Notiziario
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Perché Berlusconi fu affondato nel 2014

30 Agosto 2023

L’autobiografia di Nicolas Sarkozy uscita negli scorsi giorni per l’editore Fayard (Le temps des combats) svela dei retroscena riguardanti l’Italia e Silvio Berlusconi che stanno finalmente facendo discutere e riflettere più d’uno. L’ex inquilino dell’Eliseo e Angela Merkel, infatti, si legge in alcuni passaggi del libro pubblicati dal Corriere della sera, durante il vertice del G20 del 2011 a Cannes, avrebbero esercitato una forte pressione sull’allora presidente del Consiglio italiano per dimettersi. Lo stesso summit, racconta Sarkozy, fu convocato ufficialmente per occuparsi del collasso dell’economia greca ma in realtà anche e soprattutto per mettere alle strette Berlusconi e “salvare” l’Italia con le sue dimissioni.

«Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui!», ha scritto arrogantemente Sarkozy nella sua autobiografia. Lui e la Merkel, infatti, erano apoditticamente convinti che «la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui [cioè Berlusconi] e il suo atteggiamento patetico… L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami… I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario».

Le rivelazioni di Sarkozy confermano quanto aveva scritto Renato Brunetta nel libro Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto, uscito in abbinata a Il Giornale del 21 maggio 2014 e poi purtroppo mai più riproposto dall’editore Free Foundation. Il quotidiano Libero, diretto da Alessandro Sallusti, ha ripubblicato il 24 agosto scorso la prefazione di Silvio Berlusconi (1936-2023) a quel libro, che permette d’inquadrare in tutt’altra luce le dinamiche della storia politica italiana dell’ultimo decennio. L’ex premier e fondatore di Forza Italia definisce le fasi che hanno preceduto le sue dimissioni forzate da presidente del Consiglio nel 2011 come un vero e proprio “complotto internazionale”. «Il complotto era contro di me – leggiamo nella prefazione –. Contro l’Italia, contro la sovranità del popolo italiano che mi aveva scelto con il voto per essere il capo del suo governo».

La motivazione del “golpe”, prosegue Berlusconi, era l’opposizione del suo governo «alla politica di austerità che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy volevano imporre all’Italia, al punto di volerla far commissariare dal Fondo monetario internazionale. Non intendevoanche se lasciato solo dal capo dello Stato [allora era Giorgio Napolitano] – rinunciare alla nostra sovranità, per rispetto alla nostra gente e per ragioni di dignità nazionale. Fui costretto però, pochi giorni dopo il G20 di Cannes [3-4 novembre 2011], dove ero stato sottoposto a pressioni tremende, a dimettermi. Lo feci perché preferii ritirarmi piuttosto che danneggiare irreparabilmente l’Italia, che era tenuta sotto tiro con la pistola dello spread».

Nel suo libro il prof. Brunetta, attuale presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL), documenta come in quel frangente storico l’Italia sia stata oggetto, attraverso lo spread e ricatti finanziari di ogni genere, al “grande imbroglio” diretto a sostituire il governo di Berlusconi con quello “tecnico” e terminale di interessi che poco avevano a che fare con l’interesse nazionale guidato da Mario Monti dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013. Clamorosamente, sin dal giugno del 2011, testimonia Berlusconi, «quando ancora lo spread era ai minimi, Mario Monti era già stato oggetto di un profetico sondaggio da parte del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, così che si tenesse pronto al gran salto a Palazzo Chigi. Lo ha confessato lo stesso Monti ad Alan Friedman, e lo hanno confermato al medesimo giornalista americano Carlo De Benedetti e Romano Prodi. Addirittura Corrado Passera – si viene a sapere – aveva confezionato un programma economico ad uso di Mario Monti sin da quell’estate».

