CAPO II. Recuperata la sanità, non badai più che a divertirmi e a godermi la mia libertà, senza troppo curarmi di adempiere la mia promessa. Ma, o mio DIO! Non pensavo allora ciò che voi mi avete …Altro
CAPO II.
Recuperata la sanità, non badai più che a divertirmi e a godermi la mia libertà, senza troppo curarmi di adempiere la mia promessa. Ma, o mio DIO! Non pensavo allora ciò che voi mi avete fatto conoscere e sperimentare più tardi, cioè che, avendomi il vostro sacro cuore generata sul Calvario con tanto dolore, la vita da voi datami non poteva sostentarsi che con l'alimento della Croce, la quale sarebbe diventata la vivanda mia prelibata. Ed ecco come.
Non appena cominciai a sentirmi nelle membra rifluire il vigore, mi lasciai andare alla vanità e all' affezione delle creature, ben contenta che la tenerezza di mia madre e dei fratelli per me mi mettessero in grado di prendermi i miei piccoli divertimenti, dandomi bel tempo quanto mi dilettasse. Ma voi, o mio DIO, ben mi deste a vedere che io avevo fatto assai male i miei conti, regolandoli a norma dell'inclinazione mia naturale, che mi portava al piacere, anziché secondo i vostri disegni, che erano ben lontani dai miei.
Mia madre …Altro
Gli Eletti del Signore condivide questo
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Bisogna amarlo con tutte le nostre forze e facoltà, costi quel che costi e dobbiamo essere contenti quando ci giudica degni di soffrire per amor suo...
Voler amare Dio senza soffrire è un inganno.
D'altro canto non riesco a capire come si possa soffrire quando si ama veramente il Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo dal momento che Egli muta in dolcezze e tutte le più disgustose amarezze e fa …Altro
Bisogna amarlo con tutte le nostre forze e facoltà, costi quel che costi e dobbiamo essere contenti quando ci giudica degni di soffrire per amor suo...

Voler amare Dio senza soffrire è un inganno.
D'altro canto non riesco a capire come si possa soffrire quando si ama veramente il Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo dal momento che Egli muta in dolcezze e tutte le più disgustose amarezze e fa gustare le sue delizie in mezzo alle più grandi pene e umiliazioni.
Ma se il desiderio d'amare con tutto l'ardore il S. Cuore può produrre tali effetti, quali piaceri farà gustare a quei cuori che già lo amano coi fatti?

La pena più grossa per loro è quella di non soffrire o piuttosto di non amarlo abbastanza.

In verità, io credo che tutto si cambia in amore e un'anima, una volta accesa da questo fuoco sacro, non ha altro esercizio o altra occupazione che di amare soffrendo.
Amiamo dunque il nostro Sovrano Maestro pendente dalla croce, perché Lui gode quando trova un cuore che ama e soffre in silenzio".

- S. Margherita Maria Alacoque