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Testimonianza di una devota di Maria: "L'Italia deve essere consacrata, non affidata al Cuore Immacolato" AFFIDAMENTO ALLA MADONNA O CONSACRAZIONE? In Teologia il linguaggio è un problema da non …Altro
Testimonianza di una devota di Maria: "L'Italia deve essere consacrata, non affidata al Cuore Immacolato"

AFFIDAMENTO ALLA MADONNA O CONSACRAZIONE?

In Teologia il linguaggio è un problema da non sottovalutare mai, anche parlando della Madonna è necessario vigilare perché le parole non tradiscano volutamente o inconsapevolmente i valori che esse esprimono.

Si continua a discutere per esempio se sia giusto parlare di affidamento o di consacrazione verso la Beata Vergine Maria. Iniziamo rifacendoci al celebre episodio narrato da Giovanni, dove Gesù dall’alto della croce dona Maria come madre del discepolo amato(Gv 19,25-27). Quasi tutti gli esegeti considerano questo episodio una “scena di rivelazione” secondo la formula di Michel De Goedt, per cui l’interpretazione del testamento filiale di Gesù verso sua madre non costituisce l’obiettivo principale della scena. Non è infatti un episodio rientrante nella sfera privata e familiare, in questo caso sarebbe, secondo la pittoresca espressione di R. Brown, “un pesce fuor d’acqua in mezzo agli episodi spiccatamente simbolici che lo circondano nel racconto della crocifissione”. Questa scena ha un carattere storico-salvifico, dice infatti ancora Michel De Goedt: ”In questa formula, chi parla rivela il mistero della speciale missione salvifica che l’interlocutore intraprenderà; quindi, la condizione di figlio e quella di madre, proclamate dalla croce, hanno valore per il piano di Dio e sono in relazione con quello che si sta compiendo con l’innalzamento di Gesù sulla croce”. C’è dunque una identità di Maria nell’essere Madre, e quella di Giovanni nell’essere figlio, l’episodio completa l’opera del Padre su Gesù redentore del mondo. La persona di Cristo rimane centro della nostra fede: ”Io sono la porta” (Gv.10,9). Tuttavia per accogliere Cristo con assenso pieno, dovremmo accogliere anche tutti i doni compresa Maria.

L’atto di consacrazione a Maria non è recente, ma risale almeno all’VIII secolo con Giovanni Damasceno (749), al quale dobbiamo la prima formula di consacrazione a Maria, espressa con il verbo anatithemi che significa dedico, consacro, offro nel culto.

“Anche noi oggi ti restiamo vicini, o Sovrana,…legando le nostre anime alla tua speranza, come a un’ancora saldissima e del tutto infrangibile, consacrandoti mente, anima, corpo e tutto il nostro essere e onorandoti, per quanto è a noi possibile, con salmi, inni e cantici spirituali”

Il termine consacrazione ritorna in autori carmelitani del Seicento, per esempio in Leon de Saint Jean, il quale ritiene che “il più completo olocausto che un’anima devota possa fare è di consacrarsi a Dio, a Gesù, a Maria e a tutta la loro benedetta famiglia”. La consacrazione raggiunge la sua perfetta espressione in San Luigi Maria di Montfort (716). Uno dei suoi meriti originali, rilevato da R. Laurentin, consiste nell’aver superato il linguaggio mariocentrico corrente, a favore di una “riconversione teocentrica”. Il ricentramento cristologico della devozione mariana raggiunge nuovo impulso nella parte centrale e più originale del “Trattato della vera devozione a Maria”, dallo stesso Montfort intitolata La perfetta consacrazione a Gesù Cristo, che si indentifica con “una perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo battesimo”, perfetta perché fatta con conoscenza e causa e ricorrendo a Maria la creatura “più conforme a Gesù Cristo”.

Le apparizioni di Fatima rilanciano la ”consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”. Essa viene accettata pacificamente dal popolo, dal magistero e dai teologi, i quali pensano che la consacrazione, come dono totale di sé, è un concetto analogico, che si attribuisce a Dio in senso proprio e rigoroso, ma, data l’opera materna di Maria nell’ordine della grazia, è possibile, in un senso secondario, analogico, ma non metaforico, attribuire anche a Lei con un atto di consacrazione.

Questa interpretazione è condivisa da molti mariologici del XX secolo anche con alcune opportune puntualizzazioni: quella a Maria non può essere intesa come consacrazione “parallela o competitiva con quella fatta a Dio, perché derivante a essa e finalizzata ad essa”, né può essere considerata “identica a quella dovuta a Dio in quanto riconosce il livello creaturale di Maria”, ma neppure può essere classificata come solo ”funzionale”, che ridurrebbe Maria a un semplice mezzo o strumento nel piano della salvezza.

Nel 1963 un teologo della Università gregoriana, Juan Alfaro, respingendo questa interpretazione analogica è d’accordo invece per un linguaggio che distingua rigorosamente la consacrazione a Cristo da quella a Maria, egli dice: ”Una consacrazione propriamente detta non si fa se non a una persona divina perché la consacrazione è un atto di latria, dovuto solo a Dio…consacrazione, propriamente detta, è quella che si fa a Cristo perché Cristo è Persona divina. In senso largo e piuttosto improprio (ma possibile, perché tante volte s’impiegano le parole in senso largo) si può parlare di consacrazione a Maria come donazione totale di sé a lei ( con esclusione di ogni legame contrario) come riconoscimento della nostra dipendenza da lei, come affermazione della sua dignità suprema fra le persone create: questi elementi giustificano che si possa parlare di consacrazione a Maria in un senso piuttosto largo”.

