riflessioni sui testi dei Santi

noto ultimamente che interpreto male il Cattolicesimo, questo perché spesso si usa un linguaggio duro o militare, delle volte si usano esagerazioni anche in buona fede ("Preferisco morire pur di non peccare"), perché spesso li leggo in modo dogmatico con gli occhi di oggi, quando poi pure i Santi se pure usano un linguaggio duro poi insistono sulle mortificazioni non leggere di consultarsi sempre con un padre spirituale.

Come posso conoscere me stesso se per esempio reprimo me stesso e non permetto al peccato di emergere reprimendolo in una lotta all'ultimo sangue? Dovrebbe essere dunque una "Lotta" molto seria ma anche molto serena e pacifica confidante nell'amore di Dio e perdono. E così quando si leggono i Santi credo, molte cose vanno prese seriamente ma anche addolcite perché il linguaggio forte può far fraintendere.
warrengrubert
Allora: Vediamo di non incasinarci.
I santi non si interpretano! Quando dicono: "Preferisco morire pur di non peccare" intendono proprio quello! E sono santi proprio perché nel loro cuore sono sinceri nel preferire la morte piuttosto che tradire con il peccato, perché sanno e credono a ciò che ha detto Gesù: il peccato è morte spirituale, vera schiavitù. Non bazzecole. Paga del peccato è la …Altro
Allora: Vediamo di non incasinarci.
I santi non si interpretano! Quando dicono: "Preferisco morire pur di non peccare" intendono proprio quello! E sono santi proprio perché nel loro cuore sono sinceri nel preferire la morte piuttosto che tradire con il peccato, perché sanno e credono a ciò che ha detto Gesù: il peccato è morte spirituale, vera schiavitù. Non bazzecole. Paga del peccato è la morte! Quella che San Francesco chiamava seconda morte perché il peccato porta all'inferno.

Ti chiedi "come conoscere te stesso se per esempio reprimo me stesso e non permetto al peccato di emergere reprimendolo in una lotta all'ultimo sangue?"
Che intendi? Vuoi permettere alla TENTAZIONE di vincerti così cadendo nel peccato conosci te stesso? e di conseguenza puoi usufruire dell'amore misericordioso di Dio?
Questo ragionamento (se ho interpretato bene il tuo pensiero) mi puzza di protestantesimo:

“Sii pure peccatore, pecca coraggiosamente, ma ancor più coraggiosamente confida e rallegrati in Cristo”
frase di lutero che oggi stanno rivalutando dicendo che è stata mal interpretata da noi cattolici.
In realtà questa frase descrive l'inganno che si è portati ad aderire quando si capisce che si stà iniziando ad amare il peccato, come lutero ha fatto, e cercava una falsa scappatoia nell' infinito amore di Dio, pur di continuare a peccare, poiché ormai non voleva più combatterlo avendo iniziato ad amare di più il peccato e i suoi vizi che Dio.
Dio è amore e misericordia, ma è VERITÀ e non lo si inganna. Dio perdona chi si pente della caduta. Non perdona i furbacchioni come lutero che vogliono stare seduti su due sedie. Commette sacrilegio chi pensa di peccare, tanto poi c'é la misericordia, l'ammmmmore divino, la confessione e non si impegna nel combattimento. A correggerti dei peccati puoi impiegarci una vita, ma sempre deve essere vivo l'odio al peccato e la volontà di non più commetterlo.

In realtà la TENTAZIONE serve a farti capire chi sei, sei tentato all'ira? Questo è il tuo difetto che devi combattere, e per capire che sei un iracondo non serve che cedi all'ira, il solo fatto di esservi tentato ti fa capire il tuo difetto. COMBATTI fino al sangue! Come insegna anche San Paolo. I padri del deserto dicevano che nessuno si salva senza la tentazione, proprio perché essa serve a farci capire i nostri difetti e così combatterli. Essere tentati non significa peccare, cedere alla tentazione e commettere il peccato è ciò che ci danneggia e per questo i santi abborrivano il peccato preferendo la morte. Capisci, ora, perché la frase di lutero è un inganno satanico? La tentazione è uno strumento a noi utile per crescere nella santità. Il peccato è una catena che ti porta all'inferno e più non lo cambatti più ti stringe e ti lega.

