Il villaggio bizantino di Calascibetta

Il villaggio bizantino di Calascibetta

Il Villaggio bizantino è un insediamento in grotta abitato da trogloditi di tutte le epoche. Il sito rupestre è localizzato nei dintorni di Calascibetta, tra il Vallone Canalotto e il Bosco di Casa del Mastro, affacciato sulla Valle del Morello. Il nome del sito archeologico richiama il periodo della dominazione bizantina della Sicilia, durata dal sesto al nono secolo. Se fino a quel momento le grotte erano state scavate per farne tombe e deporvi i defunti, esse cambiano radicalmente destinazione e diventano funzionali alla vita quotidiana della comunità, all’uso liturgico e alle attività produttive.

Il villaggio bizantino

Sono gli invasori berberi, di fede islamica, i protagonisti di questa riconversione alla vita trogloditica, praticata largamente nei territori montani di provenienza. Un nuovo cambiamento avviene dopo il Mille, in seguito alla sconfitta degli arabi e all’arrivo dei Normanni. Nel vallone si insediano le comunità monastiche che sacralizzano l’area, vi creano romitori e cenobi, trasformano le grotte in palmenti e trappeti, dando vita ad attività produttive nella logica dell’ora et labora.

Il palmento rupestre

Diminuite le emergenze dovute alle guerre, alle invasioni e alle scorrerie, viene anche meno l’esigenza mimetica del sito e cresce l’interazione tra scavato e costruito, insieme con il rapporto con i villaggi vicini. Il sito rupestre è frequentato dagli abitanti dei borghi vicini e viene utilizzato soprattutto per l’allevamento ovino. Grazie alla disponibilità d’acqua diventa possibile anche una modesta produzione agricola. Queste funzioni cesseranno a metà del secolo scorso. All’abbandono metterà riparo la scoperta e la valorizzazione ambientale e turistica.

Colombario

Per visitare il Villaggio bizantino si esce da Calascibetta sulla SS 290 e la si segue per 3,3 km. Subito dopo il Santuario di Buonriposo si è a un trivio: la strada statale prosegue asfaltata sulla destra; la strada sterrata di fronte è un tratto rettilineo di un’antica trazzera; si prende invece la sterrata di sinistra che in 500 m conduce a un parcheggio e al cancello d’accesso al villaggio rupestre. Si segue il largo sentiero che conduce alla prima grotta. Un grande ingresso ad arco introduce in un complesso ambiente scavato che ospitava un palmento, ovvero la pressa per la pigiatura dell’uva e le vasche per la raccolta del mosto.

Vano rupestre con tetto a capanna

Proseguendo tra la splendida vegetazione mediterranea si scende a un terrazzo che ospita sulla parete alcuni grandi ambienti scavati, preceduti da cisterne e vasche. Il primo ambiente ha un pavimento irregolare e un magnifico soffitto scavato a doppio spiovente, mentre il secondo ambiente mostra uno scavo più regolare e geometrico. Una scala rupestre sale a una sala soprastante sulle cui pareti sono scavate le nicchiette di un bel colombario. Si ipotizza che questi ambienti avessero una destinazione religiosa e funeraria o fungessero da oratorio di una comunità di monaci. Ma potrebbe trattarsi anche di una masseria rupestre dalle molteplici funzioni produttive.

Sistema di vasche (qanat)

La visita prosegue traversando la terrazza che si affaccia sul vallone e sovrasta la parte più cospicua dell’insediamento rupestre. Un ripido sentierino in discesa raggiunge il Qanàt, nome arabo che indica un sistema di canalizzazione in vasche successive dell’acqua sorgiva proveniente da una caverna. Nei pressi è anche un secondo palmento all’aperto. Il sistema di grotte scavate sulla parete arcuata del vallone è imponente. Gli ambienti sono dislocati su più piani collegati da rampe o da scale rimovibili. La maggior parte degli ambienti mostra i segni del riutilizzo a favore del ricovero notturno degli animali e della lavorazione del latte. Si osservano ingegnose opere di sicurezza per la protezione a valle dei cortili e per l’ascesa alle caverne superiori. Particolarmente pittoresca è la visione del colombario esposto in un “occhio” della parete. Non manca una croce incisa sulla parete d’accesso a un ambiente laterale.


Scalinata d’accesso alla grotta

L’impressione complessiva che si ricava dalla visita è quella di un villaggio rupestre che combina le esigenze di sicurezza di suoi abitanti, nascondendoli alle scorrerie e agli occhi di invasori ostili, con lo sviluppo integrato di agricoltura, allevamento e trasformazione artigianale dei prodotti grazie alla ricchezza d’acqua e alle opere ingegnose di scavo e adattamento funzionale della morfologia dei luoghi.


Grotta a due piani con colombario

22 MAGGIO 2020