L'euro è un crimine contro l'umanità!

La sanità greca?

In caduta libera


A quattro anni dai primi interventi della Trojka europea (Fmi, Ue e Bce) per ripianare il deficit dello Stato ellenico, la mannaia dei tagli continua mietere vittime. L’ultimo atto, alla fine di febbraio, ha avuto come obiettivo la rete statale degli ambulatori specialistici del paese (l’Eopyy, ossia l’Ente nazionale per la prestazione dei servizi sanitari). Un ennesimo giro di vite che ha provocato le reazioni dei medici greci (alcuni dei quali si sono rifiutati di consegnare gli edifici pubblici che ospitano i poliambulatori del servizio sanitario pubblico), ed anche le immediate ritorsioni del Governo che, al grido di chi rompe paga, ha minacciato sanzioni contro i camici bianchi per eventuali danni a strutture e macchinari.
Un atto che potrebbe rendere l'accesso dei pazienti all'assistenza sanitaria di base sempre più difficile, soprattutto considerando che molte strutture potrebbero essere chiuse. Un ennesimo colpo basso alla sanità greca che va ad aggiungersi a una lunga lista di fendenti che ha provocato un impoverimento della sanità pubblica: gli ospedali sono sottofinanziati, in grado di supportare solo le operazioni di prima necessità a fronte di carenze significative di materiali, cibo e medicine. A questo si aggiungono una smisurata contrazione dei redditi e una preoccupante carenza di personale (oltre 15mila medici andranno in pensione e non saranno sostituiti), ed anche l’abolizione delle guardie notturne negli ospedali.
Il presidente della Federazione dei medici ospedalieri della Grecia (Oenge), Dimitris Barnaba parla di “fallimento totale della prima rete di assistenza del Ssn” e di tentativi di nascondere questo fallimento, prima delle elezioni, per dare la sensazione che i problemi sono risolti.

E così le proteste dei medici montano sempre di più. Il mese di aprile si preannuncia caldissimo: l’ undici aprile, i medici degli ospedali di tutto il paese hanno incrociato le braccia. E questa è solo la prima di un’ennesima lunga serie di proteste che culminerà in un nuovo sciopero generale di tutto il mondo sanitario.
Soprattutto cresce, tra le associazioni sindacali di categoria, il “ragionevole sospetto”, così lo hanno definito in una nota, che molte funzioni del-
la sanità pubblica vengano assegnate a società private. Con tutte le conseguenze negative che questo comporterà per la qualità e la sicurezza
Gli ospedali pubblici sono allo stremo, mancano personale, materiali, cibo e medicine. E l’assistenza sul territorio peggiora di giorno in giorno. In cinque anni i medici hanno subito un taglio dei due terzi dei loro stipendi. Le proteste dei medici sono ormai all’ordine del giorno. Ne abbiamo parlato con il dottor Kristos Papafrangos, direttore in un centro di cure primarie dei servizi e dei relativi costi a carico dei pazienti.
Insomma, uno scenario che in questa intervista il dottor Kristos Papafrangos, direttore in un centro di cure primarie, non esita a definire “tragico”. E lo ripete più e più volte.
Dottor Papafrangos, le notizie che arrivano dalla Grecia sono sempre più preoccupanti.
Com’è la situazione?
Tragica. Fino al 2009 la situazione era sotto controllo, ma da quando la trojka ha imposto al governo greco di fare sostanziosi tagli nel settore
pubblico è iniziato il declino. I primi a essere colpiti sono stati i nostri stipendi: ho la qualifica di Direttore (in Grecia non ci sono differenze tra
medici del territorio e medici ospedalieri, dal punto di vista contrattuale siamo equiparati), nel 2009 guadagnavo circa 4mila euro netti, ora ar-
rivo a 1.600 euro al mese. Poi sono arrivati i tagli negli ospedali. Nelle strutture scarseggiano i materiali di prima necessità, cibo e medicine.
Praticamente le strutture rimangono in piedi grazie al nostro contributo.
Questa situazione è omogenea in tutto il Paese?

