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Perché il caso del presunto stupro in Sardegna non tocca solo Grillo ma tutta la classe politica

del Guelfo Rosa

Non sapevo bene come scrivere queste poche righe, il rischio di sembrare bacchettone e inopportuno è sempre in agguato, il moralismo da operetta è un rischio costante che negli ultimi decenni ha fatto sbadigliare troppi e fuggire altrettanti.

Quindi no, provo ad andare al nocciolo: sulla vicenda del presunto stupro in Sardegna non ve la caverete buttando sulla graticola solo Grillo e suo figlio.

Poco mi interessa la speculazione politica sulle tempistiche del processo, sulle ipotesi di rottamazione giudiziaria di un partito ormai inutile, su un cambio di assetti, sulla vittima difesa dall’ex ministro leghista Bongiorno e chi più ne ha più ne metta.

Meno ancora mi interessa il “culto delle carte” giudiziarie, l’attesa degli atti, il gossip sull’orientamento della procura, insomma il giustizialismo fattoquotidianista mi pareva inutile ieri contro Perluscone immaginiamoci oggi, in nuova salsa, contro Grillo. Mi sembra, fin qui, tutto piuttosto modesto.

Già più interessante è il disastroso video di Grillo, un filmato in cui inizia a trasparire la questione fondamentale. Vedete: innocente o colpevole cambia poco per l’Italia, anzi nulla. Ciò che lascia attoniti è la quasi totale incapacità della classe politica di affrontare il dramma – questo sì fondamentale – di una gioventù come quella rappresentata mediaticamente in quella notte brava.

Due ragazze a zonzo con quattro coetanei brilli, in piena notte, con un video che riprende non si sa cosa (ma non esattamente la discussione di una tesi a Yale), il tutto condito dalla (pare*) corsa della vittima a cercare una pillola abortiva per rimediare ad eventuali ed ulteriori esiti della presunta violenza.

Questo per la quasi totalità dei politici e dei commentatori è sostanzialmente irrilevante, ciò che conta è solo sapere se ci sarà un foglio di carta su cui il pm scriverà “rinvio” o “archiviazione”. È un po’ come preoccuparsi se il medico prescrive o no un esame senza curarsi della gravità della malattia che i sintomi indicano.

Da una parte i fustigatori degli eccessi machisti di Grillo Padre, dall’altra uno pseudo-garantismo a targhe molto alterne a tutela del fondatore dei 5 Stelle: insomma un derby piuttosto patetico tra dirittodonnisti e neoinnocentisti.

Cioè: lo sfascio integrale della generazione che fra qualche anno prenderà le redini del paese è un aspetto sostanzialmente irrilevante per larga parte della classe dirigente.

Anni fa se ne parlava con Dal divorzio al gender - Famiglie centrifugate e identità liquida: una dissoluzione dalle origini remote: il piano inclinato era ed è evidente. Ma qui si tratta solo di indiscrezioni sulle scelte degli inquirenti. Con tutto il rispetto: chissene.

L’anno scorso – mentre infuriava la polemica sulle balere sarde e la questione Covid – ricordo che Briatore arrivò ad affermare che “il messaggio era che qui tutti avevano il virus e in Emilia zero: solo le discoteche di destra avevano il Coronavirus, quelle di sinistra no”. Già il fatto che esistano “discoteche di destra” la dice lunga su come sia messa la destra e l’Italia.

Ci sarebbe da prescrivere la lettura di Abbattere gli idoli contemporanei. Non moriremo liberal o L’antivangelo. Radici filosofiche del nichilismo moderno o Breviario Antimoderno. Aforismi e massime per salvarsi dalla palude, ma c’è da dubitare che in questi casi serva.

Sapete perché insito? Perché la “filosofia” delle discoteche – sarde, emiliane o lombarde – nutre un’umanità non poi così diversa da quella di cui tanto si parla in questi giorni.

Il massimo che la classe dirigente del Paese sa dire è: ubriacatevi bene e il giusto, sballatevi con qualche limite, se va male abortite, ma fate tutto a norma di legge.

Evitate lo stupro, questo sì, ma tutto ciò che lo prepara fatelo pure. Voi donne – e non parlo delle ragazze coinvolte, che non conosco – andate pure in giro vestite come viados, voi maschietti tracannate pure gli alcolici da quattro soldi che usate per sbronzarvi fino a ballare senza mutande davanti a una videocamera, rincoglionitevi pure con la pessima ed altissima musica oltre che con la disastrosa compagnia delle disco.

Ma poi, ubriachi, esaltati, invasati in branco, ecco, poi lì ricordatevi del codice penale. È importante.

Sarebbe tutto ridicolo, se non fosse penoso.
vincenzo angelo
Vero,ma senza dimenticare che siamo su un piano inclinato,come scritto,da oltre mezzo secolo.Qualunque sia il punto del percorso,piu' a monte o piu' a valle,la contraddizione e incoerenza di fondo e'la stessa,e sta nella natura umana che non si apre abbastanza alla Grazia soprannaturale.Un detto afferma:"La prima generazione costruisce,la seconda mantiene e la terza disperde".Siamo terza generazione …Altro
Vero,ma senza dimenticare che siamo su un piano inclinato,come scritto,da oltre mezzo secolo.Qualunque sia il punto del percorso,piu' a monte o piu' a valle,la contraddizione e incoerenza di fondo e'la stessa,e sta nella natura umana che non si apre abbastanza alla Grazia soprannaturale.Un detto afferma:"La prima generazione costruisce,la seconda mantiene e la terza disperde".Siamo terza generazione,ma se lo vogliamo possiamo sentirci almeno pari alla prima.Dobbiamo volerlo come compito,come vocazione.Il resto lo fara' Dio insieme a noi.
warrengrubert
Penoso è la parola giusta che descrive la società odierna.