Le due realtà e il piano metafisico. Di Maestro Aurelio Porfiri

Non è difficile notare come oggi possiamo sperimentare l’esistenza di due realtà, quello che accade là fuori e quello che riportano i media.

Ora, non voglio certo dire che i media mentono sempre, ma non posso neanche dire che dicano sempre la verità. Questo perché i media non sono un mezzo neutrale, nessuno lo è. Essi elaborano la realtà in modo da offrire certi fatti secondo una certa prospettiva. Del resto questo non vale solo per la cronaca, ma vale anche, e forse più, per la storia.

Sentiamo cosa dice lo storico inglese Edward Hallett Carr (1892-1982): “Si diceva che i fatti parlano da soli. Questo è, ovviamente, falso. I fatti parlano solo quando lo storico li chiama: è lui che decide su quali fatti dare la parola, e in quale ordine o contesto. Era, credo, uno dei personaggi di Pirandello che diceva che un fatto è come un sacco: non regge finché non ci metti qualcosa dentro. L'unico motivo per cui siamo interessati a sapere che la battaglia fu combattuta ad Hastings nel 1066 è che gli storici la considerano un importante evento storico. È lo storico che ha deciso per ragioni proprie che l'attraversamento di quel meschino corso d'acqua, il Rubicone, da parte di Cesare, è un fatto storico, mentre l'attraversamento del Rubicone da parte di milioni di altre persone prima o dopo non interessa affatto a nessuno. Il fatto che tu sia arrivato in questo edificio mezz'ora fa a piedi, o in bicicletta, o in macchina, è un fatto del passato tanto quanto il fatto che Cesare abbia attraversato il Rubicone. Ma probabilmente sarà ignorato dagli storici” (CARR 1987, mia traduzione).

Sarebbe difficile dare torto all’illustre storico. Lo stesso Carr ci informa che quelli che noi chiamiamo “fatti storici” del Medioevo, sono quelli che generazioni di cronisti medioevali ci hanno presentati come tali, facendo una operazione di cernita che ovviamente poteva essere al servizio di certi interessi particolari.

Insomma, sulla scia di Carr possiamo proprio dire che prima di studiare i fatti bisogna studiare lo storico.

Allo stesso modo, quando si leggono le notizie bisogna ben conoscere chi le scrive. Allora ci si potrebbe domandare? Ma non possiamo conoscere la realtà? Certo, possiamo conoscerla e raggiungerla, ma sappiamo che la nostra conoscenza della realtà è sempre inquinata dalle percezioni e dagli interessi che la circondano.

Bisogna essere in grado di depurare l’incrostazione ideologica per raggiungere il nucleo di verità. Questo vale per il Covid cime per la guerra tra Russia e Ucraina.

Bisogna capire che la comprensione di questi fenomeni deve porsi ad un livello superiore, direi metafisico più che investigare le contingenze del quotidiano.

Lo storico Roberto De Mattei in un libro sul pensatore Plinio Corrêa de Oliveira dice:

“È vero che il Regno di Dio si compirà solo nell’altro mondo, ma ciò avverrà solo in quanto tale Regno va già attuandosi in questo mondo, durante la storia, nella vita della Chiesa militante. Dunque il Regno di Dio è sia escatologico che temporale, sia ultraterreno che terreno, sia individuale che sociale, proprio per realizzare la gloria di Dio in tutti i campi e a tutti i livelli. Dobbiamo dunque aspettarci l’avvento di un’epoca caratterizzata da una rinascita della fede talmente forte, da poter vincere la Rivoluzione anticristiana e costruire una Cristianità molto più perfetta, estesa e duratura di quella realizzata durante il Medioevo”.

Quindi, le contingenze storiche non sono che manifestazioni di una lotta che si svolge in un piano molto più alto e, se volete, remoto. Ecco perché è utile leggere la cronaca ma è ancora più utile investigare le astrazioni del pensiero umano per interpretare il progredire degli eventi.

Aurelio Porfiri, Ftcl Music composition (Trinity College, London)
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