Addolcire il linguaggio dei santi è falsificarlo.
Ti auguo buon cammino nella Verità.
Simone Castaldo
combattere le tentazioni letteralmente le rafforza. Secondo me lui intendeva questo ma non ti aiuta veramente questo atteggiamento a crescere veramente per quella che è la mia esperienza, l'unico modo di combattere efficacemente la tentazione è proprio affrontarla e non scacciarla via anche reprimendo pregando. Certo, uno non si deve tentare apposta o cercare occasioni di tentazione, il peccato …Altro
combattere le tentazioni letteralmente le rafforza. Secondo me lui intendeva questo ma non ti aiuta veramente questo atteggiamento a crescere veramente per quella che è la mia esperienza, l'unico modo di combattere efficacemente la tentazione è proprio affrontarla e non scacciarla via anche reprimendo pregando. Certo, uno non si deve tentare apposta o cercare occasioni di tentazione, il peccato è orribile, ma quando senti quella vocina ti dice di fare quella cosa se gli rispondi con la violenza e insultandola e la scacci veramente via (repressione) si rafforza e quindi non ci sta tantissimo bene un linguaggio duro.
La mia esperienza mi dice proprio che le parti di me che ho più combattuto sono quelle si sono più rafforzate, bisogna portare amorevole compassione di noi stessi mentre si ignora e quel demone ci prova a dominare sulle nostre debolezze e pregare Dio di cambiare i nostri cuori è una battaglia si vince solo con le armi dell'amore e preghiera perchè loro odio e violenza vogliono.
Combattere fino al sangue la tentazione pure la rafforza, purtroppo qualche volta credo si è costretti a cedere o veramente la rafforzi soffrendo molto, poi però chiedi a Dio perdono e di cambiarti il cuore.
Quando consigliano di combattere in quel modo così totale la tentazione ti insegnano a rafforzarla a naso, l'ideale è proprio saper ignorare quelle voci perchè non si desiderano più quelle cose credo.
Poi sono ancora molto confuso, ma questa è la mia esperienza.
Simone Castaldo
Ma io ti dico, non è che non c'è da lottare con forza anche in questo mondo, però sempre di amore si parla non può essere inteso come uno sforzo veramente battagliero e militare nel senso di duro e violento e basta, di base stiamo parlando di una lotta spirituale che va affrontata in modo opposto con amore e preghiera (con la volontà di Dio non con la nostra) o il peccato vince e lo sforzo ascetico …Altro
Ma io ti dico, non è che non c'è da lottare con forza anche in questo mondo, però sempre di amore si parla non può essere inteso come uno sforzo veramente battagliero e militare nel senso di duro e violento e basta, di base stiamo parlando di una lotta spirituale che va affrontata in modo opposto con amore e preghiera (con la volontà di Dio non con la nostra) o il peccato vince e lo sforzo ascetico pure deve essere guidato da questi o diventa una sofferenza e violenza a se stessi e veramente poi cadi nel peccato e lo rafforzi molto. L'importante è sradicare in sé stessi proprio il desiderio di peccare abbandonando ogni propria volontà, spogliarsi di tutto e unirsi a Dio poi quanto Lui vuole.
Un altro commento da Simone Castaldo
Simone Castaldo
Ho trovato la risposta che cercavo nel testo "l'arte di utilizzare le proprie colpe" di Tissot l'ho appena iniziato ma lo finirò sicuramente, mi pare da capire che il modo più saggio di affrontare il peccato è con coraggio, l'importante dopo che si pecca è rimanere calmi invece di torturarsi con il senso di colpa, chiedere scusa a Gesù e fare tutto il possibile per non farlo più consapevoli che …Altro
Ho trovato la risposta che cercavo nel testo "l'arte di utilizzare le proprie colpe" di Tissot l'ho appena iniziato ma lo finirò sicuramente, mi pare da capire che il modo più saggio di affrontare il peccato è con coraggio, l'importante dopo che si pecca è rimanere calmi invece di torturarsi con il senso di colpa, chiedere scusa a Gesù e fare tutto il possibile per non farlo più consapevoli che l'amore proprio difficilmente muore ed è in questa terra una cosa normale peccare non è come in Cielo ma appunto la differenza la fa il rialzarsi e cercare nel limite del possibile di non peccare più.