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Francesco vive sull'isola che non c'è. Di Gianni Toffali.

Nel lontano 2013 appena nominato Papa, Bergoglio, sorprese le lobby gay e ancor più, il clero cattolico con un inusitato "chi sono io per giudicare un gay".

A distanza di dieci anni, ha assestato un nuovo assist alla causa della galassia omosessuale.

Nei giorni scorsi, in un'intervista all'Associated Press, Francesco ha dichiarato che “Essere omosessuali non è un crimine, alcuni vescovi sbagliano, e sulle critiche, vorrei che me le dicessero in faccia".

Non è chiaro se l'ennesimo endorsement ai "diversamente orientati" sia stato dettato dal fastidio provocato dalle recenti accuse mosse alla Chiesa Cattolica di aver coperto atti omosessuali nei seminari, o semplicemente da una sorta di "profetico" testamento spirituale di fine pontificato.

Circa l'esortazione alle critiche in faccia da parte dei vescovi, il paladino di chi nella Bibbia viene focalizzato con lenti non particolarmente misericordiose, farebbe prima a consultare chi sta sopra a Vescovi e Cardinali, cioè la Parola di Dio.

Le citazione della Sacra Scrittura (cioè appunto Parola di Dio) che condannano gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso, sono innumerevoli. Una per tutte le citazioni di San Paolo:

"Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Romani 1,24-28.32).

Dicendo che l'omosessualità, nel senso del peccato, non è un "crimine", Bergoglio ha fatto intendere che il responsabile della sorte toccata gli abitanti di Sodoma e di Gomorra è un criminale.

Un autentico vicario di Cristo fedele ai suoi insegnamente, oltre ad evitare di bestemmiare Dio, si sarebbe soffermato sulla distinzione tra peccato e peccatore.

Avrebbe precisato che l'azione peccaminosa va condannata, mentre il giudizio su chi l'ha compiuta, spetta solo a Dio. Senza ombra di dubbio, Francesco è fedele a un divinità eccentrica che dimora a Gaylandia, vale a dire l'isola che non c'è.

Gianni Toffali
N.S.dellaGuardia
Un autentico... appunto...