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EzioB
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COLUI che PARLA dal FUOCO ♦ Suor Josèfa MENENDEZ ______________________________________________________________ per info e/o libri: Opera del S. Cuore. via Villa S.Tommaso 7- 10051 Avigliana•- tel. …Altro
COLUI che PARLA dal FUOCO ♦ Suor Josèfa MENENDEZ
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per info e/o libri: Opera del S. Cuore. via Villa S.Tommaso 7- 10051 Avigliana•- tel. 3806557863. Grazie di tutto
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COLUI CHE PARLA DAL FUOCO

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Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco. Dt. 4, 36

LETTERA DEL CARD. PACELLI ♦ pag.7
Aprile 1938
Reverenda Madre,
Non dubito affatto che il Sacro Cuore di Gesù non debba gradire la pubblicazione di queste pagine tutte piene del grande amore ispirato dalla sua grazia all'umilissima sua serva sorella Maria Josefa Menéndez; possano esse contribuire efficacemente a suscitare in molte anime una confidenza sempre più piena e più amorosa nell'infinita misericordia di quel Cuore divino verso i poveri peccatori, come tutti noi siamo. Questo il voto che formo benedicendo Lei e tutta la Società del Sacro Cuore.
E. Card. PACELLI
Testo della lettera con la quale l'allora Card. Pacelli si degnava dare l'approvazione e benedire la prima edizione dell'Invito all'Amore, approvazione che confermò per l'edizione completa quando divenne Pio XII.

«... La sorgente della pura contemplazione, principio intimo e propulsore d'ogni vita spirituale, deve essere mantenuta perfettamente libera o di nuovo purificata.
A fianco di Teresa di Lisieux e di Charles de Foucould si ergono oggi le grandi anime oranti di Antonietta de Geuser, Elisabetta della Trinità, Josefa Menéndez, Edith Stein...».
«... Penso che Josefa Menéndez insegni a pregare, ad offrirsi totalmente in uno slancio ardente di amore...».
HANS URS VON BALTHASAR


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SUOR JOSEFA MENENDEZ ♦ pag.11

