Epurazioni, tenerezza e paura
Dopo Gnocchi e Palmaro, Padre Livio Fanzaga ha cacciato da Radio Maria anche il prof. Roberto de Mattei.
Ufficialmente per un articolo che questi ha scritto. L’articolo è ovunque sul web e chiunque lo può leggere e leggendolo può verificare direttamente l’insulsaggine della decisione.
Siccome Padre Livio non è un insulso (e in fondo ha il merito di aver chiamato a collaborare de Mattei a Radio Maria: avrebbe potuto non farlo e, come de Mattei stesso ammette, lo ha pure difeso in passato da durissimi attacchi esterni e interni), è abbastanza ovvio che, come nel caso di Gnocchi e Palmaro, tali decisioni gli vengano imposte dall’alto, o, perlomeno, “consigliate”.
O, almeno, se anche volessimo ammettere che non abbia ricevuto nessun “consiglio” diretto, comunque egli è vittima della paura del clima generale che si è creato nella Chiesa della “tenerezza”. Questo lo avevo già scritto in occasione della cacciata di Gnocchi e Palmaro: Padre Livio ha paura. E ha paura del nuovo corso della Chiesa della tenerezza.
Non dimentichiamo del resto, a proposito di tenerezza, che nello stesso giorno è stato cacciato dal suo posto anche Boffo, uomo che aveva resistito perfino al “metodo” che porta il suo nome, all’attacco nientemeno di quotidiani nazionali, e questo lo diciamo al di là di ogni valutazione morale sul personaggio e sulle reali motivazioni della sua cacciata.
Insomma, sempre più, una tenerezza che fa paura e non guarda in faccia a nessuno. O meglio, a nessuno all’interno della Chiesa, ma guarda molto, moltissimo, troppo, al di fuori di essa.
Il problema però del Direttore di Radio Maria è che commette – come accade spesso agli uomini spaventati – un errore di valutazione: crede che mostrandosi diligente e obbediente al nuovo corso possa salvarsi. In realtà, non è così.
Già conosciamo ora la prima obiezione a quanto stiamo dicendo: Radio Maria non appartiene al Vaticano e quindi tecnicamente nessuno può cacciare Padre Livio dal suo posto.
Occorre però tener presente che questi è comunque un sacerdote e il Vaticano ha mille maniere e mezzi per influenzare le scelte: basti pensare al “metodo Maradiaga” ultimamente conosciuto, rivolto addirittura non a un semplice sacerdote per quanto famoso, ma a un principe della Chiesa, per giunta Prefetto della Congregazione della Fede: come detto, la tenerezza del nuovo corso non guarda in faccia a nessuno.
Il metodo Maradiaga, quello insomma di farti apparire se non proprio un cretino almeno un retrogrado sorpassato dalla storia, non è meno doloroso del metodo Boffo. E forse ottiene anche più risultati.
Dico questo proprio per far capire che la paura di padre Livio, che lo spinge ad essere ormai un nuovo epurator dei nostri tempi, non è che sia del tutto ingiustificata. Solo che lo acceca nel suo modus operandi, come dicevamo. Padre Livio non capisce o fa finta di non capire che se qualcuno dall’altro decide di farlo fuori, lo fa fuori. Dobbiamo citare il caso dei Francescano dell’Immacolata?
Il nuovo corso della tenerezza ha forse avuto problemi a distruggere l’ordine più vivo e fedele al magistero e alla Chiesa che esisteva fino all’estate scorsa? Ha avuto qualche riguardo per il fondatore? E anche i Francescani dell’Immacolata hanno radio e televisioni, oltre a centinaia di frati e suore sparsi nel mondo.
Padre Livio, con queste epurazioni, è ormai entrato in una spirale pericolosa e senza uscita. Basti fare una sola considerazione. Fra non molto Papa Francesco dovrà pronunciarsi sul caso Medjugorie e tutti sappiamo che il pontefice non è propenso alla credulità per decine di migliaia di apparizioni quotidiane che avvengono da trent’anni a comando da parte dei veggenti in ogni parte del mondo.
Se dovesse continuare sulla sua linea della sua usuale tenerezza, e dovesse dichiarare che Medjugorie non consta della soprannaturalità, che farà Padre Livio (e altri del suo mondo medjugoriano)? Si auto epurerà? Oppure dichiarerà che le apparizioni sono un falso per obbedienza al nuovo corso che tanto lo spaventa? Oppure disobbedirà?
Qualcuno mi ha detto che una mattina parlando alla Radio avrebbe affermato che il papa non ha potere di decisione in merito a Medjugorie. Non so se ciò risponda al vero, ma Padre Livio “non può non sapere” che tutti i vescovi di Mostar hanno negato la soprannaturalità delle apparizioni e che la parola ultima su qualsiasi evento che richiami il soprannaturale spetta alla Chiesa, ovvero al pontefice di Roma. E se questi dovesse esprimersi negativamente, Padre Livio sarà allora tenuto all’obbedienza e a smetterla con Medjugorie. Oppure, può scegliere di disobbedire, ma allora dovrà auto espellersi, in nome della coerenza con la quale ha espulso Gnocchi, Palmaro e de Mattei.
Padre Livio ha imboccato una brutta strada. Per ora gli resta la speranza che Papa Francesco non sia troppo “tenero” con Medjugorie… e alla fine se ne esca con una formula compromissoria per niente argentina e maradiagana ma sullo stampo della vecchia e tanto odiata diplomazia della curia romana. Finché può avere questa speranza Padre Livio potrà continuare a essere il nuovo epurator.
Il tempo ci darà risposta a riguardo. Ma una risposta comunque già l’abbiamo. Ed è che la tenerezza del nuovo corso della Chiesa continua a mietere vittime.
A proposito di durezza e tenerezza, qualcuno si ricorda come veniva presentato l’attuale “papa emerito”?
By Riscossa Cristiana, 16 febbraio 2014