Brunetta sostiene quindi che il “colpo di Stato” non fu pienamente portato a compimento nell’autunno del 2011, perché trovò il suo coronamento con l’estromissione di Berlusconi dal Senato e l’annessa condanna della sua incandidabilità per 6 anni. «Un’infamia perseguita sulla base di una legge ambigua [la n. 190 del 6 novembre 2012 detta anche “legge Severino” dal nome del Ministro della giustizia del governo Monti] – denuncia Berlusconi nella prefazione –, applicata retroattivamente a seguito di una condanna infondata e ingiusta. Come si vede gli elementi sono troppi per fingere non sia accaduto nulla di anomalo, e che la democrazia italiana abbia avuto un andamento ligio alla Costituzione. Sono stupefatto che, dinanzi a questa sequenza di avvenimenti per lo meno strana, nessuna procura abbia aperto alcun fascicolo con scritto sopra “Estate – autunno 2011: Attentato alla Costituzione».

Il fascicolo in effetti d’allora non è stato mai aperto ma, nel 2019, il fondatore di Forza Italia ha potuto confermare la realtà della sua denuncia diffondendo come prova l’audio-confessione scioccante ricevuta in limine mortis dal giudice Amedeo Franco (1941-2019), relatore della sua causa presso la Corte di Cassazione, secondo cui il processo per frode fiscale all’ex premier fu «un plotone d’esecuzione».

Le rivelazioni del giudice Franco sulle “sentenze pilotate” contro Silvio Berlusconi sembrarono a suo tempo aver scoperchiato, assieme alle intercettazioni dell’ex magistrato Luca Palamara, il vaso di Pandora del mondo della giustizia italiano.

A distanza di anni, però, non molto sembra esser cambiato sia guardando alle difficoltà (o sabotaggi?) che sta patendo la riforma della giustizia promossa dal ministro Nordio, sia ai recenti casi Santanchè, Del Mastro e La Russa.

A commento di queste spiacevoli ricostruzioni che confermano quello che fu, in effetti,«un attentato alla democrazia che colpì l’Italia», il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha affermato: «C’è da dire che Berlusconi rispetto a Sarkozy ha saputo resistere sulla scena più a lungo, molto più apprezzato e rispettato. Sarkozy riversa in questi suoi scritti il livore di un politico fallito, sconfitto sul piano del consenso e sul piano morale. Con queste sue ricostruzioni conferma il suo scarso valore. Aveva illuso tanti, è un fallito clamoroso. Anche sotto il profilo morale».
Perché Berlusconi fu affondato nel 2014 - di Giuseppe Brienza | Corrispondenza romana

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Diodoro
«Il complotto era contro di me" – scriveva Berlusconi nel 2014 – "Contro l’Italia, contro la sovranità del popolo italiano che mi aveva scelto con il voto per essere il capo del suo governo».
Esattamente come contro Trump, gli USA, il popolo americano nel 2020; contro Bolsonaro, il Brasile, il popolo brasiliano nel 2022; contro la Le Pen, la Francia, il popolo francecese nel 2022... e contro …Altro
«Il complotto era contro di me" – scriveva Berlusconi nel 2014 – "Contro l’Italia, contro la sovranità del popolo italiano che mi aveva scelto con il voto per essere il capo del suo governo».
Esattamente come contro Trump, gli USA, il popolo americano nel 2020; contro Bolsonaro, il Brasile, il popolo brasiliano nel 2022; contro la Le Pen, la Francia, il popolo francecese nel 2022... e contro Orban e Putin e i loro Paesi oggi.
E contro il Papa, la Chiesa, il Popolo Santo di Dio sotto papa Benedetto.
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Ciò che Berlusconi non scrisse è che il complotto era fortemente gestito dalla Massoneria italiana, che per le celebrazioni dei 150 anni dall'Unità (riconosciuta apertamente dai Massoni, per la prima volta, come impresa massonica) doveva liberare l'Italia dal voto popolare; e dalla Chiesa (CEI), che unse Mario Monti Presidente del Consiglio Designato nell'estate del medesimo anno 2011, in un convegno a Todi
Antonia Cortellazzi condivide questo
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