Il 29 dicembre 1923 moriva santamente, a 33 anni, nella casa dei Feuillants a Poitiers, Josefa Menéndez, umile sorella coadiutrice della Società del Sacro Cuore, dopo solo quattro anni di vita religiosa trascorsi nel più oscuro nascondimento. Si sarebbe detto che il mondo dovesse ignorarla del tutto, e che non le sarebbe stato concesso se non il fuggevole ricordo delle consorelle; ma ecco che, dopo 40 anni dalla morte, il nome suo risuona nel mondo, e, dall'estremità dell'America, dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania, la si invoca con fervore e si ascolta con rispettoso raccoglimento il Messaggio che, per comando divino, ella doveva trasmettere agli uomini. Nel 1938, sotto il titolo «Invito all'Amore », l'Apostolato della Preghiera di Tolosa fece conoscere, nella parte sostanziale, il Messaggio del Cuore di Gesù, e l'allora Card. Pacelli, in una lettera di prefazione, si degnò raccomandare a tutti la lettura di quelle pagine. Dopo 5 anni venne chiesta, con insistenza, la biografia completa di Sorella Josefa. Si voleva conoscere, in tutti i particolari, una vita tanto umile e meravigliosa, svoltasi in una cerchia oscura e ristretta, che faceva ancor più risaltare la potenza dell'azione divina.
La seconda edizione, molto completa, sembra rispondere a tali desideri. Fu compilata sulle note stesse tracciate per obbedienza, giorno per giorno, da Sorella Josefa, note che, controllate dai testimoni della vita di lei - la Superiora e l'Assistente della Casa di Poitiers, e il Rev. Padre Boyer O. P., suo direttore, - offrono piena garanzia di veridicità. Senza dubbio, si aprirà il volume con curiosità, lo si scorrerà con commossa ammirazione e lo si chiuderà risoluti a diventar migliori e ad amare una buona volta quel Dio che manifesta per le sue creature un amore sconfinato.
Tutto in esso parla della prodigiosa provvidenza del Cuore divino per l'uomo. Già nella S. Scrittura, soprattutto nei Salmi, ci si presenta Iddio intento a vigilare sulle creature umane, quasi scrutasse ad una ad una le loro azioni ed i loro minimi gesti di adorazione. Inclinato, fin dall'inizio del mondo, con paterno amore, sui figli ribelli, parla loro con la voce dei prodigi e delle profezie, fino al giorno in cui incarnatosi Egli stesso nel seno di Maria Vergine, assume la nostra umanità e viene a dire agli uomini, con lingua umana, quant'è infinito l'amore del suo Cuore. Gesù Verbo incarnato, trasmise agli uomini nella sua integrità il Messaggio ricevuto dal Padre: «Omnia quaecumque audivi a Patre meo, nota feci vobis» (Io., XV, 15). Niente potrà essere aggiunto a ciò che disse Gesù e, alla morte di S. Giovanni, ultimo degli Apostoli, la rivelazione divina fu chiusa e sigillata.
Nel corso dei secoli non si potrà fare altro che commentarla, ma è un tesoro senza fondo, e gli uomini, generalmente così disattenti e superficiali in fatto di scienza religiosa, con difficoltà sanno penetrare tutta la profondità del Vangelo. Perciò, come altra volta nell'antica legge Dio inviava i profeti a ravvivare la fede e la speranza del popolo eletto, così Cristo, di tempo in tempo, nella legge nuova, suscita anime a cui affida la missione di spiegare agli uomini le sue autentiche parole, e di rivelarne la nascoste profondità.
Nell'alba di Pasqua il divino Trionfatore incaricò Maddalena di portare agli Apostoli l'annunzio della sua resurrezione, e, poi nel corso dei secoli, sarà spesso a povere ed umili donne che Gesù chiederà di trasmettere al mondo i suoi divini voleri. Basta citare Santa Giuliana de Montcornillon, ispirata da Dio a fare istituire nella Chiesa la festa del Corpus Domini ed a ravvivare il culto eucaristico; S. Margherita Maria che ebbe l'insigne missione di affermare nel mondo la devozione al Cuore di Gesù con ardore nuovo e con concetto di più alta portata; S. Teresa del Bambin Gesù che ricordò agli uomini, immemori, il merito ed il valore dell'infanzia spirituale. Così è stato per Sorella Josefa.
Le tre prime, con la canonizzazione hanno già ricevuto dalla Chiesa il riconoscimento ufficiale della loro missione; Sorella Josefa, che non ha ricevuto ancora questo onore, aspettando d'essere loro sorella nella gloria, è loro sorella nella grazia dei privilegi, essendosi Dio compiaciuto di confermare la testimonianza di lei. Egli, che tratta le sue creature col massimo rispetto «cum magna reverentia disponis nos» (Sap., 12, 18) si riserba il potere di contrassegnare i suoi inviati, affinché siano riconosciuti come portavoce della divina parola. Le sue vie non sono le nostre vie, né i suoi pensieri i nostri pensieri; e per mostrare più chiaramente che tutto viene da lui, soltanto da lui, sceglie deboli strumenti, umanamente disadatti ad opere grandi, ma fa trionfare la sua forza nella loro debolezza.
«Non ha cercato, dice San Paolo, per stabilire la Sua Chiesa, né i sapienti, né i grandi del mondo». Si sarebbe potuto attribuire la rapida diffusione del Cristianesimo alla loro alta intelligenza o al loro prestigio. Scelse invece degli ignoranti, dei poveri, appartenenti al popolo minuto, e ne formò dei vasi di elezione. Affinché poi la grandezza della missione non li affascinasse e li tentasse di orgoglio, li collocò continuamente in faccia al loro nulla, all'impotenza e alla debolezza del loro essere. I doni divini trovano sicura custodia solo nelle anime veramente umili.
Questa è la via della Provvidenza. Sul nulla Dio eleva la sua gloria. «Se avessi potuto trovare una più misera di te, disse a S. Margherita Maria, avrei scelto lei...». Sorella Josefa intenderà spesso le medesime parole: «Se avessi potuto incontrare una creatura più misera di te, avrei fissato su lei il mio sguardo d'amore, e per suo mezzo avrei manifestato i desideri del mio Cuore. Non avendola trovata, ho scelto te» (7 giugno 1923).
E di lì a poco aggiungerà: «Riguardo a te, ti ho scelta come un essere inutile, sprovvisto di tutto, affinché sia proprio Io, Colui che parla, che chiede, che agisce» (12 giugno 1923). Nulla pareva designare Josefa ad una simile missione. I ritardi che si erano frapposti all'attuazione della sua vocazione e che avrebbero potuto far dubitare, a prima vista, della sua forza di volontà, l'umile posto occupato nel suo Istituto, la condizione di semplice novizia, l'ombra in cui si trovava avvolta sia per il suo amore alla vita nascosta che per l'abituale difficoltà di esprimersi in francese, sembravano ostacoli insuperabili. Ed era, invece, proprio quello il contrassegno divino. L'umile, oscura novizia che, per l'eccessiva sensibilità era apparsa tanto fragile all'inizio della vita religiosa, divenne poi di una forza invincibile.
Nelle abbaglianti rivelazioni divine saprà rifugiarsi nel suo nulla e tanto più si abbasserà quanto più Gesù si accosterà a lei. Nonostante l'evidenza dell'azione di Dio, Josefa temerà sempre di essere ingannata e d'ingannare gli altri. Le sue Superiore non avranno figlia più sottomessa, più docile, più rispettosa dell'autorità, più desiderosa di controllo, più pronta a sacrificarsi. Nella sua pietà, nell'aspetto, nel modo di fare, niente di esagerato, tutto appariva semplice e spontaneo.
Il suo temperamento morale, perfettamente sano, aveva il senso della misura e dell'ordine. Il divino che agiva in lei e di cui sentiva, specialmente in certe ore, il peso e gli inesprimibili tormenti, non alterava affatto il suo interno equilibrio. Tutto ciò, unito all'eroica pazienza nel sopportare patimenti che oltrepassavano il limite delle sue forze, furono, per le sue Superiore, la migliore garanzia dell'azione di Dio. «Il segno lo darò in te». Sul principio, tanto la Superiora che il Direttore si mostrarono prudentemente riservati e diffidenti, ma infine dovettero arrendersi all'evidenza dei fatti, e credere alla Missione dell'umile Sorella.
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo