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La Salette: il Segreto condannato.

don Jean-Michael Gleize FSSPX
La Tradizione Cattolica, Anno XXXIII – n° 1 (120) – 2022, pp. 20-23

Il 19 settembre 1846 la Santissima Vergine Maria appariva a Melania Calvat e a Massimino Giraud, piccoli pastori rispettivamente di 15 e 10 anni, a La Salette al di sopra del villaggio di Corps, nel dipartimento dell’Isère.

Ella affida ad entrambi un messaggio da far conoscere immediatamente a tutto il popolo, e a ciascuno di loro due un segreto, che essi potranno rendere pubblico più tardi. Melano potrà rendere pubblico il suo segreto a partire dal 1858.

Il messaggio indirizzato a tutto il popolo cristiano proferisce in dialetto locale, come castigo delle colpe contro la religione, delle minacce di calamità per l’agricoltura, molto adatte a smuovere delle popolazioni campagnole: le patate si guasteranno, le uve marciranno, le noci saranno ammuffite. I due segreti indirizzati in francese, uno a Melani e l’altro a Massimino, se ne differenziano nettamente …

Il fatto dell’apparizione è stato riconosciuto dal vescovo del luogo … che dichiara solennemente che i fedeli sono autorizzati a credere l’apparizione “vera e certa” … Fin dal 1852 la Sacra Congregazione dei Riti e la Sacra Congregazione delle Indulgenze avevano approvato la devozione, così come il culto liturgico alla Vergine di La Salette …

I due segreti segreti furono messi per iscritto il 5 luglio 1851 e consegnati al Papa Pio IX il 18 luglio seguente. A questo punto si impone una precisazione importante. Del Segreto affidato a Melania esistono parecchie altre versioni, distinte dalla redazione originale consegnata al Papa: una versione, inedita, datata 14 agosto 1853; diverse altre versioni pubblicate a cura di don Bliard, dal 1870 al 1873, l’ultima con l’imprimatur dell’arcivescovo di Napoli, Sisto Riario Sforza; infine una terza versione che Melania fece stampare ella stessa nel 1879, con l’imprimatur del vescovo di Lecce, Luigi Zola.

Questa ultima versione (non identificata con le precedenti) è comunemente come il Segreto di La Salette e nella quale compare l’inciso “Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo”. Questa versione è stata è stata ristampata tale e quale dall’editore cattolico della Società Sant’Agostino (future Edizioni Desclée) nel 1922, col titolo L’Apparizione della Santissima Vergine sulla santa montagna di La Salette il sabato 19 settembre 1846, con l’imprimatur del Padre Lepidi, maestro del Sacro Palazzo. La constatazione che si impone davanti a questa pluralità di redazioni ci sembra molto ben riassunta in una lettera che, nel giugno 1935, il Cardinale de Cabrières scrisse al suo Metropolitano, mons. Latty, arcivescovo di Avignone.

Quest’ultimo ha appreso che a Montpellier, città episcopale del Cardinale, un comandante maggiore d’artiglieria, Henry Grémillon – più conosciuto sotto lo pseudonimo di Dottor Marievé – ha appena stampato e diffuso due volumi, nei quali egli commenta il Segreto di La Salette. L’arcivescovo interroga il vescovo della diocesi suffraganea su argomento. Costui risponde.

“Non sembra che quello sia il Segreto consegnato a Sua Santità il Papa Pio IX nel 1858, per mezzo degli incaricati del Vescovo di Grenoble. Esso è stato, nella sua forma attuale, edito da Melania Calvat, ma a più riprese e per mezzo di frammenti consecutivi, e questo sembra essere piuttosto il risultato di una composizione personale, invece che la rivelazione esatta del testo primitivo consegnato a Pio IX. […] È certo che le prime redazioni del Segreto furono molto meno sviluppate rispetto alle ultime.

