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Trascrizione atti di nascita, la Corte Ue dà ragione all’Italia: bocciati i ricorsi delle coppie gay 7 Lug 2023 20:14 - di Alessa

La Corte Ue dà ragione all’Italia sulla trascrizione degli atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali.

Lo comunica una circolare del Ministero dell’Interno inviata ai prefetti.

La chiave di lettura, che scandalizzerà i sindaci disobbedienti, è chiara: la condizione necessaria alla trascrizione all’anagrafe è il riconoscimento di un rapporto di genitorialità tra il minore e il genitore non biologico. Spetta al singolo Stato nazionale scegliere le modalità. Tra le quali l’adozione.

Lgbt, la Corte Ue dà ragione all’Italia

“Con decisioni pubblicate il 22 giugno scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibili alcuni ricorsi proposti contro l’Italia” – si legge nella circolare del Viminale. Relativi ”sia al rifiuto di trascrizione di atti di nascita formati all’estero con il ricorso alla pratica della gestazione per altri. Sia al rifiuto della indicazione della madre d’intenzione del minore nato in Italia a seguito del ricorso, all’estero, alla tecnica della procreazione medicalmente assistita”.

Il rapporto tra minore e genitore non biologico

La Corte di Strasburgo, secondo quanto si legge nella circolare del ministero dell’Interno, ”ribadendo gli orientamenti già enunciati in precedenti pronunce, pur confermando la necessità del riconoscimento del rapporto tra il minore e il genitore d’intenzione, ha ribadito che rientra nell’ambito della discrezionalità di ciascuno Stato la scelta dei mezzi con cui pervenire a tale risultato. Tra i quali si annovera il ricorso all’adozione del minore”.

L’Italia non viola la Convenzione dei diritti dell’uomo

”In particolare – sottolinea il Viminale – la Corte europea ha rilevato che, con riferimento alla volontà di vedere riconosciuto un legame tra il bambino e il genitore d’intenzione, l’Italia non viola gli obblighi discendenti dalla Convenzione dei diritti dell’uomo. In quanto l’ordinamento italiano riconosce la possibilità di far ricorso all’adozione in casi particolari”.

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