontà e onnipotenza?
Il Sacrilegio – Comunione sacrilega, profanavo i Sacramenti, gli atti liturgici, le persone consacrate a Dio, oggetti, luoghi oppure li ho trattati indegnamente?
La simonia – compravo o vendevo realtà spirituali, grazie, sacramentali, cariche, santità? Per soldi vendevo una cosa sacra? E’ inammissibile appropriarsi dei beni spirituali e comportarsi, nei loro confronti, da proprietario o da padrone, perché la loro fonte è Dio. E’ possibile riceverli solo come dono da Lui.
L’ateismo – rifiuto o nego l’esistenza di Dio? Una forma frequente di ateismo è il materialismo pratico.
Non sono caduto nella disperazione, sfiducia nell’amore e nella misericordia di Dio? – sconforto, sfiducia in Dio, metto in dubbio che Dio mi abbia perdonato i peccati, che desidera la mia salvezza.
Mettere in dubbio le Sacre Scritture, le autorità ecclesiastiche, il Papa, i sacerdoti oppure la Chiesa stessa.
NON ABUSO DELLA MISERICORDIA DI DIO?
La misericordia di Dio è infinita ma le sue manifestazioni hanno dei confini. Dio è misericordioso ma anche giusto. “Io sono giusto e misericordioso, ma i peccatori mi considerano solo misericordioso”, ha detto il Signore a S. Brigida.
La Misericordia è la promessa al penitente che teme Dio, non per colui che abusa di essa. In breve, Dio sopporta pazientemente il peccatore, ma non all’infinito. Dio danna coloro che peccano con la speranza del perdono. La speranza di un peccatore che ha intrapreso la penitenza è gradita a Dio, ma la speranza del peccatore incallito gli è ripugnante: “Per loro il rifugio è scomparso” (Giob. 11,20). Dio non dà le grazie all’infinito.
I peccatori vivono serenamente nella certezza, come se Dio avesse sicuramente promesso loro il perdono ed il Paradiso nell’ora della morte. Vogliono peccare senza che perdano la speranza nella salvezza. E’ vero che, in qualunque momento il peccatore si converta, Dio gli ha promesso il perdono, tuttavia (n.d.t. Egli) non ha detto che la conversione sarà possibile sul letto di morte. Al contrario, ha obiettato: “Morirete nel vostro peccato” (Gv. 8, 21-24).
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Disse che chi lo cercherà nel tempo della morte, non lo troverà: “Mi cercherete e non mi troverete” (Gv. 7,34). Dio desidera salvare tutti, ma punisce i peccatori incalliti. Non conosciamo tutte le grazie che il Signore ci sta (n.d.t. generosamente) donando, però, il Signore le conosce e le ha misurate, e quando vede che una persona le disprezza, lascia il peccatore nel suo peccato e così lo lascerà anche morire. Misero è colui che si pente solo nell’ora della morte. “Il pentimento del malato è malato”, dice S. Agostino.
E’ detto saggiamente che, le preghiere, i lamenti e le promesse di un peccatore morente sono uguali ai lamenti e alle promesse di colui che è stato assalito dal nemico, quando gli ha puntato un pugnale alla gola. Per l’insincerità non troverà perdono. S. Bernardo dice che, il cuore che durante la sua vita si è ostinatamente aggrappato al male, cercherà di uscire dallo stato di perdizione, ma gli non riuscirà di liberarsi. La vita finisce gravata dal suo male. Siccome, fino ad ora ha amato il peccato, ha amato con esso anche il pericolo della dannazione. Per questo, nostro Signore, giustamente, permette che muoia in questo pericolo, nel quale ha voluto vivere fino alla morte. S. Girolamo dice che, su centomila peccatori, che hanno vissuto fino alla morte nel peccato, al momento della morte si salverà uno soltanto.
Dio lascia vivere il peccatore impunemente, ma il fatto che, non lo punisca è il suo più grande castigo. Lascia il peccatore nelle mani del suo peccato. E pare che non sia adirato con lui! E lo lascia fare in questo mondo tutto ciò che desidera. Poveri peccatori, ai quali in questa vita tutto riesce! E’ segno che, Dio attende, affinché faccia di essi il sacrificio della sua giustizia nell’eternità.
Non c’è punizione più grande di quando Dio permette al peccatore di accumulare peccato su peccato. Per questo infelice sarebbe meglio se il Signore lo lasciasse morire prima che commetta il primo peccato. Perché quando morirà dopo di esso, lo attendono tanti inferni, quanti peccati ha commesso (S. Alfonso Maria De’ Liguori).
Dirai che, molte persone vivevano a lungo nel peccato, eppure si sono convertite. Stai in guardia, amico, perché tu non faccia male i conti! Effettivamente, molte persone si sono pentite, ma non tutte si sono convertite. Anche Saul fu dannato, nonostante si fosse pentito (1 Sam. 15, 24-30). Anche Giuda si pentì, consegnò il denaro... e si impiccò (Mt. 27,3).
Colui che, crede che, nella vita possa disprezzare le leggi di Dio e che, alla fine, ottenga il premio e la gloria eterna, si fa beffe di Dio, ma “Dio non si lascia deridere!”. Ciò che semini in questa vita, lo raccoglierai nella vita eterna.
Caro cristiano, ciò che si dice agli altri, vale anche per te. In tutti i modi, sforzati di raggiungere di nuovo lo stato di grazia, prima che arrivi la morte, perché dopo non avrai più il tempo per la riparazione. Una persona si convertirà tanto più difficilmente, quanto più a lungo permane nel peccato.
Quando sei malato, fai i propositi, che cambierai, se Dio ti restituirà la salute. Guarirai, ma non cambierai. Addirittura, spesso, agisci ancora peggio di prima. Salti le confessioni, le S. Messe. Ricordati che arriverà un’altra malattia, morirai senza penitenza e andrai all’inferno. Quando traboccherà la misura dei peccati, inesorabilmente giungerà il castigo di Dio.
Continuo a peccare?
Con insolenza faccio affidamento sul fatto che Dio mi perdonerà, che sarò salvato – mentre non cambio la mia vita precedente e non lavoro per eliminare le mancanze, se qualcuno mi avverte, mi arrabbio, non lo accetto, mi scandalizzo, invece di riflettere.
Non faccio un accurato esame di coscienza prima del Sacramento della Confessione – ho taciuto un peccato (consapevolmente, per paura, per vergogna, qualcun altro mi ha persuaso che non era un peccato – mi sono lasciato ingannare, perché mi faceva comodo, per mia convinzione). Rimando a più tardi il Sacramento della Confessione – mi basta confessarmi prima di morire, nella vecchiaia, cambierò e comincerò a lavorare su me stesso quando raggiungerò una certa età – adesso voglio godere, non voglio rinunciare a nulla, ho ancora abbastanza tempo, per me va bene così?
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Sfrontatamente, faccio affidamento sul fatto che, Dio ha il dovere di salvarmi, anche senza il mio
sforzo (mi affido alla Divina Misericordia, ma dimentico la Divina Giustizia) - spero che
riceverò il perdono da Dio, senza conversione e la gloria eterna, senza meriti.
Insolentemente, faccio affidamento sul fatto che, io non posso essere dannato, perché sono battezzato e credo in Dio (ma non vivo e non agisco secondo i Suoi Comandamenti - anche il
diavolo crede in Dio, eccome!).
Sopravvaluto le mie capacità, spero di potermi salvare senza l'aiuto dall'alto?
Vedo e percepisco correttamente la mia vita, nella prospettiva della fede e dell'eternità? Sono
consapevole che alcun peccato resterà impunito? Ognuno, un giorno, si presenterà davanti al
Signore!
Sto peccando contro l’amore di Dio?
Con l’indifferenza, negando la Sua potenza, con l’ingratitudine, con la tiepidezza, con la pigrizia
spirituale – con il disgusto, con la resistenza nei confronti del bene di Dio?
Con l’odio - origina dalla superbia, nego la bontà di Dio, oso maledirlo come colui che proibisce
i peccati e impone castighi, con dichiarazioni – “se Dio ci fosse, questo non sarebbe accaduto”,
“dove era Dio in quel momento”, “perché lo ha permesso", ecc...
