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Giovanni Paolo II: calore inspiegabile

"Giovanni Paolo II (+2005) emanava dal suo corpo un calore-energia inspiegabile dal punto di vista medico." Questo ha detto il virologo Giulio Tarro, 81, a LaFedeQuotidiana.it (27 aprile).

Ecco cosa spiega Tarro: "Mi ha stretto la mia mano tra le sue e ho provato quello che si chiama, in gergo medico, prana articolare, in grado di cancellare il dolore fisico".

“Prana” è la parola in sanscrito che significa "respiro", "forza vitale" o "principio vitale". Secondo la filosofia indù, permea la realtà a ogni livello.

Tarro avrebbe salvato Giovanni Paolo II dopo il tentato assassinio del 1981, quando il Papa ha perso quasi tre litri di sangue e ha ricevuto trasfusioni di sangue che gli hanno causato infezione.

“Mi chiamò un sacerdote polacco, il suo segretario, ed arrivai in fretta a Roma e mi accorsi che stava molto male. Non ci pensai su e decisi di curare l’infezione, di natura virale, con l’interferone,” racconta Tarro .

Sia epatite B che epatite C si curano con l'interferone.

Foto: © Mazur, CC BY-NC-SA, #newsWdqirxzzsl

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GIOVANNI PAOLO II
DONO E MISTERO
Nel 50° del mio sacerdozio

LIBRERIA EDITRICE VATICANA
Quel 1° settembre 1939 non si cancellerà mai più dalla mia memoria: era il primo venerdì del mese. Mi ero recato al Wawel per confessarmi. La cattedrale era vuota. Fu, forse, l'ultima volta in cui potei liberamente entrare nel tempio. Esso fu poi chiuso e il castello reale del Wawel diventò la sede del governatore …Altro
GIOVANNI PAOLO II
DONO E MISTERO
Nel 50° del mio sacerdozio


LIBRERIA EDITRICE VATICANA

Quel 1° settembre 1939 non si cancellerà mai più dalla mia memoria: era il primo venerdì del mese. Mi ero recato al Wawel per confessarmi. La cattedrale era vuota. Fu, forse, l'ultima volta in cui potei liberamente entrare nel tempio. Esso fu poi chiuso e il castello reale del Wawel diventò la sede del governatore generale Hans Frank. Padre Figlewicz era l'unico sacerdote che poteva celebrare la Santa Messa, due volte alla settimana, nella cattedrale chiusa e sotto la vigilanza di poliziotti tedeschi. In quei tempi difficili diventò ancora più chiaro che cosa significassero per lui la cattedrale, le tombe reali, l'altare di San Stanislao Vescovo e Martire. Fino alla morte P. Figlewicz rimase fedele custode di quel particolare santuario della Chiesa e della Nazione, inculcandomi un grande amore per il tempio del Wawel, che un giorno doveva diventare la mia cattedrale vescovile.

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