12 Maggio. SOLENNITÀ DELL'ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Con la Solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la Vita terrena di Gesù, Che con il Suo Corpo, alla presenza degli …Altro
12 Maggio.
SOLENNITÀ DELL'ASCENSIONE DI
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.

Con la Solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la Vita terrena di Gesù, Che con il Suo Corpo, alla presenza degli Apostoli, si unisce fisicamente al Padre, per non apparire più sulla Terra fino alla Sua Seconda Venuta (Parusìa) per il Giudizio Finale.
Questa Festività è molto antica e viene attestata già a partire dal IV secolo.
Per la Chiesa Cattolica e le Chiese Protestanti, l’Ascensione si colloca di norma 40 giorni dopo la Santa Pasqua.
Nel Credo degli Apostoli viene menzionata con queste parole: «Gesù è salito al Cielo, siede alla Destra del Padre e di nuovo verrà, nella Gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il Suo Regno non avrà fine».
I Libri del Nuovo Testamento contengono sporadici accenni al Mistero dell’Ascensione; i Vangeli di Matteo e di Giovanni non ne parlano e ambedue terminano con il racconto di apparizioni posteriori alla Resurrezione.
Marco termina dicendo: “Gesù fu assunto in Cielo e Si assise alla Destra di Dio”; così invece ne parla Luca: “Poi li condusse fin verso Betania, e alzate le mani, li Benedisse e avvenne che, nel benedirli, si staccò da loro e fu portato verso il Cielo”.
Ancora Luca, negli Atti degli Apostoli, attribuitigli come Autore sin dai primi tempi, al capitolo iniziale (1, 11), colloca l’Ascensione sul Monte degli Ulivi, al 40° giorno dopo la Pasqua, così poi aggiunge: “Detto questo, Fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube Lo sottrasse al Loro sguardo e, poiché essi stavano fissando il Cielo, mentre Egli se ne andava ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il Cielo?
Questo Gesù, Che è stato tra di voi e assunto fino al Cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in Cielo”.
Gli altri Autori accennano solo saltuariamente al fatto, o lo presuppongono, lo stesso San Paolo pur conoscendo il rapporto tra la Risurrezione e la Glorificazione, non si pone il problema del come Gesù sia entrato nel Mondo Celeste e Si sia trasfigurato; infatti nelle varie Lettere egli non menziona il passaggio dalla fase terrestre a quella celeste; ma esse ribadiscono l’Intronizzazione di Cristo alla Destra del Padre, dove rimarrà fino alla fine dei Secoli, ammantato di Potenza e di Gloria; “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di Lassù, dove Cristo sta assiso alla Destra di Dio; pensate alle cose di Lassù, non a quelle della Terra; infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” (Colossesi, 3, 1-3).
Il Trionfo di Cristo è nella completezza della Sua Resurrezione; del resto anche gli altri Evangelisti, dando scarso rilievo all’Ascensione, confermano che la vera Ascensione, cioè la Trasfigurazione e il Passaggio di Gesù nel Mondo della Gloria, sia avvenuta il mattino di Pasqua, evento sfuggito a ogni esperienza e fuori da ogni umano controllo.
Quindi correggendo una mentalità sufficientemente diffusa, i Testi Evangelici invitano a collocare l’Ascensione e l’Intronizzazione di Gesù alla Destra del Padre, nello stesso giorno della Sua Morte; poi Egli è tornato dal Cielo per manifestarSi ai Suoi e completare la Sua Predicazione per un periodo di "quaranta" giorni.
Quindi l’Ascensione raccontata da Luca, Marco e dagli Atti degli Apostoli, non si riferisce al primo ingresso del Salvatore nella Gloria, quanto piuttosto a l’ultima Apparizione e partenza, che chiude le Sue Manifestazioni visibili sulla Terra.
Pertanto l’intento dei Racconti dell’Ascensione non è quello di descrivere il reale ritorno al Padre, ma di far conoscere alcuni tratti dell’ultima Manifestazione di Gesù, una manifestazione di congedo, necessaria perché Egli deve ritornare al Padre per completare tutta la Redenzione: “Se non vado non verrà a voi il Consolatore, se invece vado ve Lo manderò” (Giov. 16, 5-7).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dà all’Ascensione questa definizione: “Dopo quaranta giorni, da quando Si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di un’umanità ordinaria, che velavano la Sua Gloria di Risorto, Cristo sale al Cielo e siede alla Destra del Padre.
Egli è il Signore, Che regna ormai con la Sua Umanità nella Gloria Eterna, come Figlio di Dio, Che intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre.
Egli ci manda il Suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerLo un giorno, avendoci preparato un posto”.
L’Ascensione fu quindi il momento del ricongiungimento di Cristo al Padre: un addio al Mondo terreno, inteso come un “andare verso Dio”, come l'abbandono della dimensione umana, in cui Si era calato per recuperare quella Divina da cui proveniva.
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo