Il Paradiso eterno e la gloria dei beati – Meditazione di Padre Stefano Manelli

Rev. p. Stefano M. Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata (FI).
MEDITAZIONE PER IL 28 NOVEMBRE

«Vieni, servo buono e fedele... entra nel gaudio del tuo Signore» (Mt 25,21). Si racconta che quando il Sommo Pontefice voleva mandare a san Filippo Neri il cappello cardinalizio, gli fece prima chiedere se lo accettava volentieri, diventando cardinale. Ma san Filippo, presa la sua berretta, la tirava in aria dicendo: «Ma che cardinale e cardinale!... Paradiso!... Paradiso!...». San Filippo voleva il Paradiso di Dio e non le insegne e onori terreni. Per questo, egli rifiutò sempre ogni dignità, offertagli dai quattordici papi con in quali ebbe relazioni nella sua lunga permanenza a Roma. Questa è la vera sapienza cristiana. «Ciò che non è eterno, è niente», dice l’Imitazione di Cristo.

1. San Filippo Neri
Ma già da ragazzo, san Filippo Neri, di famiglia e discendenza aristocratica, un giorno s’era visto presentare dal suo papà un foglio su cui erano segnate tutte le glorie della famiglia in tre secoli di vita. Con questo foglio, il papà voleva spronare Filippo ad ambire a quelle glorie degli antenati per continuare a tenere alto il prestigio della nobile famiglia. Ma il pio giovane, dopo un po’ di attenta e silenziosa riflessione, strappò subito quel foglio che teneva in mano, dicendo: «Io voglio che il mio nome sia scritto soltanto nel libro della Vita». Questa è la saggezza cristiana che non può venire dalla carne e dal sangue, poiché «la sapienza della carne è nemica di Dio» (Rm 8,7), come afferma san Paolo.


L’insegnamento più diretto all’aspirazione al Paradiso e più mirato alla conquista del Paradiso, da parte degli uomini, è sicuramente quello delle parole divine di Gesù che dice: «Accumulatevi tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano» (Mt 6,20). E nella lettera agli Ebrei troviamo questa affermazione luminosa: «Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb 13,14). E si sa, infine, che nella Sacra Scrittura si parla del Paradiso-Regno dei cieli per almeno quattrocento volte! D’altra parte ci sono le difficoltà che contrastano all’aspirazione al Paradiso, ricordando le altre parole di Gesù che dice: «Quanto è difficile per coloro che confidano nelle ricchezze entrare nel Regno dei cieli» (Mc 10,25); e ancora più ricordando san Paolo, il quale descrive con precisione coloro che si sono già esclusi dal Paradiso, quando afferma: «O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio» (1Cor 6,9-10).

E si resta senza parole, ancora di più oggi, di fronte allo scenario abominevole dei peccati, dei delitti, delle vergogne e aberrazioni che, si può dire, stanno in certo modo dominando l’intera umanità sul pianeta Terra, imperando sui moltissimi uomini e donne ridotti ad atei e terroristi, ad abortisti assassini e cultori della morte, ad omosessuali con lesbiche in giro di onore per le città di molte Nazioni con il “gay pride”..., a drogati e stupratori, a bestemmiatori e alcoolizzati, a sacrileghi e satanisti... Che cosa è mai tutto questo?... A che cosa, quindi, abbiamo ridotto questa madre terra con l’umanità pressoché interamente scristianizzata e ateizzata, a livello così subumano e anti-umano? La risposta non può che essere una: questo è il regno di satana, questo è l’Inferno di satana sulla terra: esso è esattamente il contrario del Paradiso!...

2. San Bernardo...
Questo Santo straordinario un giorno ebbe la spaventosa visione del raduno di molti pazzi, agitati ed eccitati da una grande fame. Alcuni pazzi mangiavano la terra, simili agli avari; altri pazzi si nutrivano di aria, simili agli ambiziosi; altri, attorno ad una fornace infuocata, prendevano faville con la loro bocca, simili agli arrabbiati; altri ancora, attorno ad un puzzolente stagno bevevano di quell’acqua putrida, simili ai disonesti. San Bernardo, rivolto a quella turba di pazzi gridava: «Ma non vedete che queste cose avvelenano la vita e sciupano l’esistenza?». Ma quelli continuavano ancora imperterriti. Allora il Santo disse fra sé: «È proprio vero ciò che disse san Paolo, che né gli avari, né gli ambiziosi, né gli iracondi, né gli impudichi e i sodomiti conseguiranno il Regno dei cieli».