Pazientemente, sopporto le mancanze e le avversità della vita, nonostante tutto, confido in Dio?
Sto trascurando di fare del bene?
Sono consapevole che sarò giudicato da ciò che ho compiuto, ma anche da ciò che avrei dovuto
fare e non ho fatto?
Ho stima di me stesso - senza abbellimento, modestia farisaica, orgoglio? Mento a me stesso, per
i vantaggi oppure per tranquillizzare la coscienza?
Studio la letteratura religiosa? Mi sforzo di conoscere Dio?
La Sacra Scrittura, il Catechismo della Chiesa Cattolica, la stampa ecclesiale, le encicliche.
Non mi vergogno delle mie convinzioni?
- Adempio al mio dovere di parlare di Dio ai bambini, del Suo amore, li conduco a Lui,
spiego loro la religione, insegno loro, propongo gli esempi della vita dei santi? Oppure faccio
affidamento sul fatto che, questo al bambino glie lo insegnerà qualcun altro (durante le ore di
religione a scuola, in chiesa, dai nonni...). Procuro loro adeguate letture religiose? (La Bibbia per
bambini, il libro ddelle preghiere per bambini...)
Genitore
2.
NON PRONUNCERAI IL NOME DI DIO INVANO!
Ho pronunciato il nome di Dio sconsideratamente, senza bisogno, senza rispetto, nel nervosismo,
nella collera, nelle barzellette indecenti unite ad espressioni oscene, nella rabbia con
imprecazioni, inutilmente, solo per il mio sfogo?
Una imprecazione nella quale viene inserito il nome di Dio, senza l’intenzione di
bestemmiare (per Dio, piaghe di Cristo...).
Non sto bestemmiando abusando delle parole per offendere Dio?
Non giuro il falso - invoco Dio perché testimoni una menzogna? (Giuro e mento allo
stesso tempo, sotto giuramento faccio una promessa con l'intenzione di non mantenerla,
se non mantengo ciò che ho promesso sotto giuramento - grave colpa).
Sotto giuramento mi sono impegnato ad eseguire un'azione malvagia? (Per esempio, la
vendetta).
Non giuro nelle cose ordinarie?
Un giuramento può essere prestato solo per un motivo serio e ragionevole (per esempio, in tribunale) e questo, solamente sulla base della verità e della giustizia. Se il giuramento
è richiesto da autorità civili illegali è possibile rifiutarlo. Deve essere respinto, se è
richiesto per obiettivi contrari alla dignità della persona umana oppure della comunità
della Chiesa.
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Il nome cristiano - il Sacramento del Battesimo si conferisce "nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo" = i genitori, le madrine e i padrini e il sacerdote devono badare che non sia
dato un nome estraneo al credo cristiano.
3.
RICORDA, AFFINCHÉ TU SANTIFICHI IL GIORNO FESTIVO!
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Non maledico oppure con espressioni oscene, pronuncio il nome del Vergine Maria e dei
Santi?
Non sto peccando usando il nome di Dio, per spaventare gli altri?
Non ho fatto battute e derisione dei Santi o dei gesti religiosi, dei quadri, delle statue,
delle croci, della Sacra Scrittura?
Non ho distrutto oppure danneggiato nella rabbia, nella collera o per indifferenza cose
religiose? (Ho stappato la Sacra Scrittura, fracassato una statua, gettato la Croce, il
Rosario, distrutto il Rosario, percosso la statua, un’immaginetta sacra).
La bestemmia - è un peccato grave.
Pronuncio contro Dio, internamente (con i pensieri) oppure esternamente - parole di
odio, rimprovero, provocazione, scherno, parlo male di Dio, in modo non veritiero?
Sto abusando del Suo Nome? Manco di rispetto parlando di Lui?
Il divieto di bestemmia riguarda anche le parole contro la Chiesa di Cristo, i Santi, gli
oggetti sacri.
Ho imprecato contro la Chiesa? Imprecavo contro i sacerdoti, religiosi, persone
consacrate a Dio? (Li ho diffamati, calunniati, criticati, deriso il celibato...).
Usare il nome di Dio nella magia.
Con la celebrazione della domenica si osserva il precetto morale naturalmente iscritto nel cuore umano, con il quale si ordina il culto esteriore a Dio, come segno del beneficio comune, che riguarda tutti. La celebrazione domenicale del giorno del Signore e dell’Eucaristia del Signore è il centro della vita della Chiesa.
Coloro che, consapevolmente e volontariamente non adempiono a questo dovere, stanno commettendo un grave peccato! I genitori devono evangelizzare i loro figli e fin dalla prima infanzia, coinvolgerli nella vita della Chiesa.
- E’ per me la domenica il giorno del Signore, è il giorno dell’incontro con Dio?
- Sto cercando di dedicare più tempo alla fede, alla religione e alla preghiera?
- Dissacro le domeniche e le feste di precetto con la spesa, i divertimenti, i lavori che posso
fare in un altro giorno della settimana?
- Non arreco disturbo agli altri nel giorno festivo? (Lavori rumorosi, musica ad alto
volume). Non provoco scandalo nelle altre persone?
- Pecco gravemente, se senza un valido motivo, non partecipo in questo giorno alla S.
Messa oppure arrivo tardi (la S. Messa alla vigilia del prescritto giorno festivo o della
domenica è valida).
- Ugualmente, commetto una mancanza grave, quando dormo durante la S. Messa, oppure
resto davanti alla Chiesa e non seguo lo svolgimento della S. Messa.
- Commetto peccati veniali se arrivo in ritardo (entro il Vangelo), se sono distratto durante
la S. Messa, penso ad altre cose, però allo stesso tempo seguo la S. Messa.
- La S. Messa in TV oppure alla radio, non sostituisce la partecipazione alla celebrazione della S. Messa in Chiesa. E’ destinata alle persone che per cause oggettive non possono partecipare personalmente alla celebrazione della S. Messa (per esempio, costrette a letto, malate). Durante lo svolgimento della S. Messa devono partecipare correttamente (pregare, inginocchiarsi se è possibile, rispondere al sacerdote, fare la Comunione
spirituale). Non parlare, non commentare o addirittura mangiare, bere, ecc...
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- Non costringo i colleghi, i dipendenti, i miei stessi figli a lavorare in un giorno festivo? (Ad eccezione, di quando questo è indispensabile – per esempio, svolgimento del servizio medico, lavori che richiedono il funzionamento continuo).
- Ricordo di visitare i malati, gli anziani, i parenti, le persone sole, le persone segnate da qualche disgrazia?
I PECCATI CONTRO IL PROSSIMO – AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO!
Non ragionare su ciò che qualcheduno deve fare per te, ma su quello che devi fare tu per l’altro. Perdona tutti e tutto. Non nutrire la rabbia nel cuore. Sii sempre il primo a porgere la mano per la riconciliazione.
4. ONORA TUO PADRE E TUA MADRE, AFFINCHÉ TU VIVA A LUNGO SULLA TERRA, CHE IL SIGNORE, DIO TUO, TI DA!
Dio ci ha dato i suoi rappresentanti visibili e ci comanda di onorarli e obbedirli, come Egli stesso. Essi sono i genitori, i sacerdoti, gli insegnanti, gli educatori, i datori di lavoro e anche i rappresentanti del potere pubblico e statale. Sopportatevi a vicenda nell’amore.
- L’obbedienza ai genitori ci lega nel tempo della minore età. Il rispetto e l’amore verso di loro fino alla morte. Ma se i genitori ci impediscono di vivere una vita religiosa più intensa, possiamo in questo campo negare loro l’obbedienza – certo, sempre con rispetto. Se mi portano al peccato, non devo obbedire loro.
- Se il bambino nella sua coscienza è convinto che, è un male obbedire all’ordine dato, non deve eseguirlo.
- Il rispetto per i genitori contribuisce all’armonia di tutta la vita familiare, riguarda anche i rapporti tra fratelli e sorelle.
- Non istigo un genitore contro la sorella (il fratello), ho manipolato un genitore, ho derubato il fratello o la sorella dell’eredità? (Eredità acquisita ingiustamente – obbligo di riparare).
- Genitore – ho diseredato qualcuno dei miei figli? (Ho commesso un’ingiustizia anche nei confronti dei nipoti). Ho ingiustamente diviso l’eredità tra i miei figli? (Ad uno di più, all’altro di meno). Ho acconsentito ad una tale azione? (Anche con il silenzio).
- Se sto costruendo una famiglia, i genitori non hanno il diritto di interferire in questa famiglia (se io non interferisco nei loro diritti, in caso di coabitazione). Tuttavia, possono darmi consigli.
- Per un peccato commesso, sono obbligato ad avvertirli con amore. I genitori hanno ugualmente l’obbligo nei confronti dei loro figli di avvertirli ed ammonirli per il peccato commesso e questo, anche se i figli sono già adulti e non al contrario, sostenerli nel peccato, oppure giustificare il loro peccato, chiudere gli occhi di fronte ad esso.
- Quando manifesto la mia libertà, non deve mai essere senza amore e rispetto verso di loro.
Approfitto di essi per accudire i figli, cucinare, fare le pulizie...?
- Esprimo loro parole di gratitudine? Mantengo i contatti con loro? Non li insulto, non li
intimidisco oppure non li costringo a far valere i miei vantaggi? (Trascrivere la proprietà,
minacce, che non verrò a trovarli oppure non li aiuterò, se non mi accontentano).
- Ho alzato la mano su un genitore? Non lo sto cacciando di casa?
- Non comunico con loro? Disprezzo i loro consigli?
- Non li sto conducendo ad un grande tormento? (Con il mio modo di vivere, con la cattiva
amicizia, con la vita notturna, le droghe, il bere, convivo senza essere sposato/a).
- Non mi vergogno di loro per la loro origine, istruzione inferiore, ceto sociale, lavoro che
svolgono, oppure condizioni meno agiate, se non handicap di salute?
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- Li aiuto? (Con il lavoro, con la visita, con la cura dei malati, con la sicurezza materiale).
- Ho messo un genitore nella casa di riposo? Mi è di peso?
- Assicuro loro – il servizio spirituale, i Sacramenti, chiamo il sacerdote – affinché
ricevano il Sacramento della Riconciliazione, l’Eucaristia, l’Unzione degli infermi?
(Cura).
- Mi prendo cura delle tombe dei miei genitori?
- Obbedisco e onoro i miei superiori? Coloro che esercitano il potere devono esercitarlo
come un servizio.
- Non sminuisco la loro autorità giudicando, mormorando, criticando, deridendo et similia? - Prego per i miei genitori, fratelli, sorelle e superiori?
La famiglia.
Il matrimonio e la famiglia sono finalizzati al bene degli sposi e alla procreazione e all’educazione dei figli. La famiglia deve vivere in modo che, i suoi membri imparino a prendersi cura dei giovani e degli anziani, dei malati, dei disabili fisici e mentali, dei poveri, a prendersi cura di loro. Un genitore deve interessarsi per tutta la vita della vita dei suoi figli, se vede che, vivono nel peccato ha il dovere di ammonirli.
I genitori devono considerare i propri figli come figli di Dio, educarli al rispetto della legge di Dio.
Il bambino non è una mia proprietà – è un dono di Dio, appartiene a Dio. Devono insegnare ai figli e tenere a mente che, la principale missione di un Cristiano è seguire Gesù Cristo – essere il loro esempio. Ama i tuoi figli e non dimenticare che il tuo compito principale è mostrare loro la via per (n.d.t. andare a) Dio ed in Paradiso.
- Contribuisco in famiglia, con il mio amore e la mia pazienza, al bene e alla gioia degli altri?
- Porto rispetto alla moglie (al marito)? Discuto con lei le decisioni importanti? Promuovo i suoi interessi, desideri, stato di salute? Mostro nei suoi confronti tenerezza, gentilezza, riconoscimento, apprezzo il suo contributo al matrimonio, la cura dei figli?
- Non mi faccio beffe di mio marito (della moglie), non faccio allusioni irrispettose? (Per esempio, sull’aspetto fisico, sull’istruzione raggiunta, sul tipo di lavoro).
- Mi impegno a risolvere i problemi, i conflitti, eventualmente una crisi coniugale? Non attribuisco la colpa solo all’altra parte, ma cerco di raggiungere un compromesso, la comprensione, un accordo?
- Non sono geloso? Sospettoso? Le (gli) faccio delle scene?
- Mi sforzo affinché la convivenza coniugale sia, anche nella sfera intima, un donarsi
positivo anche dall’altra parte? Non sto negando, senza motivo, alla moglie i suoi diritti?
Non la costringo ad usare anticoncezionali?
- Sono tollerante verso i difetti e le debolezze della moglie (del marito)? So scusare e non
rinfacciare i dimenticati errori passati?
- Coinvolgo nei conflitti anche i miei figli? Li aizzo contro il marito (la moglie), li uso
come strumento di ricatto, minaccio di limitare il contatto con loro?
- Ho tolto, senza motivi validi, i figli alla moglie (rapiti, non erano in pericolo di essere trascurati da parte della madre) - per vendetta, per odio, per egoismo, per poterla
ricattare...?
- Riesco ad accettare le critiche, guardarmi attraverso gli occhi di un'altra persona? So
chiedere perdono per una mia mancanza? Riparo le ingiustizie?
- Non abbandono la moglie (il marito) nel bisogno, nella malattia, nella disgrazia...?
- Non mi prendo cura di mio figlio - l'ho abbandonato/a per irresponsabilità, per
indifferenza, per sentimento di non amore, è un peso per me, per pigrizia, per calcolo (sfrutto per questo i miei parenti, nonni, tate - se non è indispensabile...), ho sistemato il bambino in un orfanotrofio?
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- Ho messo su una nuova famiglia (il mio compagno/a non vuole il figlio della mia precedente unione) – gli/le ha dato la priorità sull'amore materno (paterno) - ho rigettato il dono di Dio? (Il dono di un figlio, il dono della maternità - della paternità, vivo in adulterio).
- Non evito di adempiere ai miei doveri in casa e nell'educazione? Dedico abbastanza tempo alla famiglia? Non sto trascurando loro (n.d.t. i membri della famiglia) a causa del lavoro, dei i miei amici, hobby...?
- Non sto sperperando la proprietà comune?
- Non sto trattando male la moglie/i figli, fisicamente, psichicamente, moralmente, non
impongo compiti che non possono adempiere, non faccio lunghi rimproveri, critiche, non
mi chiudo verso loro, non cado nell'egoismo?
- Ho colpito la moglie (il marito)? I bambini l'hanno visto? Ho colpito la moglie incinta?
- Non utilizzo nell'educazione dei figli punizioni sproporzionate, violenza, maltrattamenti,
diniego del cibo...?
- Vivo responsabilmente la mia paternità/maternità?
- Insegno ai bambini di evitare i pericoli e l'immoralità?
L’educazione dei bambini alla purezza - il genitore è responsabile, se nel bambino si sviluppano atteggiamenti sani in relazione alla sessualità. A casa dobbiamo creare un'atmosfera di purezza, senza pornografia, senza anticoncezionali e interruzioni di gravidanza, un'atmosfera di amore, cura e apertura alla fertilità.
Le conseguenze di un'educazione sbagliata - conducono il bambino alla morte spirituale, alla trascuratezza della vita sacramentale, all'immersione nel fango, che distrugge in essi tutto ciò che Dio ha deposto in loro e ciò che (n.d.t. Egli) ha (n.d.t. generosamente) donato loro.
- Non ho toccato intenzionalmente le parti intime del bambino? Per divertimento? Non li deridevo? (Soprattutto i maschi, per esempio, durante il bagno). Mostrando davanti ad altre persone? (Per esempio, fotografie durante il bagno, cambio del pannolino - per il divertimento altrui...).
- I genitori hanno l'obbligo, secondo le possibilità, di scegliere quelle scuole che li aiuteranno, nel modo migliore, nel compito di educatori cristiani (Corsi, attività di interesse).
Corsi inappropriati – tutti, quelli che portano al peccato (all'invidia, all'orgoglio, all'immortalità, alla licenziosità...), minacciano la moralità (ballo - pensieri impuri, tocchi, sguardi, musica, abiti scoprenti - per esempio, abiti da ballo, gonne corte), conducono a trascurare i principali doveri cristiani (la partecipazione alla S. Messa domenicale, balli e divertimenti durante la Quaresima - allenamenti...), portano all'idolatria, al culto e alla adorazione di altre divinità (arti marziali, yoga...).
