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zagormau
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Non si sbaglia mai quando si ama molto nel Signore. L'APOSTOLICITÀ Figlia mia, ti voglio parlare della vocazione religiosa, di quel dono cioè tanto prezioso che è riservato a pochi e che il mondo …Altro
Non si sbaglia mai quando si ama molto nel Signore.

L'APOSTOLICITÀ

Figlia mia, ti voglio parlare della vocazione religiosa, di quel dono cioè tanto prezioso che è riservato a pochi e che il mondo disprezza, particolarmente in questo periodo.
La mia Chiesa, che volli fosse la roccaforte che, resistendo alle bufere di tutti i tempi, giganteggiasse nel mondo, è poggiata sulla vocazione religiosa.
È stata la mia prima chiamata a lasciare la famiglia, il lavoro e il mondo per dedicarsi unicamente agli interessi di Dio, la vocazione che iniziò la Chiesa. Gli apostoli hanno aperto la strada che fu seguita ininterrottamente nei secoli da migliaia di uomini loro successori.
Come chiamai gli apostoli, così ho chiamato e chiamo i loro successori e quanti sono destinati ad aiutarli nell'esercizio del ministero, cioè nella predicazione della verità, nell'amministrazione dei Sacramenti e dei vari riti, nella celebrazione della Santa Messa e nel conforto dei tribolati, dei poveri e di tutto il popolo di Dio.
Tutti hanno bisogno dell'uomo di Dio, del mio apostolo, di colui che parla nel nome del Signore insegnando la mia dottrina. È un grande dono di Dio quello della vocazione, duplice dono: per la persona che lo riceve e per il popolo che deve godere del suo aiuto.
È una grande responsabilità però la vocazione che impegna a corrispondere con una vita di perfezione. Il Signore pone sul cammino di chi è chiamato una serie innumerevole di grazie, a cui deve corrispondere per raggiungere quel grado di perfezione che si confà ad un eletto di Dio.
Non corrispondere significa fare fallimento nello svolgere la propria missione e anche mettere a repentaglio la propria salvezza. La vocazione è un segno di amicizia e di predilezione che Dio dà a una creatura che vuole rivestire di un'autorità divina e rendere partecipe delle sue tenerezze.
Abbracciare una vocazione con gioia, conservarla con diligenza, corrispondendo con l'aiuto della grazia, vuol dire raggiungere le più alte vette della perfezione cristiana.
La vocazione è una chiamata che non costringe l'individuo all'obbedienza. È un invito amoroso a una rinuncia completa al mondo delle cose e delle persone per poter con l'aiuto di Dio conquistare tutto il mondo a Lui, per la sua gloria. È un invito a cui si deve e si può liberamente obbedire.
Tu mi domanderai: «Chi si rifiuta di seguire la vocazione, si salva?».
Ti rispondo: «Non corrispondere alla divina chiamata è una delle indelicatezze che più fanno soffrire il mio Cuore. È come se un figlio che tu ami con amore di preferenza si rifiutasse di starti vicino, rifiutasse le tue carezze e i tuoi doni».
Tu mi puoi capire: quel figlio tu continueresti ad amarlo: però ti troveresti nell'impossibilità di dimostrargli il tuo amore e la tua tenerezza. Così è per il Signore.
Dio non abbandona nessuno, ma se una persona non apprezza, non capisce o non vuol capire il desiderio di Dio a suo riguardo, non potrà ricevere l'abbondanza dei suoi doni che Egli le aveva riservato e non potrà raggiungere quella perfezione a cui era predestinata.
Mia madre aprì la schiera di tutte quelle vergini che, rinunciando al matrimonio a cui la donna si sente naturalmente portata, hanno scelto di seguirmi quale Sposo dolcissimo delle loro anime.
Dare al mondo Gesù è il loro compito, esercitando una maternità spirituale verso tutte le creature che della mamma sentono la necessità. Ecco che cosa desidero dalle mie spose: che coltivino nel loro cuore quella tenerezza materna verso ogni creatura che passa loro accanto.
Quanti malati sarebbero meglio assistiti e resi più docili e capaci di soffrire! Basta una parola o un sorriso, alle volte, per rendere più contenti i loro cuori.
Come sarebbero più efficaci le lezioni nelle scuole se queste fossero impartite con bontà materna! Come sentirebbero i bambini la presenza dei loro angeli rappresentati dalle suore che li assistono!
Come sarebbe più attratta la gioventù e invogliata a seguirmi se potessero vedere le caratteristiche del cuore materno in quelle religiose che si sforzano di attirarla! Come sarebbero belli i conventi, oasi di pace e di carità, degni d'ammirazione agli Angeli e agli uomini.
Purtroppo la durezza rende poco amabili queste creature, che dovrebbero rispecchiare la tenerezza di mia Madre! Vorrei dire a queste mie spose: «Amatevi, amate tutti». Non si sbaglia mai quando si ama molto nel Signore.
Voi siete fatte di anima e di corpo. L'amore perciò non può rimanere di dentro: si deve manifestare con tante delicatezze e cortesie, che sono il profumo della bontà e dell'amore.

PENSIERI E RIFLESSIONI CON GESÙ - Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia