Pio II e il Conte Dracula.

Pio II convoca il concilio di Mantova (Pinturicchio, 1505-1507, Libreria Piccolomini, Siena).

Nel 1459 Pio II convocò presso la città dei Gonzaga i principi cristiani con lo scopo di bandire e porre in atto la Crociata per la liberazione di Costantinopoli presa dagli Ottomani il 29 maggio 1453 (vedi qui). Non si presentò quasi nessuno.

Il nome Dracula evoca in molti la figura leggendaria del Conte della Transilvania, famelico vampiro protagonista di tanti testi letterari e cinematografici. Uno stereotipo di personaggio dotato di poteri sovrannaturali, avido succhiatore di sangue, signore delle tenebre, timoroso solo della croce e… dell’aglio.

Tra i romanzi più famosi ispirati alla leggenda e allo stesso tempo ispiratori di altri lavori di fantasia ricordiamo il “Dracula” di Bram Stoker, scritto nel 1897, a cui fanno riferimento almeno un centinaio di film; tra i più famosi, quello di Francis Ford Coppola con Gary Oldman, Anthony Hopkins e Winona Ryder (Dracula – 1992) e quello di Neil Jordan con Tom Cruise e Brad Pitt (Intervista col Vampiro – 1994).

Ma forse non tutti sanno che il Conte “Dracula” è esistito veramente con il nome nobiliare di Vlad III; naque a Sighisoara nel 1431 e morì in battaglia nel 1476. Un guerriero colto e implacabile che compì, insieme alla sua dinastia, efferati delitti e stragi indicibili. Il nome Dracula deriva dal titolo Dracul che il padre Vald II si attribuì per la sua appartenenza all’ordine del Drago (draco in latino), ordine cavalleresco nato per difendere la cristianità dalle eresie.
Ritratto di Vlad III, 1560 ca., copia di un originale realizzato durante la sua vita (Innsbruck, Castello di Ambras)

E forse altrettanti non sanno che Papa Pio II ha avuto per lui, nei suoi Commentarii, motti di orrore e meraviglia, con un pizzico di inconscia ammirazione, forse per la sua implacabile lotta contro gli eserciti ottomani. Sappiamo che Pio II aveva molto a cuore le sorti dell’Europa che stava per essere invasa dai Turchi; il papa pientino vedeva nel principe rumeno uno strenuo difensore della cristianità in quanto era uno dei pochi regnanti europei che lottava con tutte le proprie risorse contro le invasioni ottomane.

I tremendi metodi adottati per “dissuadere” i nemici e per tenerli lontani dalle sue terre valsero a Vald III l’appellativo di “impalatore” (tepes); faceva infilzare gli avversari catturati vivi, con lunghe pertiche piantate per terra, lasciandoli poi agonizzare alla vista dei compagni d’arme. La tecnica fu adottata anche nei confronti degli oppositori interni, dei popoli conquistati e di quanti provavano a contraddire la sua volontà.
Pio II, già infermo, giunge ad Ancona per dare inizio alla crociata (Pinturicchio, 1505-1507, Libreria Piccolomini, Siena). Nel 1463 il Papa prese la decisione di porsi egli stesso, come Capo dell’Ordine Cristiano, alla guida dei Crociati. Partì qui per Ancona dove giunse nel giugno 1464 e dove anche morì il 14 agosto dello stesso anno, assistendo al fallimento del progetto (vedi qui).

Pio II cita più volte il Conte Vlad III nei suoi commentari, descrivendone le vicende tragiche e le imprese leggendarie. Forse si sono anche incontrati, a Firenze. Di fatto, entrambi si prefiggevano lo stesso fine, sconfiggere Maometto II, anche a costo di trovare con un’accordo con lui. Pio II valutò in più riprese la possibilità di usare la potenza distruttiva di Dracula per piegare gli ottomani ed era affascinato dal lato poliglotta, colto e intraprendente del conte valacco, a suo modo un umanista poliedrico e profondo conoscitore della natura umana.

Ma la distanza morale tra i due era abissale e Papa Piccolomini preferì accordarsi con Matteo Corvino d’Ungheria per controllare l’esplosiva situazione danubiana. A noi restano le pagine dei Commentarii, testimonianza diretta delle vicende storiche di un personaggio che fa ancora parlare di sé.
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