- Creo ai bambini un'atmosfera di amore, di accoglienza, di benessere?
- Rafforzo la mia autorità con il buon esempio?
- Non sto esponendo il mio bambino al suo destino, all'influenza di amici casuali?
- Bado al regolare sviluppo intellettuale e morale del bambino?
- Non sto abusando della mia superiorità in età e forza?
- Aiuto il bambino a correggere i suoi errori e le cattive inclinazioni, a sviluppare le buone
qualità?
- Ammonisco, però, anche lodo con giustizia?
- Non scarico sul bambino la mia tensione, collera, rabbia, nervosismo, ironia, stanchezza?
- Gli insegno a perdonare? Sono un esempio per lui in questo? Oppure lo incoraggio -
restituisciglielo, non lasciarti vincere, lo esorto alla vendetta?
- Con la mia troppa cura, non sto causando che mio figlio non sarà capace di
indipendenza?
- Gli insegno le responsabilità adeguate alla sua età?
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- Non sto crescendo un egoista, un vanitoso, un pigro, un bugiardo? Formo la sua volontà, il carattere?
- Non compro al bambino (nipote) giocattoli, libri, videogiochi inappropriati, lo lascio guardare favole inadeguate? (In contrasto con la verità di Dio, brutti personaggi, che incitano alla violenza, al male, all’aggressività, all’inquietudine, alla paura, alla morte, all’impurità, alla magia, alla vanità, sotto forma di diavoli, streghe, mostri, vampiri – anche dolci, collezioni che rappresentano diavoli, ecc..., su molti giocattoli sono rappresentati simboli occulti strettamente associati al culto demoniaco).
- Mi dedico sufficientemente all’educazione del bambino, prendendomi cura di lui, nello svolgimento dei compiti a casa – oppure lascio tutto su mia moglie (marito)?
- Con atteggiamenti egoistici – non sto distruggendo il matrimonio, la famiglia di mio figlio? Non sono io la causa dei litigi nella sua famiglia, non li incito? Non istigo il figlio contro la nuora? (Figlia contro il genero?).
- Non sto interferendo in modo inappropriato e inadeguato nell’educazione dei nipoti? (Ho il dovere di ammonire il peccato).
- Non faccio del bambino (nipote) una “divinità”, un idolo?
- Non fare agli altri ciò che non vuoi che facciano a te. Lo sto realizzando nella mia vita?
- Rispetto il diritto degli altri alla libertà personale e alla dignità?
- Prometto ricompense oppure minaccio punizione per far cambiare atteggiamento?
- Non limito il diritto alla libertà di coscienza, alla religione, al cambiamento di vita,
all’informazione onesta?
- In modo veritiero informo sullo stato di salute, dell’avvicinarsi della morte? Non induco
il prossimo nell’errore? (Velando: non voglio spaventarlo per evitargli lo stress, non reggerebbe la verità, per indifferenza...). Gli sto mostrando misericordia, con l’informarlo, in modo veritiero, della gravità della sua condizione? Con questo riceve ancora l’opportunità di sistemare la sua vita, di riparare gli errori che ha commesso, di ricevere i sacramenti e di prepararsi nel modo migliore a presentarsi davanti al Signore. Lo lascio nell’inganno? (Questo non è un atto d’amore).
- Mi curo che le persone gravemente malate, anziane e morenti – erano riconciliate con Dio?
- Non mi innalzo per motivi di origine, razza, istruzione, posizione lavorativa, intelligenza, conoscenze, talento, colore della pelle, nazionalità, buone conoscenze...?
- Ero superbo?
- Sto pensando a cosa potrei fare per le persone delle quali so che non credono in Dio,
affinché tornino a Lui?
- Non pretendo dagli altri di più che da me stesso?
- Sono una persona responsabile, onesta, coscienziosa, positiva, precisa, si può fare
affidamento su di me?
- Considero anche gli altri, i loro bisogni, il loro lavoro, le loro particolarità, le loro
opinioni, il loro stato di salute, la loro situazione di vita?
- Sono benevolo, aiuto le persone secondo le mie possibilità, volentieri condivido un
consiglio, le esperienze, consolo gli afflitti?
- Sono invidioso, sono geloso, sono malevolo?
- Non sto commettendo un’ingiustizia verso qualcuno consapevolmente o con leggerezza?
Mi alzo a difesa di una persona che è stata ferita?
- Seduco gli altri al peccato? (Con il consiglio, i discorsi, le barzellette, i pettegolezzi, gli
scherni, provocando scandalo, sparlando, calunniando, tacendo – esprimendo tacito
assenso...).
- Sono grato per il bene che mi è stato fatto? Lo prendo come ovvio, come un debito
saldato (n.d.t. come dovuto)?
- Litigo? Non suscito passioni? Non faccio intrighi?
- Adempio ai miei doveri civili? Non evito di pagare le tasse?
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- Il mio comportamento non ferisce oppure offende chi mi circonda?
- Cerco di mettermi nei panni dei più deboli, degli anziani, dei soli, dei sofferenti, dei disabili, degli orfani, dei poveri, dei moribondi – non li disprezzo? Mosto loro un
concreto aiuto, interesse, benevolenza, infondo loro il coraggio?
- Sono capace di condividere?
- Ascolto gli altri? Aiuto nel bisogno?
- Con diligenza adempio ai miei obblighi (a lavoro, a casa, nei miei doveri di stato...)?
- Non spreco il tempo? (Con la TV, con i divertimenti, con le chiacchiere vuote, facendo le
nottate...).
- Non spreco i talenti, le mie capacità – le sto usando correttamente? Tutto deve servire per
la gloria di Dio, non per mostrarsi davanti alla gente, per la propria gloria, per orgoglio,
per compiere il male e per commettere il peccato.
- Sono grato a Dio per essi? (Oppure mi attribuisco il merito, mi dico che ho ottenuto
qualcosa con i miei sforzi).
- Non sono calcolatore, falso, di parte? Lusingo gli altri? Sono insincero? - Combatto il mio egoismo?
5. NON UCCIDERAI!
E’ vietata l’uccisione diretta di un innocente, sia di persona già nata che non nata. Abbiamo l’obbligo di proteggere la vita, ma anche la salute umana (la propria e quella degli altri, la salute fisica e spirituale).
- Non sto accorciando la vita di qualcuno addolorandolo, trattandolo male?
- Per quanto riguarda le ferite all’anima – commettiamo tale peccato al quale abbiamo
indotto un altro.
- La collera – se arriva fino ad un consapevole e volontario desiderio di uccidere il
prossimo, oppure di ferirlo gravemente – è peccato mortale.
- L’odio – è un peccato mortale, anche quando auguro il danno al prossimo.
- Non ho lasciato il malato senza cure?
- Non scandalizzo gli altri vestendomi indegnamente, con discorsi, con imprecazioni?
- Non minaccio il marito/la moglie con il divorzio?
- Non metto in pericolo la mia vita e la salute – con l’alcool, con le droghe, con il fumo,
con l’autolesionismo? (Chirurgia plastica, tatuaggio, piercing, solarium, ferite sul corpo, steroidi, ormoni).
I tatuaggi, i piercing – “Non vi fate tatuaggi sulla pelle! Io sono il Signore!” (Le. 19,28).
Appartiene alle pratiche pagane, danneggiare il proprio corpo. Il tatuaggio caratterizza l’atteggiamento di una persona che si arroga il diritto di fare ciò di cui ha voglia e non onora il suo Salvatore. E’ un simbolo di disprezzo verso la santità del corpo umano! Deturpiamo il nostro corpo, che Dio ha creato con grande amore e che Gesù Cristo ha redento con il Suo Sangue e ha santificato il corpo umano con la Sua Incarnazione.
“Non sapete voi che siete Tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Or, se uno distrugge il Tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché il Tempio di Dio, quali siete voi, è santo!” (1 Cor. 3,16 – 17).