Sì la situazione di crisi è ovunque. Tutte le strutture, sia i centri di cure primarie sia i grandi ospedali, sono in ginocchio. Non è raro vedere i parenti dei pazienti costretti a portare i farmaci negli ospedali. Un’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle: ho dovuto portare le siringhe da casa
mia per poter assistere un parente ricoverato, ed anche l’insulina perché era impossibile averla in ospedale. E non ci sono privilegi, se dovessi es-
sere ricoverato in ospedale non riceverei un trattamento più favorevole nonostante le mia professione.
Ogni giorno l’Oenge, l’organizzazione dei medici ospedalieri, che comprende anche noi medici dei centri di cure primarie, denuncia questa
grave situazione, ma la nostra voce rimane inascoltata. A dominare sono solo i diktat della Trojka.

E la sanità privata?

Stanno nascendo molti centri gestiti da privati che dispensano ricette a prezzi contenuti.
Recentemente l’organizzazione dei medici ospedalieri ha denunciato il caso di chirurghi privati che hanno usato le strutture pubbliche per operare a pagamento. Un’anomalia nel nostro sistema che vieta categoricamente ogni sorta di partecipazione privata in ospedale pubblico, e sulla quale sta indagando la magistratura. Soprattutto le lunghe liste d’attesa nelle strutture pubbliche fanno sì che le persone si rivolgono al privato per avere le cure. Almeno quelli che possono ancora permetterselo. Pensiamo che negli ospedali si aspetta più di un mese e mezzo per la chemioterapia. Diventa quindi inevitabile rivolgersi al privato dove tutto è più rapido.

Lei ritiene che ci sia quindi la volontà di devolvere la sanità verso il privato?
È così. Credo che ci sia un disegno che va proprio in questa direzione.
Le notizie che arrivano in Italia ci dicono che molti farmaci non sono disponibili e anche quelli che sono reperibili non si trovano in
tutte le farmacie del Paese. Com’è lo scenario?

Il problema dei farmaci sta diventando esplosivo. Fino a un anno fa il sistema copriva una parte dei farmaci “griffati”. Ora non possiamo più
prescriverli, il sistema rimborsa solo il farmaco generico al prezzo più basso. Questa è una limitazione al diritto dei pazienti a poter scegliere liberamente il farmaco senza doverlo pagare di tasca propria.

(tratto dalla rivista DM (Dirigenti Medici 2014 n. 3)

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Francesco Federico e un altro utente si collegano a questo post
Francesco Federico
E c'è chi dice che la Grecia dimostra il grande successo dell'euro !
vimeo.com/122331366Altro
E c'è chi dice che la Grecia dimostra il grande successo dell'euro !

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Francesco Federico
Vedi anche :
"Come si esce dall'euro" del professor Claudio Borghi Aquilini docente di "economia degli intermediari finanziari" presso l'università Cattolica "Sacro Cuore" di Milano
COME SI ESCE DALL'EURO intervista al Prof. Claudio Borghi AquiliniAltro
Vedi anche :

"Come si esce dall'euro" del professor Claudio Borghi Aquilini docente di "economia degli intermediari finanziari" presso l'università Cattolica "Sacro Cuore" di Milano

COME SI ESCE DALL'EURO intervista al Prof. Claudio Borghi Aquilini
Un altro commento da Francesco Federico
Francesco Federico
Purtroppo siamo finiti nelle mani degli adoratori di Mammona-Euro, e per questa diabolica divinità si è disposti a sacrificare ogni cosa : i beni, il lavoro, la civiltà, la dignità e la vita stessa dei cittadini.
Non a caso ho definito l'Euro diabolico: da moneta che doveva rappresentare il simbolo ( dal greco σύμβολον súmbolon quello che unisce, per i cristiani il simbolo apostolico è il …Altro
Purtroppo siamo finiti nelle mani degli adoratori di Mammona-Euro, e per questa diabolica divinità si è disposti a sacrificare ogni cosa : i beni, il lavoro, la civiltà, la dignità e la vita stessa dei cittadini.

Non a caso ho definito l'Euro diabolico: da moneta che doveva rappresentare il simbolo ( dal greco σύμβολον súmbolon quello che unisce, per i cristiani il simbolo apostolico è il Credo) dell'unità europea ne è diventato il Διάβολος, diábolos , colui che divide, che separa ed in effetti l'euro è diventato il maggiore ostacolo al vivere civile europeo.

VADE RETRO EURO!