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Indi, i giudici rifiutano l’appello. Lettera di Meloni a Londra: “In Italia può avere una vita dignitosa” 10 Nov 2023 19:24 - di Federica Parbuoni

La lettera di Meloni per Indi Gregory

Meloni, che alcuni giorni fa con il governo aveva concesso la cittadinanza onoraria alla piccola per favorirne il trasferimento, ha scritto ieri al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia, Alex Chalk, chiedendo una collaborazione ufficiale tra Italia e Regno Unito per facilitare l’arrivo di Indi a Roma, in base alla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori. Nella lettera Meloni ha fatto riferimento in particolare all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b della convenzione, che prevede che “su richiesta motivata dell’Autorità centrale o di un’altra autorità competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’Autorità centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova” potrà “chiedere all’autorità competente del suo Stato di esaminare l’opportunità di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”.

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Al Bambino Gesù già pronto un protocollo per Indi

Meloni, dopo aver ricordato la contrarietà dei genitori alla sospensione delle cure proposta dal Queen’s Medical Center di Nottingham, ha ribadito la disponibilità del Bambino Gesù, una “eccellenza mondiale nell’assistenza pediatrica” ad accogliere e curare Indi. Una soluzione, ha sottolineato il premier, “più adeguata al miglior interesse della bambina”. Il premier nella lettera è anche entrata nel merito del protocollo medico che sarebbe adottato a Roma e che “prevede l’applicazione di uno stent all’efflusso del ventricolo destro per la gestione della condizione cardiologica e trattamenti sperimentali per l’aciduria idrossiglutarica D2,L2 (terapia con fenilbutirrato, terapia con citrato e dieta chetogenica)”. “Durante l’attuazione di questi trattamenti, l’ospedale ha assicurato che alla bambina sarà garantita la completa assenza di dolore e la fornitura di sistemi di ventilazione che ridurrà al minimo indispensabile ogni disagio”, ha spiegato ancora il presidente del Consiglio.

L’appello di Meloni alle autorità Uk: “Indi ha l’opportunità di una vita dignitosa, collaboriamo”

“Credo fermamente – ha quindi scritto Meloni – che ciò sia nell’interesse della bambina: non le causerà alcun dolore, come assicurano i nostri medici, e le darà solo un’ulteriore concreta opportunità di vivere una vita dignitosa. Spero possiate accogliere questa mia richiesta, in tempo per consentire a Indi di accedere a questa possibilità, nello spirito di collaborazione che da sempre – ha concluso il premier – caratterizza i rapporti tra i nostri due Paesi”.

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Non fu Mussolini a inventare l’espressione “Perfida Albione” per definire spregiativamente l’Inghilterra.
Le ricostruzioni storiche hanno trovato associazioni tra l’aggettivo e il nome usato dai greci per definire la Gran Bretagna già nel tredicesimo secolo. Ma la sua canonizzazione viene attribuita al Marchese Agostino di Ximenes, un francese di origine spagnola, autore alla fine del Settecento …Altro
Non fu Mussolini a inventare l’espressione “Perfida Albione” per definire spregiativamente l’Inghilterra.
Le ricostruzioni storiche hanno trovato associazioni tra l’aggettivo e il nome usato dai greci per definire la Gran Bretagna già nel tredicesimo secolo. Ma la sua canonizzazione viene attribuita al Marchese Agostino di Ximenes, un francese di origine spagnola, autore alla fine del Settecento di un verso che diceva “Attacchiamo la perfida Albione nelle sue acque”.

Da quei tempi rivoluzionari mal giudicati in Inghilterra, i francesi presero a usare l’espressione spesso in ogni occasione di tensione tra i due paesi. Ma quando – nel XX secolo – i rapporti tra i paesi migliorarono con le alleanze militari nelle due guerre, il disprezzo per l’Inghilterra fu raccolto dai regimi fascisti e in special modo in Italia da Mussolini che parlò di “Perfida Albione” attaccando l’adesione britannica alle sanzioni anti-italiane dopo la conquista dell’Abissinia. E proseguì a usare l’espressione successivamente.

Dopo la fine del fascismo, le due parole sono rimaste in uso di solito ironico o hanno trovato altre vite soprattutto in campo calcistico (ma anche in Argentina per la guerra delle Falkland): Dick Cheney le usò per esprimere il disappunto degli Stati Uniti nei confronti di un incontro tra il ministro britannico David Miliband e il presidente siriano Assad.

Il disprezzo per la Gran Bretagna è rimasto però parte di un vecchio pezzo della cultura reazionaria italiana, e del comune sentire di una piccola parte ignorante degli italiani (nuove destre hanno invece sviluppato attrazioni e interessi per quel paese). È diverso dal disprezzo per la Francia, spesso condiviso dalle stesse teste microscioviniste: non è frutto di una competizione spesso perdente, ma di un complesso di inferiorità (Mussolini stesso si riferiva alle pretese inglesi di mantenere il proprio impero negandolo all’Italia).

E si risveglia ogni tanto, ridicolo, nelle piccole cose (di solito articoli di giornali inglesi che dipingono criticamente il “Belpaese”, per restare ai cliché) e prevalentemente nel calcio.

Come dimostra un violento editoriale di Vittorio Feltri su "il Giornale"
alda luisa corsini
I ragazzi italiani dell'epoca venivano educati a scaricare la tensione con un "Dio stramaledica gli Inglesi", (!!!).