L’operazione di chirurgia plastica – nella maggior parte dei casi sono una via d’uscita dal vuoto emotivo e dal desiderio di essere attraenti. Quando la vanità ed il vuoto motivano un soggetto a qualcosa del genere, può diventare un idolo di quella persona. Cambiare il corpo umano è qualcosa di innaturale. Esprimo un atteggiamento verso Dio – non sono soddisfatto di come mi ha creato! Mi faccio più saggio di Dio. Metto in dubbio l’opera delle Sue Mani! Non accetto la Volontà di Dio.
- Sono esattamente così come Dio mi voleva avere?
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- Con incuria – gola, diete, integratori sostanze dubbie, mancanza di movimento o al contrario, sovraccarico del corpo, trascurare l’igiene, esagerare nel lavoro, alimentazione insufficiente, abbigliamento insufficiente...
- Guida rischiosa di veicoli a motore - metto in pericolo anche la salute e le vite degli altri, guida sotto l’effetto di alcool, di droghe.
- Praticando sport rischiosi. Ho fatto qualcosa di pericoloso per mettermi in mostra? (Acrobazie, salti dall’alto, salto dal treno, salto a capofitto in un ruscello...).
- Non porto nel cuore sentimenti di odio, malizia, rabbia oppure vendetta? Non li sto alimentando in me?
- Ho realizzato la vendetta, glie l’ho fatta pagare? Ho pronunciato ad alta voce parole di odio?
- Ho perdonato il prossimo? Senza tener conto che si sia scusato con me o meno – devo perdonare il prossimo sempre e in ogni circostanza. Tieni a mente: “Senza misericordia nessuno ottiene la misericordia di Dio” (Gesù).
- Se qualcuno mi chiede perdono, si scusa – ho l’obbligo di accettare le scuse, a non nutrire dentro di me sentimenti negativi, a non tornare più su questa questione.
- Distruggevo all’altro la sua reputazione, l’onore e il buon nome sparlando e calunniando? Ho riparato questo danno? Ho ritrattato ciò che ho detto?
- Non provoco gli altri? Non partecipo alle violenze, alle crudeltà, al terrorismo (sostengo tali organizzazioni, contribuisco finanziariamente – all’acquisto di armi, alla promozione), non convinco gli altri a tali manifestazioni?
- Espressioni razziste – mi innalzavo al di sopra degli altri in termini di razza, attacchi razzisti, derisioni, disprezzavo le persone di un’altra razza (nazionalità, colore della pelle, genere – sminuire donne/uomini, femminismo), mi divertivo con battute e parole stupide, mi esprimevo in modo offensivo (“negro”...), avevo pregiudizi?
- Terrorismo, sequestro di persona, cattura di ostaggi, tortura – diffondono il terrore, esercitano una pressione inammissibile sulle vittime.
- Amputazioni, mutilazioni, sterilizzazioni direttamente volute (se non si tratta di un’indicazione medica per salvare la vita).
- Terrorizzavo qualcuno fisicamente o moralmente? Non minacciavo? Non ho aizzato un cane o un altro animale feroce, contro qualcuno? Non ho incitato gli altri ad attaccare?
- Ho ucciso un’altra persona? Indica le circostanze – aborto, per vendetta, per legittima
difesa, per difendere altri da un aggressore, nella passione (n.d.t omicidio passionale), per
odio, per paura, incidente d’auto, guerra...
- Ho rifiutato l’aiuto ad una persona, che era in pericolo?
- Chi difende la sua vita, non è colpevole di omicidio, sebbene sia costretto ad infliggere
un colpo mortale all’aggressore. Se però qualcuno, per difendere la propria vita, usa più
violenza di quanto sia necessario, è colpevole.
- Omicidio diretto e intenzionale – l’assassino, e anche coloro che collaborano
all’omicidio, commettono un peccato che grida vendetta al Cielo. Si commette un crimine particolarmente grave se si tratta dell’omicidio di un neonato, di un genitore, fratricidio, omicidio del figlio, della moglie (del marito).
- I commercianti, che con le loro pratiche usuraie e commerciali, causano la fame e la morte del prossimo, indirettamente, commettono un omicidio, di cui sono responsabili.
- In caso di guerra – non sempre è tutto permesso, l’obbedienza cieca non giustifica. E’
necessario rispettare i non combattenti, i feriti, i prigionieri.
- L’accumulo di armi, la corsa agli armamenti – non garantiscono la pace, non eliminano le
cause della guerra, ma minacciano il rischio che le aumentino ancora di più.
- Non ho ucciso gli animali con leggerezza oppure crudelmente, non li ho tormentati, non li ho torturati, trattati duramente ([n.d.t li prendevo] a calci, rinchiudevo in spazi non adatti, tormentavo con la fame, la sete)? Non distruggevo la natura, le piante? Non ho
causato le devastazioni delle ricchezze naturali?
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L’eutanasia.
Qualsivoglia siano le ragioni e qualunque siano i mezzi utilizzati – consiste nell’assassinio dei disabili fisici e mentali, dei malati o dei moribondi.
E’ moralmente inaccettabile.
- Anche il trascurare oppure l’agire, che di per sé o intenzionalmente provoca la morte, con lo scopo di porre fine al dolore – è omicidio.
- Un errore di giudizio, nel quale si può cadere con la buona intenzione, per le circostanze – non cambieranno mai la natura di questo crimine.
- Ho sostenuto l’eutanasia – con i discorsi, tacendo, approvando, con il sostegno dei partiti politici che hanno questo programma elettorale?
- Ho eseguito l’eutanasia oppure ho persuaso qualcuno a (n.d.t. compiere) questo atto?
Il suicidio.
Contraddice l’amore verso il Dio vivente. Noi siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne possiamo disporre liberamente.
- Allo stesso tempo, offende l’amore verso il prossimo – lascio la moglie, i figli a carico, i genitori, con questo ferisco gli altri, causo afflizione, difficoltà finanziarie, materiali ed esistenziali (lascio la moglie con i figli, lascio debiti...).
- Non ho tentato direttamente il suicidio? Ho considerato di farlo? Volevo in questo modo spaventare gli altri?
- Non ho condotto con la mia parola o un mio atto qualcuno alla disperazione per la sua vita? Costringevo qualcuno a suicidarsi? Vessavo qualcuno?
- La collaborazione deliberata al suicidio.
Se è commessa con l’intenzione di dare l’esempio, soprattutto ai giovani, acquista allo stesso tempo anche la gravità dello scandalo.
- Sto commettendo indirettamente il suicidio fumando, bevendo, drogandomi e danneggiando consapevolmente la mia salute? Metto in pericolo la salute degli altri? (Con il fumo...). Non ho indotto qualcuno a queste dipendenze? Offrivo droghe, sigarette...?
Il rispetto dei morti.
- Dedicare attenzioni e cure ai moribondi e ai malati gravi, aiutare con la preghiera, assicurare (n.d.t. loro di ricevere) i Sacramenti.
- In modo veritiero informare sullo stato di salute, secondo le possibilità aiutare il malato a prepararsi all’incontro con il Dio vivente (parlargli, spronarlo a compiere il bene, aiutarlo a riparare il male causato, le ingiustizie se sono a noi note – avvertirlo, se non ne è consapevole oppure se non le vuole ammetterle, sottolineare l’importanza di una buona santa Confessione e di una completa ammissione delle colpe – c’è il pericolo di una confessione sacrilega, chiamare il sacerdote).
- Trattare i corpi dei defunti con amore e rispetto nella fede e nella speranza della Resurrezione.
- La Chiesa consente la cremazione, purché non si tratti di una manifestazione dell’intenzione di mettere in dubbio la fede nella Resurrezione.
Ricerche ed esperimenti sugli esseri umani.
Nemmeno l’eventuale consenso dei singoli, che vi si sottopongono, può giustificare tali atti.
- Non è ammissibile causare una mutilazione, che rende una persona disabile oppure la morte di una creatura umana, anche se fosse eseguita con l’obiettivo di allontanare la morte ad altre persone.
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L’aborto.
L’aborto diretto – questo crimine contro la vita umana è perseguito dalla Chiesa con la pena canonica della scomunica (non per la mancanza di misericordia, ma per far prendere coscienza dell’abominio di questo crimine). L’assoluzione da esso può essere concessa solo dal Papa, dal Vescovo locale, oppure dai Sacerdoti, ai quali essi hanno dato la delega. (In caso di pericolo di morte, qualunque sacerdote).
