VARIE TIPOLOGIE DI PECCATI DI LINGUA (II)

Imprecazione, maledizione paterna/materna, ingiuria, lode a se stessi, immoralità, parolacce, parlare male della Religione

Continuiamo l'analisi di alcuni modi con cui si può peccare con la lingua.

1) IMPRECAZIONE: Proferire qualche parola contro se stessi o contro gli altri desiderandone il male. A seconda della gravità del male che si augura può costituire un peccato veniale o un peccato mortale. Se si impreca distrattamente o senza vera collera non c'è peccato mortale ma veniale. Augurare la morte a qualcuno invece costituisce colpa grave. Spesso chi augura il male lo subisce.

2) MALEDIZIONE PATERNA/MATERNA
Un caso particolare collegato all'imprecazione: quando i figli causano la rabbia dei genitori in modo tale da far si che questi li "maledicano". Bisogna ricordare che se c'è una maledizione che il cielo ascolta è quella dei genitori verso i figli per questo essi devono assolutamente fare in modo di non arrivare mai a maledire i propri figli perchè non potrebbero sfuggire alle conseguenze.

3) INGIURIA
E' sempre un peccato almeno veniale, a volte può essere grave a seconda della circostanza e dell'offesa. Gesù insegna che chi ingiuria gravemente il prossimo tanto da scacciarlo dalla propria vita è meritevole dell'inferno. Pensiamo a due persona che da amiche che erano per un qualche motivo arrivano a ingiuriarsi e a mandarsi a quel paese; questo è un caso tipico. Il vangelo insegna il perdono illimitato. Non bisogna vivere le piccole ingiurie che si fanno in famiglia fratelli o sorelle, ma correggersi prima possibile. Offendere gravemente qualcuno è peccato mortale. Male maggiore è l'ingiuria fatta ai superiori, genitori o altri. Si toglie l'onore e per essere assolti bisogna ridare l'onore tolto alla vittima. Qual ora fossimo noi le vittime dell'ingiuria, se non la meritiamo preghiamo per chi ci fa del male e rispondiamo dicendo bene di lui. Se invece la meritiamo ringraziamo Dio che ci permette cosi di scontare un po' dei nostri peccati.

4) LODARE SE STESSI
E' frutto di superbia. Lasciamo che siano gli altri a lodarci e se dovessero farlo rimaniamo sempre umili consci che la nostra parte l'abbiamo fatta ma che è niente in confronto a ciò che Dio ha fatto e fa per noi tutti. Chi si loda solitamente disprezza gli altri. Se non nel cuore, a volte nelle parole. Il pericolo è di suscitare invidie, gelosie e zizzania che sono cancri per le comunità e per le famiglie e quindi causare peccati.

5) DISCORSI IMMORALI
Bisogna evitare le compagnie immorali e i luoghi immorali. La bocca parla della pienezza del cuore perciò se il cuore è pieno di purezza tutto ciò che uscirà dalla bocca sarà puro, viceversa... si causa lo scandalo specialmente verso i bambini e i giovani. Lo scandalo è un peccato che per essere assolto va riparato ed è molto difficile ripararlo a volte. Il buon esempio è la migliore predica...

6) PAROLACCE
Sono sempre un male e un prestare la bocca al demonio. satana (scritto volutamente minuscolo) è il primo che non disdegna di dire parolacce quando si rivela nella gente che possiede. Non è il modo di parlare invece di Gesù o di Maria santissima. I nostri esempi sono Loro, non lui. A seconda della pesantezza della parolaccia si ha peccato veniale o mortale; Don Bosco diceva che la prima cosa brutta che ricordava di aver sentito da giovane era una parolaccia e da allora non l'aveva più dimenticata. L'abitudine non giustifica una cattiva azione.

7) PARLARE MALE DELLA RELIGIONE
Chi usa il dono di Dio per parlare male della Religione da Lui fondata è un serpente che fa le veci del maligno. Se poi parla male della religione ad altri è un assassino di anime. Chiunque allontana una sola anima dalla chiesa voluta da Cristo come arca di salvezza per le genti del mondo intero si mette da se stesso all'inferno. Chi perde le anime perde se stesso! Fa le veci dirette del demonio che per perdere le anime le tenta e le tenta attraverso la bocca di questo scellerato che parla male di ciò che dovrebbe benedire e amare.

Usiamo la lingua per parlare bene e non per peccare. Confessiamo i peccati di lingua che prima pensavamo fossero cosette da niente e ripariamo ai danni fatti a Dio, a noi stessi e al prossimo.