“Ci sarà pure un giudice a Berlino!” Ecco il significato (per chi non lo ricorda): il Mulino del Gambero, così si chiamava, di proprietà di un Conte, il Conte di Schmettau, era affittato da generazioni alla famiglia di Arnold, un semplice mugnaio.

Un altro nobile, il Barone Von Gersdorf, volle costruirsi una pescheria e per questo deviò gran parte del corso d’acqua che alimentava il mulino, Arnold così non riuscì più a macinare il grano e, di conseguenza, a pagare l’affitto al Conte di Schmettau, che allora si rivolse ad un giudice per avere gli affitti arretrati, ma Arnold non aveva i soldi, visto che, appunto, non poteva macinare il grano.

Risolto il contratto di affitto il Conte di Schmettau vendette il mulino che, non potendo più macinare, ora valeva di meno. Si trovò comunque un compratore il quale però rivendette immediatamente il mulino al Barone Von Gersdorf, quello che aveva appunto deviato il corso d’acqua che alimentava il Mulino.

Vi nacque una causa, ma non vennero riconosciute le ragioni di Arnold, la causa fu portata in appello, ma anche lì non venne ravvisato nessun reato nel comportamento del Barone, la moglie di Arnold allora si rivolse ai Giudici per presentare una petizione al Re, ma i Giudici, corrotti, continuarono a dare ragione al Barone.

A quel punto, Arnold, comunque convinto delle proprie ragioni, pensò: “ci sarà pure un giudice a Berlino”. E così prese la decisione di recarsi fino a Berlino per rivolgersi direttamente al Giudice Supremo, ossia Federico II il Grande.

Federico II accolse Arnold, l’umile mugnaio, ed ascoltato quanto accaduto gli diede ragione e fece incarcerare i giudici corrotti.

Da questa vicenda, appunto, si diffuse la famosa frase “ci sarà pure un giudice a Berlino!” oppure “esiste un giudice a Berlino?”, insomma, questa frase quindi sta ad indicare che quando si hanno tutte le ragioni, si troverà pure un giudice non corrotto in grado di riconoscerle, e quindi di rendere giustizia.