- L’aborto e l’infanticidio sono crimini abominevoli. La cooperazione formale all’aborto (consapevole e volontaria, e non solo materiale) è peccato grave.
- L’interruzione di gravidanza - al bambino vivo strappa i pezzi di corpo, li avvelena, li brucia con sostanze corrosive, con la soluzione salina.
- Non ho preso parte all’aborto?
- Come medico – indica il numero approssimativo, quanti anni ho praticato questa attività.
- Ho assistito all’aborto – numero di volte, (n.d.t. come) infermiera, personale?
- Io stessa ho abortito?
- Ho aiutato a commettere tale peccato approvando, con il timido silenzio, raccomandando,
finanziando, ho costretto la moglie?
- Sono disposto ad aiutare una ragazza madre, il suo bambino, mostrare comprensione,
sollevarmi a loro difesa, se necessario?
- Diffamo e calunnio le ragazze madri? Derido i loro figli? Li chiamo in modo offensivo?
- Se sono il padre di un bambino nato da una ragazza madre – non rifiuto l’aiuto, le cure
dal momento in cui sono venuto a conoscenza del suo concepimento?
- Con leggerezza ho messo incinta una ragazza?
- Ho procreato un bambino con la consapevolezza di non avere intenzione di prendere in
moglie sua madre? (Non intendo sposare il padre del bambino?). Non stiamo pianificando il matrimonio, ancora non abbiamo deciso, si vedrà con il tempo, oggi è un'altra epoca...
Come genitore, sostengo mio figlio in questo? Lo ammonisco?
La contraccezione, l’atteggiamento anticoncezionale.
Sono una manifestazione di ribellione contro Dio e ai suoi progetti di chiamata all’esistenza di nuove persone. L’obiettivo è distruggere il dono di Dio della fertilità e, allo stesso tempo, rovino la mia salute.
Un atto coniugale nel quale si usano gli anticoncezionali, cessa di essere una manifestazione del totale dono di sé nell’amore, ma è una manifestazione di egoismo reciproco, un atto contro il disegno d’amore Divino, per questo appartiene ai peccati mortali. Non c’è amore dove la possibilità del concepimento è considerata una minaccia e non un dono. Con la contraccezione i coniugi manipolano e denigrano la sessualità e con essa la propria persona, così come pure la persona del proprio coniuge.
- Non credere alla menzogna che hai bisogno di anticoncezionali. E’ un tentativo violento di bloccare il dono della fertilità.
- Sfrutta l’illusione di una convivenza sessuale “sicura” (quindi, tale per cui è possibile evitare la responsabilità), con cui incoraggia la persona all’immoralità e all’adulterio, si oppone alla naturalezza dell’amore e la distrugge.
- L’utilizzo dei mezzi che impediscono la procreazione o che causano l’aborto subito dopo il concepimento.
- Tutti i mezzi che possono uccidere una creatura umana concepita – è peccato mortale.
I dispositivi abortivi – le pillole ormonali, le pillole “del giorno dopo”, la spirale intrauterina – i genitori diventano assassini dei propri figli.
Gli anticoncezionali = effetti abortivi, provocando un aborto io realizzo un omicidio, indipendentemente dall’età in cui viene ucciso il bambino!
Gli anticoncezionali ormonali – l’effetto contraccettivo consiste nell’eccessivo addensamento del muco dovuto agli ormoni, con il quale si deve impedire la fecondazione dell’ovulo.
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Nel caso di fecondazione dell’ovulo, al bambino concepito viene impedito di annidarsi nell’utero, creando volutamente, con l’aiuto degli ormoni, le condizioni sfavorevoli alla sua sopravvivenza. Con questo è impedito il suo ulteriore sviluppo, la conseguenza di ciò è la sua morte! Appena è stato chiamato alla vita, muore.
- E’ un aborto farmacologico, un mezzo abortivo di tipo “fai da te”.
- Il suo impiego conduce anche agli stessi problemi psichici dell’aborto.
La mentalità anticoncezionale è la disgrazia di molti matrimoni – non solo distrugge la fertilità, ma anche la salute della donna, è sempre, in ogni circostanza, peccato mortale, i coniugi cacciano Dio dalla loro vita e sprofondano nella schiavitù del peccato e delle forze del male.
- Solo Dio è il datore della vita e la fonte dell’amore.
Il dispositivo intrauterino, la spirale – se è avvenuta la fecondazione (il concepimento di un bambino), rende impossibile il suo annidamento nell’utero, perciò provoca la morte di una piccola persona.
L’impedimento del concepimento.
La sterilizzazione.
L’inseminazione artificiale – crimine di genocidio.
Il prezzo per la nascita di un bambino vivo è la morte di altri dieci bambini - dei suoi fratelli e delle sue sorelle. È immorale creare embrioni umani allo scopo di utilizzarli come "materiale biologico", del quale si può disporre liberamente.
- È indissolubilmente legata alla distruzione della vita umana nella sua fase prenatale, è profondamente anti-etico.
- Durante la procedura in vitro, viene effettuata più volte la selezione delle persone, nelle diverse tappe della loro vita, dell'embrione e del feto. Il resto dei bambini muore oppure è congelato – aspettano una morte lenta.
- I potenziali genitori - la convinzione (n.d.t. di essi) è che per raggiungere il loro obiettivo è possibile accettare l’uccisione dei propri figli ed esporli ai rischi di salute (circa il 75% dei bambini ottenuti in provetta sono disabili - ciò si manifesta durante la pubertà oppure più avanti con l’età, viene danneggiata anche la salute della madre).
- Appena il 4,2% degli embrioni (esseri umani) concepiti con metodi di riproduzione assistita, nasce vivo.
Genitore – ho persuaso mia figlia all’aborto? L'ho costretta, minacciata (di cacciarla di casa, con il rifiuto di assicurarle gli studi...), approvavo questa decisione (anche tacendo)?
- Ho persuaso mia figlia a prendere anticoncezionali, glie li ho fatti prescrivere?
- Ho consigliato a qualcuno l'inseminazione artificiale oppure approvavo questa decisione? - Ho istruito i figli riguardo al peccato di impedimento al concepimento - o al contrario, li
ho incoraggiati a commettere questi peccati (a prendere contraccettivi, altri dispositivi che impediscono il concepimento...), li ho sostenuti e persino mi vantavo di questo? (Velandolo con quanto sono responsabili i miei figli, che genitore responsabile sono io...).
- Approvavo nei miei figli la vita immorale, il sesso prematrimoniale? (Con il consenso, il sostegno, il silenzio). Da non sposati ho permesso loro la convivenza nella stessa casa? (Spesso, anche con i genitori, sotto lo stesso tetto). Ho cercato di sbarazzarmi della responsabilità per loro con delle scuse - sono già adulti, oggi è un’altra epoca, tanto stanno programmando di sposarsi più tardi, tanto sono fidanzati, taccio per paura, che i nostri rapporti si guastino - non verranno a trovarmi, io stesso li incoraggio a questo - tanto devono pur conoscersi bene prima del matrimonio, ho fornito loro una stanza - un appuntamento?
Madre - ho meditato di abortire? (Sono giovane, nubile, un altro figlio non voglio, non voglio una femmina/maschio, non voglio dei gemelli, non voglio un figlio malato, con il pretesto dei motivi di salute, non posso permettermi un bambino, sono stata violentata...).
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- Mi chiedevo se devo alla luce il bambino oppure no - mi arrogavo il diritto di decidere sulla vita o sulla morte del mio bambino - mi sono innalzata al di sopra di Dio, Creatore della vita (proclamavo che una donna ha il diritto di decidere se vuole un bambino oppure no...).
- Negavo che un bambino è una creatura umana a tutti gli effetti, fin dal momento del suo concepimento e ha il diritto alla vita? (Diffondevo queste eresie - entro una certa settimana è solo un mucchio di cellule).
- Durante la gravidanza mi sono sottoposta ad esami per scoprire se il bambino è a posto, sano - con l'intenzione che deciderò in base al risultato dell'esame, in base al sesso, alla raccomandazione del medico? (USG, 3DUSG, amniocentesi...).
