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zagormau
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Maria è il mezzo per il quale Gesù discese sulla terra ed è ancora il mezzo di unione tra le anime e Gesù. ECCO L'AGNELLO DI DIO 5 Gennaio 1975 Figli diletti e cari, quanto godo di ottenervi le grazie …Altro
Maria è il mezzo per il quale Gesù discese sulla terra ed è ancora il mezzo di unione tra le anime e Gesù.

ECCO L'AGNELLO DI DIO

5 Gennaio 1975

Figli diletti e cari, quanto godo di ottenervi le grazie più belle e soprattutto i doni dello Spirito Santo!
Sono la Sposa dello Spirito Santo, e la luce che inonda il mio cuore e che rischiara la mia mente desidero che sia data anche a voi, perché sempre meglio possiate conoscere Gesù, il Cristo, che è venuto a salvare ciò che era perduto. Voglio che, conoscendolo, l'abbiate ad additare agli altri come fece Giovanni sulle rive del Giordano. Egli infatti, vedendo in lontananza Gesù, l'additò ai suoi discepoli dicendo: "Ecco l'Agnello di Dio". A queste parole due dei discepoli raggiunsero il Maestro e lo seguirono.
Deve avvenire così anche a voi. Dovete scoprire in Gesù la sua caratteristica principale e, sotto il titolo che più gli si addice, farlo conoscere agli altri. Gesù è l'Agnello. La mitezza, la dolcezza, l'amabilità, sono la caratteristica degli agnelli e Gesù veramente, per queste virtù che lo distinguono, poté dire: "Venite e imparate da me che sono mite ed umile di cuore".
L'agnello che veniva offerto nell'antico Testamento come vittima per placare Dio e per ottenere il perdono, era semplicemente una figura e il suo sacrificio a nulla valeva se non a rappresentare il sacrificio del nuovo Testamento, quello del Signore del cielo e della terra fatto Uomo. Ma l'Agnello che attualmente s'immola, ha ogni potere e la sua immolazione placa l'offesa di Dio e ripara.
Sotto queste due forme, io vorrei che voi poteste capire il mio Figlio per farne un modello per la vostra vita: Gesù umile, Gesù vittima. Quando l'avrete conosciuto così, voi dovrete completamente trasformare la vostra vita. Allora voi farete come i due discepoli di Giovanni che seguirono il Maestro.
Ora continuo la narrazione evangelica. Gesù domandò: "Che cosa volete?". Ed essi risposero, chiedendo: "Dove abiti, Maestro?". "Venite e vedrete". Così Gesù condusse a casa dalla sua Mamma i due discepoli, che rimasero presso di Lui tutto il giorno. Vi faccio rilevare questa cosa molto importante. Quando un'anima conosce Gesù, Egli la porta dalla Madre sua e le permette di comunicare anche lungamente con lei. Maria è il mezzo per il quale Gesù discese sulla terra ed è ancora il mezzo di unione tra le anime e Gesù. Di me, infatti, Gesù si serve per introdurre le anime nella perfezione e per portarle al cielo.
Quando venite qui, venite a casa e i nostri dialoghi e colloqui non hanno che uno scopo: quello di elevare le anime. Se vi istruite alla mia scuola, la vostra non può essere un'istruzione e una conoscenza superficiale. Voi dovete imparare a vivere della nostra vita e i nostri desideri devono essere i vostri.
Seguitemi ora nel racconto evangelico. Uno dei due discepoli era Andrea, fratello di Simone. Egli andò in cerca di lui e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia, vieni e lo vedrai". Simone andò e Gesù, guardandolo, disse: "Simone, tu ti chiamerai Cefa", che vuol dire Pietro. Vedete come il Vangelo è sempre di attualità. Voi venite qui, vi istruite, poi andate in cerca di anime e le portate qui dove lo sguardo di Gesù le fulmina, per così dire, e molti cambiano completamente vita, come Simone cambiò il nome.
La cosa più importante è di essere pronti alla chiamata e di avere un desiderio ardente di conoscere il Maestro, di seguirlo e di imitarlo. "Molti sono i chiamati, pochi gli eletti", ha detto Gesù. Ecco infatti che nonostante molte lezioni impartite, alcuni rimangono ancora freddi e indifferenti. Ancora si fa come colui che riceve la semente fra i sassi, fra gli sterpi e sulla strada. Quale meraviglia se poi la parola rimane inefficace per gli altri?
Disse Giovanni nel suo Vangelo: "La luce venne fra le tenebre e le tenebre non la compresero". Ma a chi accolse la luce, che è come dire il Verbo, diede il potere di diventare figlio di Dio. Così voi passate da un primo atto, quello di accogliere il Verbo fatto carne, a quello di divenire figli di Dio. Voi passate dalle tenebre alla luce ed aiutate tutti a divenire luce.
Quanto gioioso e interessante deve essere per voi vivere questo tempo natalizio nello scoprire le virtù dell'Agnello divino e presentarvi a Lui come piccoli agnelli docili, amabili e umili per condividere con Lui quelle sofferenze che salvano. Così vi voglio, agnellini miei, e desidero tenervi fra le mie braccia per accarezzarvi e per rendere l'anima vostra sempre più fine, sempre più candida, fino a formare la gioia del mio Bambino.
Vi benedico ad uno ad uno, figli, con tanta carità divina.
A tutti una parola d'incoraggiamento e di speranza. Che fa una mamma quando ha tanti figli? Ne chiama tanti per nominarne uno, oppure allarga le braccia e dice: "I miei figli, i miei figli... .", e vorrebbe nominarli tutti. Siate contenti, siate buoni e perdonatevi sempre tutto a vicenda. Tenetevi sempre pronti a ricevere la visita dello Sposo, come le vergini sagge.

Arrivederci, cari, arrivederci!

MARIA MADRE E MAESTRA 12. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia