Servo di Dio Tomas Tyn e Fatima: vittima immolata per la fine del Comunismo

Il padre Tomáš Týn è stato un testimone diretto degli orrori provocati dall’ideologia atea ed omicida del Comunismo, essendo figlio dell'allora Cecoslovacchia, stato dell’URSS. Notevole è stata la sua lucidità con la quale denunciò anche il cosiddetto ‘comunismo buono o devoto’. C’era al sul tempo, infatti, chi voleva fare ecumenismo anche con i comunisti (sic!) e molti fedeli si trovavano in uno stato di confusione pensando che realmente poteva esserci una forma di comunismo buono, si potrebbe dire ‘devoto’.
Il servo di Dio insorse sempre con forza contro questa ennesima menzogna: in una
sua omelia sul messaggio di Fatima tenuta il 7 Novembre 1987 affermava con limpida
chiarezza:

“Il comunismo è ateo essenzialmente, non lo è per accidens. Ci sono alcuni che dicono:
‘il comunismo ateo’ e pensano che ce ne è uno che è ateo ed un altro che ateo non è (…). Il Comunismo è essenzialmente, intrinsecamente perverso. Sua santità Pio XI con quanta paterna sollecitudine si raccomanda ai suoi vescovi: ‘Venerabili fratelli dell’episcopato, procurate che i fedeli non si lascino ingannare, sappiano vedere che il Comunismo è intrinsecamente perverso’, vale a dire essenzialmente non accidentalmente (…). Ecco, cari fratelli, bisogna respingere non solo il Comunismo esplicito ma anche quello in qualche modo implicito” (1).

Ma il motivo principale per cui vorrei parlare di lui è il legame che intercorre tra la sua persona, Fatima, la Consacrazione mariana ed il comunismo. Innanzitutto si sa che la devozione di questo servo di Dio per la Vergine Immacolata era esemplare e, di conseguenza, si concretizzò nella sua forma più alta e verace, la Consacrazione a Lei, predicata e soprattutto vissuta:

“La consacrazione di padre Tomàš a Maria ha come punto di riferimento il modello montfortano, come è testimoniato dalle omelie e dagli insegnamenti che ci sono pervenuti. Padre Tomàš approfondisce il suo personale, filiale rapporto con la Vergine Santissima, meditando e predicando con particolare fervore le meraviglie del cuore Immacolato di Maria, poiché solo questo è il nostro sicuro rifugio in questi tristissimi tempi, come la stessa Santissima Madre ha rivelato a Fatima” (2).

La cosa più straordinaria che veniamo a conoscere dalla testimonianza di un suo confratello dopo la morte del padre Tomàš, è l’offerta che il servo di Dio fece di sé stesso alla Vergine Maria come vittima per la fine del comunismo nel suo paese (3).

Ecco, così, un esempio straordinario di sofferenza vicaria, vissuta fino all’atto supremo di immolazione per il bene dei fratelli ad immagine della Vittima Divina, il Nostro Amatissimo Salvatore. Infatti, il padre Tomàš si ammalò di tumore maligno che, a partire dai primi sintomi che si manifestarono già alla fine dell’estate del 1989, lo portò alla morte la mattina del 1 Gennaio 1990, tra spasimi e dolori indicibili:

“La sera precedente il primate di Praga presiedeva in cattedrale la Celebrazione Eucaristica con un Te Deum solenne di ringraziamento per la rinata libertà di praticare pubblicamente la fede. Il giorno stesso della morte del servo di Dio, nel pomeriggio, una Santa Messa poteva essere trasmessa per la prima volta in televisione nella libera repubblica Cecoslovacca” (4).

Si può ben dire che, nel padre Tomàš, troviamo realizzata in concreto l’efficacia del rimedio dato dalla Madonna a Fatima, quello della Consacrazione al suo Cuore Immacolato
.

Il sacerdote domenicano ha anche palesato, plasticamente, fin dove può portare la Consacrazione pienamente vissuta, a quali spaziosi orizzonti di carità può condurre un’anima che la vive sinceramente. L’immediatezza, poi, degli effetti della sua offerta (il giorno stesso della sua morte!) indicano la potenza di Maria che chiede però da tutti noi una generosa collaborazione. Sull’esempio di questo testimone del secolo scorso, alla dolce Regina affidiamo e consacriamo anche le nostre vite facendo nostre le disposizioni d’animo del servo di Dio che pregava la Vergine ogni giorno con questa splendida preghiera:

“O Maria, Signora e Madre mia, io mi dono tutto a voi e in fede della mia devozione vi offro per questo giorno e per sempre gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, tutto me stesso. In questo giorno e sempre io voglio essere vostro, o buona Madre, voi guardatemi, voi difendetemi come cosa e possessione vostra”.
Amen!

Note
1) R. Schinco (a cura di), la Beata sempre Vergine Madre di Dio: omelie mariane del servo di Dio Tomàš Tyn, Casa Bianca editore, Bologna 2009, pp.148-149.
2) Ivi, pp. 34-35.
3) Cf. ivi p. 31. Lo stesso confratello ci fa sapere che questo atto di offerta il padre Tomàš lo emise al momento della sua ordinazione sacerdotale. Non è straordinaria questa coincidenza temporale, considerando come l’identità e la missione del sacerdote stiano proprio nell’identificazione a Cristo vittima per l’espiazione dei peccati del mondo?
4) Ivi, 36-37.