- La diagnosi prenatale è moralmente ammissibile, se rispetta la vita e l'inviolabilità dell'embrione e del feto umani ed è finalizzata al suo individuale mantenimento in vita oppure alla sua guarigione. Tuttavia, è in grave contrasto con la legge morale se prevede, a seconda dei risultati, la possibilità di indurre l'aborto. La diagnosi non può equivalere ad una sentenza di morte.
- Ho fatto accertare il sesso del bambino (3DUSG, esami del sangue, test) - con l’intenzione che non voglio una femmina/un maschio?
- Rifiutavo di accettare il sesso del bambino, la volontà di Dio? (Scopro che aspetto un maschio/femmina, ma io desidero un altro genere, per questo sono rattristata, infelice, arrabbiata).
- Mi sono sottoposta all'inseminazione artificiale? Ho persuaso qualcuno a (n.d.t. compiere) questo atto? Ero d'accordo con questo? (Anche tacendo). Da me stesso/a ho eseguito questo atto? (Medico, vi ho assistito - personale sanitario).
- Impedivo al mio bambino di sopravvivere? (Dispositivo intrauterino, anticoncezionali).
- Ho trascurato la salute del mio bambino non (n.d.t. ancora) nato? Con un approccio irresponsabile (fumo, alcool, droghe, abbronzature, non mi risparmiavo se la mia
condizione lo richiedeva, praticavo sport...), azzardavo con la sua vita?
- Agivo deliberatamente in modo tale da provocare un aborto spontaneo? (Ho indotto
qualcuno a farlo, consigli delle donne, erbe, ho fatto da sola...).
- Amavo il mio bambino non (n.d.t. ancora) nato?
- Non ringrazio Dio per il dono del figlio e per il dono della maternità? (Paternità).
6. NON COMMETTERAI ADUTERIO!
Dio ha creato l’uomo come maschio e femmina, ha loro elargito pari dignità personale. Il comandamento riguarda tutta la sessualità umana. Il piacere sessuale è moralmente disordinato, se è ricercato fine a sé stesso (separatamente dagli obiettivi della procreazione e dell’unione, che sono proprie dell’amore coniugale).
La convivenza prematrimoniale o extraconiugale (fornicazione, adulterio), atti omosessuali, petting, contraccezione, sesso orale, pornografia, masturbazione – sono peccati mortali. Nell’essere umano distruggono il legame d’amore con Dio e anche con le altre persone e lo conducono ad uno stato di morte spirituale e di schiavitù delle forze del male. Distruggono l’amore, approfondiscono l’egoismo, rendono una persona dipendente dalle esperienze sessuali. “Attenti a non illudervi, né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti; né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapitori saranno eredi del Regno di Dio.” (1 Cor. 6, 9-10).
“Iddio, infatti, non ci ha chiamati all’immondezza, ma a vivere nella santità. Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma Iddio, il quale vi ha dato pure il suo Spirito Santo.” (1 Tess. 4,7 – 8).
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- Già solo quando guardi una donna (un uomo) con desiderio, stai già commettendo adulterio con lei (lui) nel tuo cuore.
- Tutto quello che è diretto al raggiungimento di esperienze sessuali, al di fuori del matrimonio, è peccato mortale. Nemmeno nel matrimonio è tutto permesso (bisogna mantenere la castità coniugale, evitare le perversioni – sesso orale, sesso anale, ecc...).
Educazione sessuale = incoraggiamento all’immoralità, alla contraccezione.
- Baci concupiscenti, tocchi.
- I fidanzati devono mantenere la castità nell’astinenza.
- Non pensavo in modo impuro? Non parlavo contro la purezza?
- Non ho guardato riviste, libri, siti internet, film impuri?
- Non ho cantato canzoni oscene, offensive, ambigue, volgari? (Rap, molte canzoni
popolari...). Ho ascoltato questa musica? Senza riguardo, costringevo, anche altri ad ascoltare. (Tenevo la radio ad alto volume, cantavo ad alta voce). Provocavo scandalo? Guastavo la morale dei giovani e dei bambini?
- Non ho commesso atti impuri con me stesso (autoerotismo), oppure con altri? Se sì, con chi è avvenuto? (Uomo, donna, nubile, sposata...).
- Non dichiaro l’amore sforzandomi per ottenere un flirt occasionale, un episodio?
- Non faccio dichiarazioni sconsiderate e sotto emozione?
- Non mi vesto in modo provocatorio e indignitosamente? Sono figlio di Dio, il mio corpo
è tempio dello Spirito Santo. In questo modo conduco me stesso e gli altri nel peccato dell’impurità, provoco scandalo, causo sofferenze ai miei cari - ai genitori, ai propri figli, al, marito, mostro mancanza di rispetto agli altri – (causo pensieri impuri, desideri, discorsi, il mio stesso desiderio di ammirazione, gonne corte, scollature, abiti scoprenti, cose trasparenti...). Do scandalo e guasto la morale dei giovani e dei bambini? (Mi vesto così anche in loro presenza, do loro cattivo esempio).
Accetto e diffondo una moda sbagliata, che non si dedica a come vestire le donne con gusto, ma a come spogliarle?
- Partecipo alla perdita della morale? Sono volgare? Vado in giro vestito/a in modo inappropriato, scoperta, ombelico scoperto, gonna corta, scollature, bikini, costume da bagno non appropriato?
Non ti vergognare di avvertire la gente, se si veste in modo inappropriato e mostra in pubblico ciò che non dovrebbe mostrare. Se si tratta di una persona vicina, un membro della famiglia - hai l’obbligo di avvertirlo.
- Ho visitato una spiaggia per nudisti? Mi abbronzo esponendo i seni, il sedere? Pubblicamente? In presenza di altre persone? Davanti ai bambini, ai giovani? Do scandalo?
- Ho contratto il matrimonio con leggerezza, per ripicca, per vendetta, sconsideratamente, per calcolo?
- Il mio matrimonio è un’unione d’amore? Non sto cercando di dominare sulla moglie (sul marito), non le (gli) sto togliendo il diritto alla dignità e alla libertà personale?
- Non ho mantenuto la parola data, anche (n.d.t. se fosse) per una cosa di poco conto?
- Non mi sforzavo di svegliare nell’altra persona sentimenti più profondi, sapendo che io
stesso non posso o non voglio nemmeno colmarli?
- Non ho cercato di suscitare desideri, che non avevo intenzione né possibilità di colmare?
- Nel cercare un rapporto stretto con un’altra persona, mi ponevo delle domande sul futuro
di questo legame? Mi sento responsabile per l’altra persona, per il suo futuro destino, la
situazione di vita?
- Sono consapevole di quanto sia importante una situazione familiare normale, per lo
sviluppo di un bambino?
- Ho abbandonato la moglie? (Il marito). Per quale motivo? A causa di un’altra donna
(uomo), sono stato infedele? (Adulterio).
- Ho perdonato l’infedeltà, ho riaccolto il mio coniuge, se ha chiesto perdono?
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- Sto commettendo adulterio? – vivo oppure ho rapporti intimi con una donna (un uomo) divorziata/o, con una donna sposata, un uomo sposato, convivenza fuori dal matrimonio? Ho un figlio da questo legame? Ho messo su una “nuova” famiglia?
- Scandalizzo moralmente i minorenni – con i discorsi, con le barzellette, con l’abbigliamento indecente, con i libri, con la persuasione, con l’esortazione? (Trovati un amoroso...).
- Non racconto barzellette a doppio senso? Mi diverto di esse quando altri le raccontano?
- Non derido la verginità, l’astinenza, il celibato?
Genitore – ho dato al figlio il consenso alla convivenza prematrimoniale? (Anche tacendo). Il consenso alla convivenza prematrimoniale è un consenso indiretto all’infedeltà coniugale, perché sostiene l’errata opinione che l’innamoramento (n.d.t. la) giustifichi. Tanto più a lungo una persona è stata sessualmente attiva prima del matrimonio, tanto più grande è la probabilità di divorzio.
