MESE MARIANO - APOLOGIA DEL SS. ROSARIO: del Beato Maestro Alano della Rupe per il Vescovo Ferrico di Cluny, Vescovo di Tournai - Come potè il (SS. Rosario), tanto a lungo mirabile e glorioso, cadere …Altro
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- APOLOGIA DEL SS. ROSARIO: del Beato Maestro Alano della Rupe per il Vescovo Ferrico di Cluny, Vescovo di Tournai

- Come potè il (SS. Rosario), tanto a lungo mirabile e glorioso, cadere in oblio?


"Devotissimo Padre in Cristo, la Giustissima Trinità, ai vivi fa attraversare la valle della desolazione, mediante il Rosario della Vergine senza colpa.
A tal proposito, gli animi dei piccoli sono preoccupati al pensiero (cosa che sembra difficile che possa avvenire!), che il Rosario cada sepolto nell'oblio della dimenticanza, scompaia la (sua) testimonianza, e questo produce nei semplici, una certa ansia.

I. Dio, infatti, fin dall’inizio del mondo, e poi, per molti secoli, fu conosciuto chiarissimamente da tutti gli uomini, ma da pochissimi ricevette culto; fino a quando, dunque, tutti gli uomini furono coperti dalla grande coltre della dimenticanza e dell’ignoranza di Dio, al punto che, ai tempi di Abramo, non vi era più alcuno, fuorchè lo stesso Abramo, che lo conoscesse e lo adorasse. A tal punto che il Diluvio inondò tutta la terra, a causa dell’idolatria.
Quello che sappiamo che è avvenuto tra gli uomini, allo stesso Dio, tre volte Santissimo, ci meraviglieremo che ciò sia potuto accadere al nostro Rosario?
E chi può sapere o affermare che il SS. Rosario, allo stesso modo di Dio, sorga o cada in oblio?

II. Che dirò della Legge di Mosè: quanto importante fu essa un tempo, e di che valore! Ma quante volte, essa, e per quanto tempo, anche presso gli stessi Ebrei, cadde in grande abbandono, disprezzo, e dimenticanza?
Questo, allora, avvenne nel popolo (eletto): ma ora che per il giusto merito del nome cristiano, sono stati introdotti nel mondo i Sacri Riti e i Diritti, quanti dirò che li conoscono bene e hanno il desiderio di meditarli nell’animo?

III. Chi non conosce le Leggi e i Sacri Canoni della Chiesa?
Si sa allo stesso modo, quanto forti e tenaci furono i culti Ecclesiastici. Anch’essi, però, giacquero a lungo, in gran parte abbandonati, per (seguire) usi contrari: oggi, poi, sono del tutto trascurati a motivo dell’antichità, e pressochè a stento si riconoscerebbero, se certe carte scolorite e odoranti di vecchio non avessero custodito una velata memoria di esse.

IV. Quanto meno sorprende, al riguardo, che siano cadute nel dimenticatoio molte Leggi degli Imperatori dell’Impero (Romano), e molte disposizioni e sanzioni del Diritto Civile!

V. Quanti Maestri, un tempo, fra i Gentili, i Giudei e i Cristiani, e di quale valore, ora, solo dal nome si conoscono, e forse neppure per sentito dire!
Quanti, e di qual valore, e che intrepidi Eroi, Condottieri e Re vi sono stati, con ugual ricordo delle loro gesta! Quanti inventori di grandi meraviglie, e quanti più ammirevoli artisti di opere incantevoli!
Da quanta grandissima rinomanza erano esaltati, nota anche ai ciechi e ai tosatori, ora essi sono nel silenzio, avvolti dall’eterno vortice della dimenticanza!

VI. Dove sono andati a finire i grandi Regni e le Repubbliche dei Caldei, dei Medi e dei Greci?
Fiorirono, sfiorirono, appassirono, caddero a terra, svanirono!

VII. La disciplina, la condotta e la regola per una vita santissima e degnissima degli Ecclesiastici, posti a modello davanti agli occhi e alle anime del mondo cristiano tutto, dove andarono a finire?
Quanto, questo (mondo) è mutato, rispetto a prima?
Di quel (mondo) nessuno avrebbe più notizia, se non tralucesse ancora dai monumenti degli antichi!

VIII. La prima forma di osservanza di tutti i Sacri Ordini, appare ormai, ahimè, così antiquata, e traspare in una velata ombra, per quanto desse incanto all’Ordine Religioso.
Quelle cose che, un tempo, si ergevano come cedri, ora strisciano a terra, come secchi biancospini e fiacchi tamerischi. Quella forza si è svigorita, la fermezza si è indebolita, il fervore si è intiepidito, l’osservanza, se si spegne, seguirà la stessa sorte.

Anche se queste riforme già avvengono, ahimè, nessuno le chiama novità e fantasie: a tal punto che molti (Religiosi) conoscono molte e tantissime altre cose, ma la propria Regola non la conoscono."

(APOLOGIA DEL SS. ROSARIO:
del Beato Maestro Alano della Rupe
per il Vescovo Ferrico di Cluny,
Vescovo di Tournai.
LIBRO PRIMO: CAPITOLO IX )


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"Anche se queste riforme già avvengono, ahimè, nessuno le chiama novità e fantasie: a tal punto che molti (Religiosi) conoscono molte e tantissime altre cose, ma la propria Regola non la conoscono."