Francesco I
31,2K

Anonimi della Croce: “Forti perplessità su alcune dichiarazioni del Cardinale Müller in riferimento all’Amoris Laetitia”

“Forti perplessità su alcune dichiarazioni del Cardinale Müller in riferimento all’Amoris Laetitia” di Fra Cristoforo
Tra qualche giorno uscirà un libro di Rocco Buttiglione, dal titolo: risposte amichevoli ai critici di Amoris Laetitia. Dove Buttiglione sia diventato esperto di Teologia resta per me un mistero (se qualcuno ha fonti più aggiornate mi illumini). Dal suo curriculum si vede che ha una laurea in giurisprudenza, ed una “honoris causa” in filosofia presso l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (it.wikipedia.org/wiki/Rocco_Buttiglione) … (simile alla laurea “honoris causa” di Dario Fo, o di Giovanotti). Ma a parte questa premessa, è interessante vedere come chi ha curato il saggio introduttivo di questo nuovo libro di Buttiglione, sia stato proprio il Cardinale Müller.
Premetto che stimo Müller , perché lo reputo davvero un uomo di Dio. Tuttavia alcune affermazioni della sua introduzione hanno suscitato in me diverse perplessità che voglio condividere con voi.
Intanto sposa da subito la tesi di Buttiglione affermando che: “Amoris Laetitia non implica nessuna svolta magisteriale verso un’etica della situazione e quindi nessuna contraddizione con l’enciclica Veritatis splendor del Papa san Giovanni Paolo II” (www.lastampa.it/…/pagina.html).

Cosa che non è assolutamente vera. In diversi passaggi AL mette come primato assoluto la coscienza dell’uomo sulla legge divina. Ma tutta la Parola di Dio e tutto il magistero della Chiesa, i documenti dei Papi, hanno sempre insegnato l’esatto contrario. È vero che la coscienza ha una importanza rilevante nel cammino di fede, ma Giovanni Paolo II nella Veritatis Splendor al n° 32 dice: “ In alcune correnti del pensiero moderno si è giunti adesaltare la libertà al punto da farne un assoluto, che sarebbe la sorgente dei valori. In questa direzione si muovono le dottrine che perdono il senso della trascendenza o quelle che sono esplicitamente atee. Si sono attribuite alla coscienza individuale le prerogative di un’istanza suprema del giudizio morale, che decide categoricamente e infallibilmente del bene e del male. All’affermazione del dovere di seguire la propria coscienza si è indebitamente aggiunta l’affermazione che il giudizio morale è vero per il fatto stesso che proviene dalla coscienza. Ma, in tal modo, l’imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di «accordo con se stessi», tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale”.
E ancora al n° 34: “Alcune tendenze della teologia morale odierna, sotto l’influsso delle correnti soggettiviste ed individualiste ora ricordate, interpretano in modo nuovo il rapporto della libertà con la legge morale, con la natura umana e con la coscienza, e propongono criteri innovativi di valutazione morale degli atti: sono tendenze che, pur nella loro varietà, si ritrovano nel fatto di indebolire o addirittura di negare la dipendenza della libertà dalla verità”.

Interessante anche il passaggio di Giovanni Paolo II al n° 63: “Il male commesso a causa di una ignoranza invincibile, o di un errore di giudizio non colpevole, può non essere imputabile alla persona che lo compie; ma anche in tal caso esso non cessa di essere un male, un disordine in relazione alla verità sul bene. Inoltre, il bene non riconosciuto non contribuisce alla crescita morale della persona che lo compie: esso non la perfeziona e non giova a disporla al bene supremo. Così, prima di sentirci facilmente giustificati in nome della nostra coscienza, dovremmo meditare sulla parola del Salmo: «Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo» (Sal 181,13). Ci sono colpe che non riusciamo a vedere e che nondimeno rimangono colpe, perché ci siamo rifiutati di andare verso la luce (cf Gv 9,39-41)” (w2.vatican.va/…/hf_jp-ii_enc_06… ).
Personalmente dopo aver letto questi passi della Veritatis Splendor, (vi consiglio di rivederla tutta…un bagno vero nella sana dottrina), io non ci vedo nessun legame con Amoris Laetitia. Anzi. Vedo due poli completamente opposti.
Müller prosegue il commento al pensiero di Bergoglio su AL affermando: “Secondo il suo concetto (di Bergoglio) ogni matrimonio sacramentale è indissolubile. Ma nella realtà un nuovo matrimonio è possibile – anche in vita del coniuge legittimo -, quando in concreto a causa della mancanza di uno dei suoi elementi costitutivi il primo matrimonio in realtà non sussisteva come matrimonio fondato da Dio per la mancanza di uno dei suoi elementi costitutivi.
Il matrimonio civile è per noi rilevante solo nella misura in cui, nella impossibilità fisica o morale di osservare la forma richiesta dalla Chiesa del consenso davanti ad un prete ed a due testimoni, costituisce una pubblica attestazione di un reale consenso matrimoniale”.

E aggiunge: “Nel caso di una conversione in età matura (di un cattolico che è tale solo sul certificato di battesimo) si può dare il caso che un cristiano sia convinto in coscienza che il suo primo legame, anche se ha avuto luogo nella forma di un matrimonio in Chiesa, non fosse valido come sacramento e che il suo attuale legame simil-matrimoniale, allietato da figli e con una convivenza maturata nel tempo con il suo partner attuale sia un autentico matrimonio davanti a Dio. Forse questo non può essere provato canonicamente a causa del contesto materiale o per la cultura propria della mentalità dominante. È possibile che la tensione che qui si verifica fra lo status pubblico-oggettivo del “secondo” matrimonio e la colpa soggettiva possa aprire, nelle condizioni descritte, la via al sacramento della penitenza ed alla Santa Comunione, passando attraverso un discernimento pastorale in foro interno”.
In sintesi il Cardinale approva la tesi di Bergoglio, che in AL afferma che se una persona “nella sua coscienza” (quindi senza passare per la Sacra Rota), è certo che il suo primo matrimonio è nullo, può tranquillamente risposarsi (civilmente) ed accedere ai sacramenti. Contraddicendo così la Veritatis Splendor, perché mette la “coscienza” al di sopra di tutto e di tutti.

Ma allora il discernimento della Chiesa sulle nullità matrimoniali? Non conta nulla? Conta solo la coscienza di chi magari un giorno si sveglia e decide da solo che il suo matrimonio è nullo e quindo sempre in “coscienza” si sente libero di fare quello che vuole?
Davanti a queste affermazioni di Müller vi giuro che sono rimasto davvero perplesso. E (anche se il mio parere conta zero), non sono per nulla d’accordo. AL è in piena rottura con la Veritatis Splendor.

Due sono le cose: o il Cardinale sta cercando di tappare maldestramente le falle di Bergoglio (come faceva quand’era Prefetto), oppure è in atto un cambiamento totale di rotta. La prima ipotesi mi farebbe sorridere. La seconda mi preoccuperebbe moltissimo.
Fra Cristoforo
(anonimidellacroceblog.wordpress.com)
Sam Gamgee
Nella ex chiesa cattolica di oggi la liberta' di affermare il vero o il falso ,a scelta ,e' totale . A decidere e' una ' coscienza ' che ha del fantomatico, basta che trionfi l' interesse personale. Il bello e' che poi, come nella politica nazionale , chiedono ai credenti di essere 'responsabili' e soprattutto 'obbedienti' verso chi comanda.
Sempliciotto
Muller, in effetti, non si capisce bene a che gioco stia giocando... Dice tutto e il contrario di tutto.
Un altro che crea confusione, proprio quello di cui abbiamo bisogno!
CristianoD.O.C
ascoltiamo una nuona sana Dottrina prima di andare a letto😂🤣🤣
www.youtube.com/watchAltro
ascoltiamo una nuona sana Dottrina prima di andare a letto😂🤣🤣

www.youtube.com/watch