Risposte ad alcune difficoltà pratiche riguardo alla Messa

“Se non si potesse entrare in Chiesa, sia a causa della folla, sia per altre ragioni, si sarebbe ascoltata la Messa?”- Si, senza alcun dubbio, dal momento che si prega però come se ci si trovasse nella chiesa. All’impossibile non è tenuto nessuno. “È necessario vedere il Prete e l’altare?” – No, dal momento che ci si unisce all’intenzione del Santo-Sacrificio: questo solo è sufficiente: la presenza morale. “E se si abitasse vicino alla chiesa? Se dalla propria finestra si potesse ascoltare la campanella, o intravedere l’altare, si soddisferebbe al precetto della Chiesa?” – Qualcuno risponde affermativamente. Il sentimento opposto sembra però più certo; ed è in questo senso che a Roma, il Cardinale-Vicario ha risolto la questione. E la ragione è che, per assistere realmente alla Messa, è necessario che vi sia almeno la presenza morale; ora nel caso presente, sembra che non vi sia presenza morale. Si verrebbe alla Messa ma non vi si assisterebbe. La Messa si dice in chiesa, e bisogna andare in chiesa per ascoltarla. Bisogna andare in chiesa per contribuire al culto pubblico dovuto al Signore, e dare l’un l’altro l’edificazione che noi tutti dobbiamo. – “Se, in un giorno obbligatorio, ci si confessi durante la Messa, si soddisferebbe al precetto?” – No, è il caso di dire che non si possono fare due cose in una volta; “e si potrebbe almeno far penitenza durante la Messa?” – Si, senza alcun dubbio, a meno che questa penitenza non consista nel fare qualcosa di incompatibile con l’assistenza propriamente detta al Santo-Sacrificio, come sarebbe ad esempio l’esercizio della Via Crucis davanti ad ogni Stazione. “Se, durante la celebrazione della Messa, si fosse obbligati a lasciare momentaneamente la chiesa, per motivo di salute, ad esempio, si sarebbe soddisfatto al precetto?” – Dipende; si, se l’assenza è solo di pochi minuti e non comprende il momento sacro della Consacrazione, che è il cuore del Santo-Sacrificio; no, se l’assenza si prolunga fino a coinvolgere la parte più importante della Messa. In questo ultimo caso, si dovrebbe, se possibile, ascoltare un’altra Messa, almeno in parte, e se non ve ne fossero, non si sarebbe commesso un peccato: ove non c’è volontà colpevole, non ci sarebbe evidentemente peccato. “La Domenica ed i giorni di festa si è obbligati ad assistere alla Messa nella propria parrocchia?” – No, il Papa Benedetto XIV lo ha formalmente dichiarato. Non si è giammai obbligati ad assistere alla Messa nella propria parrocchia. Comunque, quando si può scegliere, è certamente preferibile e più cattolico recarsi alla propria parrocchia. La Chiesa invita i fedeli ad assistere alla Messa parrocchiale, ma non lo comanda; essa consiglia, non ordina; esorta, senza ricorrere a minacce. La chiesa parrocchiale è la nostra chiesa; essa è il luogo ufficiale dove tutti i parrocchiani sono chiamati, dalla Chiesa stessa, ad adorare il buon DIO, a cantare le sue lodi, a ricevere i Sacramenti. Là si trova il proprio pastore, è là che siamo diventati cristiani, là facciamo la nostra Pasqua, là ci si sposa, vi si compiono tutti i grandi atti della nostra vita cristiana, là infine saranno un giorno portati i nostri resti mortali per ricevere l’ultima benedizione della Chiesa. Ogni parrocchia forma come una famiglia religiosa, la chiesa parrocchiale ne è naturalmente il centro, il luogo di riunione, la casa familiare. Per tutti questi motivi, sarebbe meglio ascoltare la Messa nella propria parrocchia; ma questo non è obbligatorio, e soddisfa al precetto ascoltarla anche altrove. “Dove vi sono più Messe, bisogna, la Domenica, ascoltare la Messa solenne parrocchiale?” – Quando si può, questo è infinitamente meglio; ma non è necessario. Sarebbe meglio perché la Messa solenne parrocchiale è celebrata in particolare da tutti i parrocchiani, ed ottiene loro delle grazie tutte particolari. In più vi si ascoltano le preghiere e le raccomandazioni dal pulpito, l’annuncio delle feste, dei digiuni, di tutto ciò che riguarda la coscienza e la pietà dei fedeli. Andare la domenica alla Messa solenne parrocchiale, ben pregare in essa, cantare le lodi di DIO, è certamente il miglior consiglio che possa essere dato alle famiglie cristiane. – Ci sono persone che credono che sia d’obbligo, anche sotto pena di peccato mortale, l’assistere alla Messa solenne parrocchiale almeno una volta al mese. È un errore; e noi lo ripetiamo, malgrado i vantaggi incontestabili che presenta questa Messa, noi non vi siamo in coscienza obbligati. “Si compirebbe il precetto se in una Domenica o giorno di festa, si assiste alla metà di una Messa, a partire dal Sanctus, per esempio, fino alla fine, e si ascoltasse poi la prima parte di un’altra Messa fino al Sanctus?” – Sì, premettendo che queste due Messe non siano separaste da un gran lasso di tempo e atteso che si assista, come qui si suppone, alla Consacrazione ed alla Comunione dello stesso celebrante. Ma questo si può fare in caso di necessità, perché più rispettoso, regolare, sarebbe ascoltare la seconda Messa per intero. – Si sarebbe assistito in questo caso, alla Messa per intero, perché in fondo, nella Chiesa c’è un unico Sacrificio ogni Prete dice la Messa e, nel caso presente, uno dietro l’altro, offrono in fondo lo stesso Sacrificio. E così il fedele ha assistito “alla” Messa, benché non abbia assistito ad “una” Messa. – È necessario che le Messe che si fanno celebrare per i morti, siano dette in nero?” – Per nulla al mondo! Non è il colore degli ornamenti che fa il valore e l’applicazione della Messa; è l’intenzione del prete che applica i meriti infiniti di Nostro-Signore. Non si possono dire ogni giorno delle Messe “in nero”: così le Domeniche ed i giorni di gran festa, ed in generale le feste che la Chiesa celebra con quello che chiama il “rito doppio”, il prete non ha il diritto di usare i paramenti neri, a meno che non si tratti di un funerale. Ma, lo ripeto, il colore del paramento non conta niente. “Che succederebbe se, per involontaria dimenticanza, un Prete non celebrasse una Messa di cui si è impegnato?” – Nella sua misericordia, il buon DIO vi supplirebbe senza dubbio, perché Egli è buono e giusto, ma non bisogna dissimulare, rimpiazzando la Messa omessa, e se vi fosse negligenza, il Prete avrebbe a risponderne davanti a DIO. Quando se ne accorge egli sarebbe tenuto in coscienza a riparare alla sua dimenticanza il più prontamente possibile. Quanto alle intenzioni che non sono state supplite, è uno dei numerosi accidenti che genera sovente l’infermità umana e di cui nessuno è veramente responsabile in coscienza. È come quando si perde del denaro senza colpa, o quando si lascia cadere qualche oggetto prezioso che si perde; o come quando una madre o una nutrice si lascia scappare dalle braccia e cadere a terra un bambino che si fa male, o altri accidenti del genere. Questi sono incidenti, non colpe. Si cerca di ripararli come si può, e finché si può; “Quando si è fatta celebrare una Messa per questa o quella anima del Purgatorio, si è sicuri che essa sia stata liberata?” – No, la potenza spirituale della Chiesa non si estende sulle anime del Purgatorio se non in maniera indiretta e generale, come mezzo di suffragio, di preghiera. La Chiesa non può quaggiù pregare e supplire per le anime del Purgatorio; al Signore soltanto appartiene il potere di liberarli direttamente ed individualmente. Quando facciamo dire una Messa per questo o quel defunto, noi offriamo al buon DIO i meriti infiniti ed il sangue di suo Figlio, e Gli chiediamo di degnarsi di applicarli per questa anima; certamente ce n’è di più per liberare non solo quest’anima, ma anche tutte le altre, così una Messa, o anche molte Messe non liberano questa o quell’altra anima dal Purgatorio, e si potrebbe concludere che ciò sia una impotenza del Santo-Sacrificio. Il sangue di Nostro-Signore è onnipotente; ma non è sempre applicato come noi comandiamo. Noi siamo sicuri che la Messa offerta dalle nostre cure sia applicata a sollievo delle anime del Purgatorio, ma non siamo mai sicuri che questa venga applicata in particolare per l’anima per cui preghiamo e facciamo pregare. La giustizia di DIO ha delle esigenze che noi sulla terra non conosciamo. Ecco perché non bisogna mai cessare di pregare per i nostri cari defunti, di guadagnare per essi quante più indulgenze possibili, e far celebrare Messe per loro sollievo e la loro liberazione. “Una Messa cantata è più efficace di una Messa bassa?” – Essa è più solenne, ma non è più efficace. Una Messa cantata attira ordinariamente più gente, fa pregare per un tempo più lungo i fedeli; e come annunciato in precedenza, tutti sanno con quale intenzione particolare sia applicata, e quindi si prega più specialmente con questa intenzione. “Perché si fa celebrare la Messa in onore della Santa-Vergine e dei Santi? Essi non hanno bisogno di niente, perché sono in Paradiso”. – Così non si dice la Messa per essi. La Chiesa della terra è in comunione molto intima con la Chiesa del cielo; e siccome è molto semplice che la Santa Vergine e i Santi ci proteggono, ci assistono e ci fanno sentire il potere di cui godono in cielo; e pertanto è del tutto naturale che noi che li amiamo, offriamo i meriti infiniti del Sangue del Salvatore per ringraziare il buon DIO della loro gloria e della loro beatitudine eterna. Il Sangue di GESÙ-CRISTO è a nostra disposizione quaggiù per mezzo della Messa, e noi siamo felici di aumentare, offrendolo, la potenza delle azioni di grazie che la Santa Vergine ed i Santi offrono a Dio nel cielo. La Santa Messa è un presente divino e veramente infinito che possiamo fare e che dobbiamo fare con amore alla buona Vergine, agli Angeli ed ai Santi. – Ci sarebbero ancora tante piccole difficoltà pratiche da chiarire riguardanti la Messa; per la risoluzione rimando al curato o al Confessore, che sarà ben lieto di dare le necessarie spiegazioni
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