Francesco I
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Minibot, idea coraggiosa e geniale. Ecco perché

Il voto bipartisan (intesa con PD e +Europa) della Camera sui minibot può essere la risposta coraggiosa che l’Italia ha messo in campo dopo la lettera della UE.

I minibot si configurerebbero come bot di piccolo taglio utilizzabili nelle transazioni economiche per pagare anche i debiti della PA nei riguardi dei suoi creditori. In pratica si tratta di una moneta parallela vietata. La moneta fiscale non potrebbe avere corso legale, spiega Via Nazionale, perché viola il funzionamento dell'Unione europea (art. 128) e il Regolamento EC/974/98 (art. 2, 10 e 11) che stabiliscono che le banconote e le monete metalliche in euro sono le uniche con corso legale nell'unione monetaria.

Ambrose Evans-Pritchard sul Daily Telegraph intravede un’offerta ai leader europei: riformare i trattati UE per consentire espansione e consentire alla Banca centrale europea di agire come prestatore di ultima istanza”. Il Tesoro "stamperebbe miliardi di euro di titoli negoziabili non fruttiferi che potrebbero essere utilizzati dai beneficiari per pagare le tasse e acquistare qualsiasi servizio o merce fornita dallo stato, tra cui, ad esempio, la benzina nelle stazioni gestite da compagnia petrolifera statale ENI” afferma la Reuters.

Claudio Borghi già docente di economia degli intermediari finanziari, economia delle aziende di credito ed economia dell'arte presso l'Università Cattolica di Milano.

Claudio Borghi, presidente Commissione per il bilancio, da sempre critico sull’euro, ha detto che il piano per le note del tesoro del minibot è scritto nel solenne "contratto" della coalizione e sarà attivato per affiancare il pacchetto di riforma fiscale. È un’idea che già Yanis Varoufakis voleva fare in Grecia e che la UE gli proibì, utilizzando anche metodi non molto ortodossi.
Forbes aveva già rilanciato tale idea nelle settimane scorse sottolineando che “l'Italia potrebbe essere in grado di usare dei mini-BOT (o se vogliamo chiamarli diversamente una nuova lira) per finanziare la spesa in deficit senza rompere le regole dell'eurozona”. Questa azione sarebbe una mossa coraggiosa nei confronti di un’Europa sempre più lontana da Roma e che non vede l’ora di relegare nella periferia più dimenticata privandola delle nomine più strategiche.

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