Ma che cosa è il Paradiso?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica risponde con queste parole, affermando che il Paradiso è «il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e, in Lui, il godimento di ogni altro bene, senza alcun male». Potremmo avere da leggere anche le risposte lunghe e stupende di tanti santi e sante, ma dobbiamo limitarci soltanto ad alcune risposte luminose e illuminanti fra le tante, per comprendere e ammaestrarci sulla grande verità di Fede del Paradiso.

3. Sant’Agostino...
Nel suo libro Le confessioni sant’Agostino scrisse il colloquio che lui ebbe con la madre, stando appoggiati ad una finestra sul mare: «Dimenticando il passato, per occuparci solo dei beni futuri, noi cercavamo alla vostra presenza, o mio Dio che siete immutabile Verità, quale sarebbe quella felicità che occhio umano non vide e mente umana non poté comprendere. I nostri cuori si aprivano avidamente verso quella suprema felicità, di cui Voi siete la sorgente. Parlando di Voi e ammirando le opere vostre, c’innalzammo fino a Voi e gustammo già, in qualche modo, i godimenti della vita futura, con lo slancio dei nostri desideri... Voi sapete, o Signore, come durante quella conversazione, ciò che sulla terra appare più seducente ci sembrava vile e degno di disprezzo».

4. San Tommaso d’Aquino, “Dottore Angelico”...
Facendo un giorno orazione nella chiesa di San Domenico, a Napoli, san Tommaso d’Aquino vide avvicinarglisi il confratello Romano, che era stato il suo successore nell’insegnamento della Teologia a Parigi. Il Santo, non sapendo della sua morte, gli andò subito incontro e lo salutò chiedendogli notizie della sua salute e dei motivi del suo viaggio da Parigi. «Non sono più di questo mondo – rispose il confratello sorridendo – e per la misericordia di Dio già posseggo il Bene supremo: per ordine di Dio, vengo ad incoraggiarvi nei vostri lavori». «Sono io in stato di grazia?», chiese subito san Tommaso. «Sì, fratello mio, e le vostre opere sono graditissime a Dio». Allora san Tommaso volle approfittare per avere qualche luce sul mistero della “visione beatifica” e il confratello gli rispose: «Ciò che conosciamo per mezzo della fede, lo vediamo con i nostri occhi nella città di Dio».

5. San Bonaventura, “Dottore Serafico”...
Il “Dottore Serafico” scrive così: «Il Paradiso è gioia senza dolore, giovinezza senza età, sazietà senza disgusto, libertà senza limiti, bellezza senza macchia, pace senza disturbo, sicurezza senza timore, beatitudine senza fine. Così grandi, così sublimi, così innumerevoli sono quei beni, che sorpassano qualunque intelligenza umana, qualunque idea del nostro spirito».

6. Santa Teresa d’Avila...
Mentre un giorno recitava il Rosario, santa Teresa si sentì trasportata in spirito in Paradiso, ma soltanto per la durata di un’Ave Maria. Lo scenario che le si offrì fu talmente meraviglioso e ne conquise talmente l’anima, che la Santa ne subì l’influenza profonda per tutta la vita. Da allora in poi, tutte le cose della terra non le cagionarono altro che gran disgusto.

7. Santa Bernardetta Soubirous...
Dopo aver visto la bianchezza celestiale dell’Immacolata a Lourdes, santa Bernardetta diceva che tutto sulla terra le pareva “nero”: perfino il sole. Un mercante di stoffe pregiate, un giorno, le fece vedere alcuni campioni di “bianco”, cominciando dai meno lucidi. «Più bianco», diceva la Santa. E dopo aver visto anche i campioni di gran lusso, smaglianti di candore...: «Più bianco ancora... Molto più bianco!...», ripeteva la Santa. E non ne trovò uno che somigliasse all’abito bianco indossato dalla Madonna nelle sue apparizioni