È dunque probabile che, sotto l’influsso dell’ambiente nel quale ella ha terminato la sua vita, Melania abbia amplificato la forma primitiva dello scritto che ella aveva fatto consegnare al Papa; certamente non abbiamo in questo caso una copia ufficiale del Segreto consegnato a Pio IX. Solo la Sacra Congregazione del Sant’Uffizio potrebbe, con il benestare del Sovrano Pontefice, ricercare l’originale e determinarne, col contenuto primitivo, la vera autorevolezza.

La natura di questo Segreto, così come lo leggiamo oggi, è molto strana: esso è disposto in maniera così confusa, contiene delle allusioni così singolari alla politica e sembra infine favorire, in un maniera precisa, gli errori dei vecchi Millenaristi, annunciando un rinnovamento che si compirebbe nel tempo e sulla terra, a differenza di ciò che insegna la vera religione sulla resurrezione finale alla fine del mondo e sulla felicità degli eletti, a tal punto che esitiamo necessariamente ad attribuirgli un’origine celeste”.

La Chiesa si è pronunciata sulla divulgazione del Segreto. Il 14 agosto 1880, l’anno seguente alla pubblicazione dell’ultima versione del Segreto, quella che è oggi comunemente accolta, il Cardinale Caterini, prefetto della Sacra Congregazione dell’Inquisizione, scrisse al vescovo di Troyes, mons. Cornet, che “questa pubblicazione non è piaciuta affatto alla Santa Sede, pertanto la sua volontà è quella che gli esemplari di detto opuscolo – ovunque essi siano stati messi in circolazione – siano ritirati dalle mani dei fedeli”.

Siccome il testo continuava a circolare ugualmente, la Sacra Congregazione del Sant’Uffizio promulgò il 21 dicembre 1915 il decreto Ad supernae, per mezzo del quale la Santa Sede “ordina a tutti i fedeli, a qualunque paese appartengano, di astenersi dal trattare e dal discutere sull’argomento di qui si tratta, con qualunque pretesto o in qualunque forma, come libri, opuscoli o articoli firmati o anonimi, o in qualunque altra maniera”.

I trasgressori saranno privati dei sacramenti, se essi sono dei semplici laici, o perfino sospesi, se essi sono sacerdoti. Il 7 febbraio 1916, il Cardinale Merry del Val precisava a nome del Sant’Uffizio che l’approvazione di La Salette non beneficiava di un riconoscimento romano e restava semplicemente approvata dall’autorità diocesana, competente in materia.

La riedizione del 1922, con l’imprimatur del Padre Lepidi, fu messa all’Indice (cioè “proscritta e condannata”) da un decreto del medesimo Sant’Uffizio del 9 maggio 1923. Un ultimo intervento del Sant’Uffizio, l’8 gennaio 1957, con una lettera del Cardinale Pizzardo al Padre Francesco Molinari, procuratore generale della Congregazione dei Missionari di La Salette, precisa che è proprio il testo del Segreto da Melania nel 1879, e ripubblicato nel 1922, che è oggetto di condanna.

Da tutto questo deriva che:
1) il testo del Segreto non è stato approvato dalla Chiesa come lo è stata l’apparizione del 1846;
2) il Sant’Uffizio ne ha vietata la diffusione sotto pena di pesanti sanzioni nel 1915;
3) ne è stato vietato anche il possesso e la lettura nel 1923;
4) il Sant’Uffizio ha precisato che intendeva condannarne il contenuto nel 1957.
Franco Toscano
Disse mons. Lefebvre il 4 ottobre 1987. "Non potremo collaborare! (...) Roma ha perso la Fede! Roma è nell'apostasia!" e anche; "La cattedra di Pietro e le posizioni di autorità a Roma sono occupate da anticristi... Questo è ciò che ci ha portato alla persecuzione di Roma anticristica, questa Roma modernista e liberale" (lettera del 29 agosto 1987, indirizzata ai quattro futuri vescovi).