Renè Laurentin circa 30 anni dopo perviene a posizioni simili insieme ad altri autori, nel libro “Retour a Dieu avec Marie. De la secularisation a la consacration”.

E siamo giunti così al 7 giugno 1981 quando san Giovanni Paolo II, a quasi un mese dall’attentato di Piazza San Pietro, introdurrà un neologismo: “Affidamento”. Questo termine certamente offre particolari vantaggi: non è ambiguo come potrebbe esserlo il termine consacrazione, e nello stesso tempo è un termine più aperto da rivolgere ad altri come atto di solidarietà e carità.

Nel 1983 alla XXII settimana di studi mariani, il tema sarà: ”La comunità si affida a Maria”.

Nel 1987 nell’enciclica Redempotoris mater, non troviamo più l’espressione “consacrazione a Maria” ma quella di “affidamento”, si dice infatti al n. 45: ”Ai piedi della croce ha inizio quello speciale affidamento dell’uomo alla Madre di Cristo, che nella storia della Chiesa fu poi praticato ed espresso in diversi modi”.

Anche Benedetto XVI adotta il linguaggio dell’affidamento, convocando la Conferenza episcopale italiana il 26 maggio 2012 per condividere un intenso momento di preghiera, con il quale affidare alla protezione materna di Maria, Mater unitatis, l’intero popolo italiano, a centocinquant’anni dall’unità politica del Paese.

Di fronte a questa che pare più una disquisizione teologica, per accontentare più posizioni diverse, nel tentativo di una corretta devozione mariana all’interno di un cammino spirituale, e perché no, anche ecumenico, penso che il problema non esista. O usi il termine consacrazione in senso analogico, o in un senso piuttosto “largo”, o usi il termine più moderno di affidamento, il contenuto non cambia. Sia nell’uno che nell’altro caso è chiaro che il fine della consacrazione rimane Dio, ogni formula usata si esprime attraverso le promesse battesimali, ma tutto avviene per intercessione della Madre di Dio, che mai, in nessun caso distoglie o allontana da Dio anzi ella è la strada preferenziale e più sicura per santificarsi, secondo l’antica formula Ad Iesum per Mariam, o quella di Paolo VI non si può essere cristiani senza essere mariani.

La Madonna a Fatima ha parlato di “consacrazione” e non di “affidamento”, se è così un motivo ci sarà. La consacrazione infatti è un atto più profondo, coinvolge e impegna di più, non è un atto ”semplicemente devozionale”, in secondo luogo la consacrazione, pur essendo un atto fatto a Dio per mezzo di Gesù Cristo, unico mediatore tra noi e Dio, avviene anche per mezzo di Maria, perché associata da Cristo stesso a Sé nell’opera di mediazione e di redenzione con tutti quei bellissimi titoli che il documento conciliare al capitolo ottavo non trascura di elencare.

Consacrarsi al Cuore immacolato di Maria significa consacrarsi a Dio per mezzo di Maria.

Flavio Uboldi nel libro” La Madonna di Civitavecchia” così dice: ”Sotto la pretesa di ”correggere “la Madonna, sostituendo il termine “Consacrazione” con quello di “affidamento”, apportando motivazioni teologiche, si potrebbe leggere una sottile insinuazione diabolica tendente a rendere meno efficace la Consacrazione al Signore”.

Acrobazie? Astuzie?… altro…? Siamo di fronte ad un falso problema, e se fra poco qualcuno cominciasse a modificare le parole dell’angelo a Maria, sostituendo” piena di grazia” per esempio?

Continuiamo allora a non cambiare o sostituire gli appelli che la Madonna in tutte le sue manifestazioni soprannaturali ha sempre affermato: ”conversione, Rosario, consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”. A Maria Madre nostra e Madre della Chiesa non è sconveniente la parola consacrazione, non lo è mai stato nei secoli passati e non lo sarà mai, forse il vero problema è semplicissimo: ”quanto amiamo la Madonna”.
I protestanti per paura che la devozione alla Madonna oscurasse l’adorazione a Dio, sono finiti per non adorare più neppure Dio nel sacramento dell’Eucaristia.

Fonte:

www.cattolicaautaut.it/affidamento-all…
fidelis eternis
Recentemente Manuel Gregori, figlio di Fabio e Annamaria, fratello di Jessica (i veggenti della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia) ha scritto un libro in cui dice che la Madonna chiede Consacrazione, non Affidamento. Lo sapeva anche GP II che invece fece solo l' Affidamento, senza pronunciare la parola Russia, dicendo, a chi glie ne chiedeva ragione, che se avesse consacrato la Russia sl …Altro
Recentemente Manuel Gregori, figlio di Fabio e Annamaria, fratello di Jessica (i veggenti della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia) ha scritto un libro in cui dice che la Madonna chiede Consacrazione, non Affidamento. Lo sapeva anche GP II che invece fece solo l' Affidamento, senza pronunciare la parola Russia, dicendo, a chi glie ne chiedeva ragione, che se avesse consacrato la Russia sl Cuore Immacolato della Madonna " lo avrebbero ucciso e messo un comunista al suo posto" (chi, Casaroli?)
elisabettap
Sempre sia lodato! Alleluia