Francesco I
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Come il socialcomunismo perseguita i cristiani nel mondo

di Andrea Bianchi

Ci sono aree del mondo, come la Cina e Cuba, in cui il socialismo reale continua a discriminare le comunità cristiane e, in generale, ogni entità religiosa che si difende dallo statalismo ateo. Il caso cubano è estremamente interessante ed è tornato sotto i riflettori della comunità internazionale. Il Parlamento europeo con dichiarazione del 12 luglio 2023 si è spinto a dire, tra le altre cose, che: «condanna il sostegno del regime cubano alla guerra d’aggressione condotta dalla Russia in Ucraina e le modalità con cui esso difende la Russia e la Bielorussia; e richiama il fatto che il mancato appoggio all’Ucraina contro l’aggressione avrà delle conseguenze; infine deplora che le dichiarazioni del regime [in materia di diritti umani e rispetto delle comunità religiose] si siano rivelate puramente retoriche e non abbiano alcuna conseguenza pratica». Mentre la postura europea davanti ad altri casi sensibili, come i Pasdaran, per non dire la Cina, è stata incerta quando non ambigua, le decisioni in merito al regime comunista cubano sono state nette e chiare.

In modo analogo, e con maggior fermezza, si era espresso il governo degli Stati Uniti nel Report on International Religious Freedom: Cuba del 2022: «il governo cubano ha aumentato il numero di arresti, esili, multe arbitrarie, sorveglianze, dinieghi di licenze e visti religiosi, oltre agli abusi sia fisici che mentali contro i leader cristiani e gli attivisti che hanno criticato i principi del partito comunista basandosi sulla propria fede». Il governo americano si basa su quanto raccolto da Open Doors, un’organizzazione cristiana ecumenica che ha rilevato come l’opposizione dei fedeli muovesse da una protesta contro i recenti emendamenti costituzionali al codice di diritto familiare. Va detto che nel regime cubano credenze politiche e religiose spesso sono intrecciate ed è difficile discernere le due cose, e comprendere se certe situazioni siano attribuibili all’identità religiosa o ad altro.

Ma di fatto a Cuba su una popolazione di 11 milioni (a metà 2022) circa il 60% sono cattolici e 5% protestanti (principalmente pentecostali e battisti). Ci sono minoranze ebraiche principalmente all’Avana, circa 1000 unità e quasi quattromila musulmani prevalentemente sunniti, meno della metà dei quali nati nel Paese.

Vi sono anche seimila buddisti e, come si evince dal quadro, il socialismo reale ha molto da contrastare per far prevalere la sua brutale percezione ateista del mondo e della storia. Lo fa soprattutto con i mezzi dello Stato poliziesco.

La studiosa Maria Werlau ha scritto che: «fin dall’inizio il regime rivoluzionario cubano ha avuto due priorità, esercitare un controllo totalitario interno e diffondere il suo modello radicale e la sua influenza in tutto il mondo. Su entrambi i fronti ha dedicato enormi risorse materiali e umane, lavorando in modi sofisticati, coerenti, determinati e pazienti. I servizi segreti hanno messo in campo un esercito di spie, propagandisti e collaboratori in ampi settori della società in tutti i Paesi della regione e a livello globale. Per decenni hanno reclutato innumerevoli agenti e collaboratori indigeni anche nelle più piccole nazioni-isole dei Caraibi. Gestiscono queste grandi reti con un corpo ben addestrato, selezionato e dedicato di funzionari che si fingono diplomatici o con altre funzioni ufficiali, quali rappresentanti commerciali e giornalisti per le agenzie di stampa cubane».

Cuba ha 126 ambasciate straniere a fronte di una popolazione di 11,3 milioni, mentre l’Italia ne ha ‘solo’ 124 e una popolazione di 60 milioni e mezzo. Il PIL cubano nel 2020 è stato di 67,8 bilioni di dollari, quello italiano di 1889 bilioni. L’export cubano nel 2020 è stato di 8769 milioni di dollari e quello italiano di 555043 milioni.

Ma la differenza è che l’export cubano per la quasi totalità (80%) è costituito da servizi dei quali il 58% è rappresentato da forza lavoro medicale sfruttata, i cui introiti vanno nella quasi esclusività allo Stato (Cuba’s diplomatic presence, Archivo Cuba).

Sempre con le parole della Werlau: «Secondo ex ufficiali (disertori) dell’intelligence cubana, nei primi anni 2000 la Direzione aveva circa 600 ufficiali operativi che gestivano circa 7.800 persone in tutto il mondo, segretamente inserite nei governi, nei media, nelle istituzioni accademiche e scientifiche, nei partiti politici, negli organismi internazionali, nei sindacati, negli uffici postali e nei gruppi di telefonia.

Tutto indica che il servizio di intelligence è cresciuto grazie al sostegno finanziario del Venezuela, all’alleanza con altri partner dell’ALBA, al rafforzamento dei legami con Russia, Iran, Cina e Corea del Nord e alle relazioni sempre più aperte che la maggior parte dei governi mondiali hanno concesso a Cuba. L’esodo di massa, circa 500.000 solo verso gli Stati Uniti dal 2009, […] ha permesso una facile introduzione di molti agenti in tutta la regione
».

Questo allineamento delle potenze dispotiche Cuba-Russia è stato poi reso manifesto quando una NGO con sede a Madrid ha riportato che i due governi abbiano firmato un accordo per l’invio di forze armate cubane in Ucraina. Il fatto si innesta bene con il presunto, programmato ritiro della Wagner da quello scenario di guerra entro la fine di luglio. Stando alla NGO Prisoners Defenders la Federazione pagherebbe a ciascun cubano 2mila dollari mensili che andrebbero nella quasi totalità (75-95%) al governo dell’Avana. Come si vede, il socialismo reale oltre all’ obnubilamento delle coscienze cerca di stringere nelle sue spire anche i governi stranieri: le coscienze dei singoli e la storia dei popoli sono sovente messi in pericolo da regimi dispotici che si comportano in modo criminale agli ultimi minuti della loro triste vicenda.

Come il socialcomunismo perseguita i cristiani nel mondo - di Andrea Bianchi | Corrispondenza romana
N.S.dellaGuardia
Ma come??? E il dialogo? Fratellitutti? Santo gramsci? I catto-comunisti???