L’atteggiamento – prima del matrimonio bisogna verificare se, sotto l’aspetto fisico, siamo compatibili l’uno con l’altra – è un segno di grande immaturità, esprime il primato dell’istinto sessuale sulla persona, dimostra che considero l’altra persona come un oggetto. Dio ha creato il corpo dell’uomo e della donna così perfettamente, che sono sempre “adatti” l’uno per l’altra.
Lo scandalo.
E’ una colpa grave. Divento il tentatore del prossimo. Conduco l’altro a commettere il male. Causo danno alla virtù e all’onore.
- Posso trascinare il prossimo nella morte spirituale.
- Con le mie azioni, consapevolmente e volontariamente conduco l’altro a peccare
gravemente.
- Acquista gravità, a seconda dell’autorità di coloro lo danno, o della debolezza di coloro
che lo subiscono.
- Può essere provocato – dalla moda, dal comportamento, dall’opinione pubblica, dalla
legge oppure dall’istituzione (leggi che portano al declino della moralità, alla dissoluzione della vita religiosa, capi di azienda – se emettono regolamenti che incitano alla truffa, gli insegnanti che “istigano” i loro alunni all’ira, coloro che manipolano l’opinione pubblica e le fanno voltare le spalle ai valori morali).
- Se uso il potere in modo da incitare a commettere il male – suscito scandalo e allo stesso tempo sono responsabile del male, che direttamente o indirettamente sostengo.
La lussuria – desiderio incontrollato del piacere sessuale, oppure disordinato godimento di esso. La fornicazione – l’unione carnale di un uomo celibe con una donna nubile, al di fuori del matrimonio è allo stesso tempo un grande scandalo, quando con questo corrompe la gioventù. Il diritto alla convivenza sessuale lo dà solo Gesù Cristo nel Sacramento del Matrimonio!
- Nella mia vita c’erano diverse donne (uomini) con le (i) quali ho avuto rapporti intimi?
La pornografia – colpa grave.
La prostituzione – sia la persona che si prostituisce che la persona che paga, pecca gravemente. Contamina il suo corpo, tempio dello Spirito Santo.
- La gravità – donne, uomini, bambini, adolescenti (nei bambini e nei giovani il peccato è raddoppiato con lo scandalo).
- La miseria, il ricatto, la pressione sociale - possono diminuire la responsabilità della colpa.
Lo stupro – è una colpa ancora più grave, se commessa da parenti stretti (incesto) oppure dagli educatori, ai quali i bambini sono affidati.
- Ero a conoscenza di questo? (Non ho dato aiuto alla vittima). Copro l’aggressore? Chiudo gli occhi di fronte a questo?
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L’omosessualità
Una perversione molto grave contro la legge naturale. Con lo stile di vita omosessuale rigetto Dio. Non proviene da una vera complementarietà sentimentale e sessuale. E’ una manifestazione visibile di una ferita invisibile, causata da una grande mancanza di amore.
Gay – è un’identità socio-politica. “Guardate chi sono, sono normale e naturale”. Se una persona ha accettato un’identità gay – significa che, ha sepolto la speranza e crede che, cambiare l’orientamento omosessuale in eterosessuale non sia possibile. Nulla è impossibile a Dio! L’omosessualità – è la descrizione delle preferenze sessuali, la reazione di una persona e la percezione di sé stesso, la sensazione che la persona non appartenga al suo genere. E’ uno stato psicologico. Dietro agli impulsi ed il comportamento omosessuale si nasconde sempre una sensazione di vuoto interiore. Non esiste un gene omosessuale (mito dell’origine congenita).
“Attenti a non illudervi, né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapitori saranno eredi del Regno di Dio.” (1 Cor. 6, 9-10).
L’uomo ha il corpo maschile, che è progettato da Dio, in modo tale da essere capace di fare sesso con la donna, quindi è eterosessuale. Ci sono solo eterosessuali, alcuni dei quali (1,2 – 2%) hanno problemi sessuali. I nostri corpi sono progettati così che siano in grado fare sesso con il genere opposto.
- Gli omosessuali sono chiamati alla purezza. Con la terapia ripartiva è possibile guarire le tendenze omosessuali. L’omosessuale deve pregare molto, vivere nella castità, ricevere i Sacramenti, l’Eucaristia, chiedere la guarigione e la liberazione.
- Dobbiamo distinguere la tolleranza dall’accettazione. Tollerare le persone non significa essere d’accordo con loro. L’omosessualità porta con sé molto male, è ripugnante a Dio, non possiamo accettarla, approvarla, sostenerla.
- Ho praticato atti omosessuali?
- Non ho votato partiti politici e politici, che lottano per i “diritti” gay?
- Approvo che mio figlio abbia il partner dello stesso sesso? Ho permesso loro la
convivenza? Taccio, se mio figlio agisce così?
La fertilità del matrimonio – la fertilità è un dono, è uno degli obiettivi del matrimonio.
Ogni atto coniugale deve restare in sé stesso aperto alla procreazione della vita umana – questo insegnamento si basa sull’indissolubilità dell’unione stabilita da Dio – che l’uomo non deve di propria volontà spezzare.
Il rapporto sessuale nel matrimonio è qualcosa di più della sola unione dei corpi – è l’unione fisica e, allo stesso tempo, spirituale di due persone complementari. Così si manifesta la ricchezza della persona umana che ha creato Dio.
- E’ cattivo e peccaminoso ogni atto che, nella previsione e nello svolgimento dell’atto coniugale, abbia come obiettivo l’impedimento della procreazione oppure si volesse usare come mezzo (n.d.t. atto) a tale scopo.
- Gravemente immorale – la donazione dello sperma oppure di un ovulo, l’utero in affitto, la riproduzione assistita, l’inseminazione – violano il diritto del bambino di nascere da un padre e da una madre, che (n.d.t. egli) conosce e che sono uniti nel matrimonio, separa l’atto sessuale dall’atto di procreazione, introduce il primato della tecnologia sull’origine e sul destino della persona umana.
- La sterilizzazione.
- Il figlio è un dono di Dio, non un debito, sul quale si può avere diritto.
Il divorzio.
- Un matrimonio concluso validamente non può essere sciolto con alcun potere umano e per nessun motivo, solo con la morte.
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- E’ una colpa grave.
- E’ un’ingiustizia verso la persona che abbiamo amato e anche un’ingiustizia verso i figli,
che sono frutto di questa unione.
- La separazione dei coniugi – può essere giustificata, ma il legame matrimoniale perdura
(il divorzio civile può essere tollerato, se è l’unico modo per garantire le cure ai figli o la
protezione della proprietà).
- Contrarre un nuovo legame – il coniuge che si sposa nuovamente, si trova in una
situazione di adulterio permanente e pubblico.
- Il coniuge che ha sinceramente cercato di essere fedele al Sacramento del Matrimonio ed
è ingiustamente abbandonato – è una …
Oremus pro
Testo completo per la revisione generale della propria vita:
Per confessione generale si intende una confessione sacramentale che prende in considerazione tutta la vita del penitente.
La confessione generale è necessaria quando si è di ritorno da una vita sacramentale disordinata.
“…leggi con attenzione e nota, punto per punto, dove hai mancato, cominciando da quando hai avuto l’uso di ragione …Altro
Testo completo per la revisione generale della propria vita:

Per confessione generale si intende una confessione sacramentale che prende in considerazione tutta la vita del penitente.

La confessione generale è necessaria quando si è di ritorno da una vita sacramentale disordinata.

“…leggi con attenzione e nota, punto per punto, dove hai mancato, cominciando da quando hai avuto l’uso di ragione fino a oggi. Se ti fidi poco della memoria, metti per iscritto quello che hai trovato. Una volta trovate e messe insieme le brutture peccaminose della tua coscienza, detestale e respingile con una contrizione e un dispiacere grande quanto il tuo cuore riesce a concepire, prendendo in considerazione questi quattro punti: per il peccato tu hai perso la grazia di Dio, hai perso il diritto al paradiso, hai accettato i tormenti eterni dell’inferno, hai rinunciato all’eterno amore di Dio..”

Filotea (Parte prima, capitolo VI)
veritas iustitia veritas iustitia
A questo link è scaricabile un breve schema per discernere tra peccato mortale e veniale e un elenco di peccati (2 paginette):
Confessione