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zagormau
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Occorre guardare in faccia la realtà, e non dolersi di ciò che si perde, ma gioire di ciò che vi attende. Una cosa deve starci a cuore: di compiere giorno per giorno il nostro dovere, che è come dire …Altro
Occorre guardare in faccia la realtà, e non dolersi di ciò che si perde, ma gioire di ciò che vi attende.
Una cosa deve starci a cuore: di compiere giorno per giorno il nostro dovere, che è come dire la volontà di Dio.

ACCETTATE LA VOSTRA CROCE

3 Gennaio 1978

Figli miei, eccoci qui uniti per la lezione divina e per la preghiera, che deve dare all'anima vostra conforto e sollievo.
Come devo iniziare oggi la mia lezione, mentre un nuovo anno si apre ai vostri occhi e certamente non con tante rosee prospettive? Ecco, desidero additare al vostro sguardo la croce, e vi dico con sicurezza: con questo segno vincerete! Non vi prometto consolazioni e fortune umane. Non vi dico che quest'anno sarà per voi senza dolore. Vi dico soltanto che, se amerete la croce, sarà essa che porterà voi e vi renderà vittoriosi nelle più aspre battaglie della vita.
Volete avere un insegnamento pratico? Provate anzitutto a guardare con serenità quelle sofferenze che vi sembrano insopportabili.
Quel carattere ombroso e difficile, che prima di far soffrire altri fa soffrire voi stessi, è la croce che avete ricevuto. Guardate questa croce con un desiderio vivissimo di smussarne gli angoli per non far soffrire nessuno: diventerete più malleabili. Quel voler vedere difetti dovunque, che rende molti insopportabili, è una croce. Provate a studiarvi di vedere le virtù anziché i vizi, e l'aria diventerà più serena. Quel malcontento che vi fa desiderare d'isolarvi dalle persone che vivono con voi, è una tentazione e una croce. Provate ad amare fortemente quelle persone, e vi sarà cara la loro compagnia.
Qualche volta vorreste rendervi utili agli altri, e si rifiuta la vostra collaborazione; il vostro amor proprio ne soffre, e il rifiuto diventa una croce. Provate in quel momento a farvi piccoli, ed immergetevi nel cuore del mio Gesù: sentirete la gioia di far piacere a Lui, e la croce non vi peserà più.
Siete traditi nei vostri affetti più cari? Vi pare impossibile di far giungere la vostra parola e il vostro amore alle persone che vi sono care? Ecco una grossa croce. Provate allora a dare l'esuberanza del vostro affetto a Colui che non tradirà mai la vostra vita. Date tutto a Gesù: la croce vi sembrerà più leggera, e con pazienza e con sicurezza saprete attendere il ritorno, e si ristabilirà l'ordine nella pace.
Avete desideri che sembrano irrealizzabili, che vi danno inquietudine e che vi tolgono la serenità? È una croce! Provate a metterla, con l'adesione alla volontà di Dio, sulle spalle di Gesù: sarà Lui stesso a portarla, e non ne sentirete più il peso. Forse vorreste avere doni che non avete ricevuto? Vorreste possedere ciò che non avete? Vorreste fare, e tutto concorre a non lasciarvi fare? È la croce: accettatela! I vostri limiti di cultura, d'intelligenza, di ricchezza e di forza sono tenuti in molto conto dal Signore, che premierà la vostra buona volontà.
Passano gli anni e non siete più giovani, in gran parte. Ogni giorno, nuovi malanni vi rendono difficili quelle azioni che un tempo facevate con tanta energia: è la croce! La vita umana è così. Occorre guardare in faccia la realtà, e non dolersi di ciò che si perde, ma gioire di ciò che vi attende. Basterà che ogni giorno possiate dire: ho fatto tutto ciò che potevo fare di bene.
Una cosa deve starvi a cuore: di compiere giorno per giorno il vostro dovere, che è come dire la volontà di Dio. Se il Signore vi chiama alla preghiera, pregate con amore. Se vuole che vi rinunciate per rimanere accanto ad un malato nel corpo o nello spirito, rinunciate. Se il lavoro esige da voi un'ininterrotta attività, santificatelo, compiendolo con precisione ed amore. Se vi si concede un riposo per stare in buona compagnia, godete di essa, e partecipate allegramente anche allo svago.
Insomma, in tutti questi riferimenti ognuno può scoprire sé stesso e può analizzare la propria situazione, per rendere dolce la croce, il dolore, la sofferenza, e perché la vostra croce non debba pesare sul cuore degli altri. Lo so, figli, che molte volte vi sentite deboli davanti all'enormità del dolore che vi ferisce, ma in quel momento torna opportuno confrontare le vostre pene con le mie. Vi do anzi un consiglio: chiedete al Signore che, per quelle sofferenze a cui la volontà di Dio mi sottopose e che io accettai con amore, possiate essere aiutati o liberati.
Ora vi benedico, figli, e vi auguro una sempre più grande sopportazione di tutte quelle contrarietà che fanno parte del vostro bagaglio giornaliero. Vi benedico, invitandovi a dare sempre una mano a coloro che, caduti sotto il peso della croce, non riescono a risollevarsi; a coloro a cui la disperazione impedisce di elevare gli occhi al cielo; a coloro che, sotto il peso del dolore, dicono di aver perso la fede. Quanti suicidi evitati, se vi fossero anime pietose pronte a dare pensieri di fiducia e di fede. Tutto può essere rimediato con la preghiera e con la fede!
Figli, siate dei forti che non vacillano mai davanti al pericolo. Siate i coraggiosi che sanno buttarsi nel mare della vita, per salvare coloro che stanno per affogare. Arrivederci, figli!

Ai miei ministri presenti, il mio abbraccio e la mia forza. Alle religiose, la mia bontà. Alle mamme, la mia pazienza. Ai giovani e ai bambini, il mio amore per la purezza. A tutti, il mio canto d'amore che, dopo esser risuonato nei vostri cuori, si elevi fino al cielo e vi additi la Patria.

MARIA MADRE E MAESTRA 22. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia