Francesco I
1938

« Lo smarrimento degli uomini in questo Natale 2018. Il silenzio della grotta di Betlemme e il silenzio …

________________ “Di nuovo soli” è il titolo dell’ultimo libro di Zygmunt Bauman, delle cui opere in genere si ricordano solo i titoli. In effetti la parola solitudine fotografa davvero lo stato …Altro
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“Di nuovo soli”
è il titolo dell’ultimo libro di Zygmunt Bauman, delle cui opere in genere si ricordano solo i titoli. In effetti la parola solitudine fotografa davvero lo stato d’animo generale di questo Natale 2018in cui nessuno attende più nulla, perché non ci sono più speranze.
Senza speranza ci si arrangia vivendo alla giornata. Ma si riempie il vuoto della vita con le parole (vuote anch’esse): di politica, di economia, di varia umanità, di cazzeggio, di religione ormai diventata una chiacchiera mondana (sull’emigrazione, il clima o la spazzatura differenziata).
Nell’epoca del “secondo me” vero e falso si confondono, per cui non resta che insultarsi. Nulla compie le attese e nulla guarisce il dolore degli uomini.
Fra le rare parole che dicono ancora qualcosa ci sono quelle della poesia. Per esempio, sembrano scritti oggi i “Cori da La Rocca” di Thomas S. Eliot:
“Il destino degli uomini è infinita fatica
oppure ozio infinito, il che è anche peggio,
oppure un …
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vincenzo angelo
Con due precisazioni:la prima:nei versi di Eliot, infinita fatica, o ozio infinito o lavoro irregolare, ovviamente possono comprendere ,sopra tutto,anche la vita interiore,o quella di fede.A ciascuno a partire da se', fare si' che questo lavoro sia meno irregolare .La seconda:rimanere in silenzio ed essere o dire e non essere,lo intendo nel senso,peraltro spiegato nel post, di quel dire che copre …Altro
Con due precisazioni:la prima:nei versi di Eliot, infinita fatica, o ozio infinito o lavoro irregolare, ovviamente possono comprendere ,sopra tutto,anche la vita interiore,o quella di fede.A ciascuno a partire da se', fare si' che questo lavoro sia meno irregolare .La seconda:rimanere in silenzio ed essere o dire e non essere,lo intendo nel senso,peraltro spiegato nel post, di quel dire che copre il vuoto,e compensa con la struttura la fuga dal deserto,e la fuga dalla necessita' del credere in spe contra spem.Succede anche che uno parli a partire invece da questo punto interno cruciale, per l'intuizione della pienezza, con la fiamma del profeta, ma poi sperimenti ogni volta che lo Spirito soffia dove vuole ,e non lo puoi trattenere.Giusto cosi'.Ecco:in questo caso,giusto avere coraggio pur sapendo che parlare e' anche disperdere, ma e' anche seminare,e che non si puo' restare sempre sul monte piantandoci le tende.