Fatima.
61,3K

Il coraggio di un uomo, la viltà di una radio e la stoltezza di un prelato

di jeannedarc il 5 novembre 2016

Radio Spada non può condividere la versione “ultraconservatrice” del modernismo conciliare che p. Cavalcoli O. P. propone in varie sedi (basti ricordare le parole normalizzatrici spese in occasione della promulgazione di Amoris Laetitia). Tuttavia va dato atto delle posizioni mantenute dal domenicano a fronte di una vera e propria bufera mediatica e di un imbarazzante “scarico” da parte degli occupanti vaticani. E’ chiaro che coerenza vorrebbe che simili dichiarazioni non fossero circoscritte quasi per intervalla insaniae ma sistematiche, e portassero ad una pubblica presa di distanze di p. Cavalcoli dagli errori della gerarchia vaticansecondista. Presa di distanze che, almeno per ora, appare solo una pia illusione. [RS]

di Cristiano Lugli

Nelle ultime ore si è fatta largo a più non posso la notizia che coinvolge Radio Maria in un polverone pressoché inaspettato, quanto meno dalla redazione diretta da padre Livio Fanzaga, a cui inizialmente è stata imputata la colpa. Vale la pena spiegare, per quei pochi che ancora non sanno, quanto accaduto da Erba (in provincia di Como) fino ad arrivare a Roma.

Domenica scorsa, nella Festa di Cristo Re, la terra si è scossa fortemente provocando danni gravissimi, come ben noto, nello stesso giorno in cui Bergoglio è partito per recarsi a Lund in vista della festa luterana. Su Radio Maria è andata in onda una trasmissione curata da padre Giovanni Cavalcoli, un frate domenicano che ha ricondotto i recenti disastri ad un possibile castigo divino davanti al folto numero di peccati commessi dall’uomo, specie quelli pubblici e permessi dalle nazioni.

“Dal punto di vista teologico questi disastri possono essere considerati un castigo del peccato originale” ha spiegato il domenicano, non escludendo la possibilità che la recente legge sulle cosiddette “unioni civili” abbia particolarmente attirato l’ira divina sull’Italia, essendo la sodomia un peccato contro natura che grida vendetta al cospetto di Dio.

Il caso è diventato in breve tempo “affare di stato”, fino a ricoprire le prime pagine di tutte le testate nazionali e i telegiornali serali, con insulti e calunnie contro il frate. A dire il vero non è uscito subito il nome reale del responsabile di queste dichiarazioni, lasciando campo ad un equivoco per il quale qualcuno ha inizialmente imputato la colpa di queste dichiarazioni a padre Livio Fanzaga, il quale però, tramite un comunicato ufficiale, ha precisato di non esserne il responsabile dal momento che quel giorno non è mai stato presente in studio.

Ciò che invece causa per la maggiore il voltastomaco è leggere le dichiarazioni uscite dalla Segreteria di Stato Vaticana, di cui monsignor Angelo Becciu, vergognosamente, si è fatto portavoce:
“Sono affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede (…) affermazioni datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo che ci ha rivelato il volto di Dio amore, non di un Dio capriccioso e vendicativo. I terremotati ci perdonino, a loro va la solidarietà del Papa”.
Becciu ha definito questa visione come “pagana e non cristiana“. È chiaro che oltre alla stoltezza qui trasuda anche una palese ignoranza che porta a chiederci come questi sine cura possano ricoprire determinate cariche.
“Chi evoca il castigo divino ai microfoni di Radio Maria – ha detto ancora Becciu – offende lo stesso nome della Madonna che dai credenti è vista come la Madre misericordiosa che si china sui figli piangenti e terge le loro lacrime soprattutto in momenti terribili come quelli del terremoto.
(…) Radio Maria – aggiunge il buontempone – deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco specie nell’anno giubilare. Non possiamo non chiedere perdono ai nostri fratelli colpiti dalla tragedia del terremoto per essere stati additati come vittime dell’ira di Dio. Sappiano invece che hanno la simpatia, la solidarietà e il sostegno del Papa, della Chiesa, di chi ha un briciolo di cuore.”
Non sono mancate le più svariate reazioni anche da parte di altri vescovi, come ad esempio quelle di monsignor Domenico Pompili, di Rieti, il quale ha bollato le esternazioni di padre Cavalcoli come “scempiaggini blasfeme“:
“L’idea di una punizione divina è già di per sé una caricatura divina. Un’affermazione inaccettabile. Siamo di fronte a scempiaggini e ad una forma di blasfemia. Si tratta di una idiozia anche da un punto di vista teologico.”
Non ha perso occasione per tacere nemmeno il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, che ha preso posizione con un post su Facebook intitolato “Non nominare il nome di Dio invano”, che recita così:
“Come uomo, credente e vescovo non posso tacere davanti alle bestemmie che vengono elargite da pulpiti digitali, stampati o parrocchiali quando si attribuisce al terremoto la valenza di “castigo di Dio per le unioni civili”, invito a rispettare la fede e la pazienza dei cristiani del Centro Italia come di ogni altra vittima di calamità e violenze e a non ferirli con parole sventurate che fanno più male delle pietre.”
Per continuare a menzionare i vari deliri demenziali di massa, riportiamo anche quanto detto da don Rocco D’Ambrosio, docente alla Pontificia Università Gregoriana:
“Queste frasi indignano perché rappresentano una degenerazione della fede cristiana a magia e superstizione, a una visione di Dio che punisce in vita per i peccati e scarica su tutti la colpa di alcuni. Questo non è assolutamente cristiano.”
Sulla stessa scia dei misericordiosissimi prelati non si è fatta attendere nemmeno Monica Cirinnà, sentitasi chiamare in causa circa la questione delle unioni “civili”:

“Non so a quale religione lui appartenga – ha detto la paladina dei diritti LGBT, riferendosi al padre domenicano – ma credo che Dio sia contento se le persone sono buone e si amano. Siano esse un uomo e una donna o due persone dello stesso sesso.”
Questa vera e propria carrellata di scemenze può solo farci rendere conto del fatto che, pare vero, i vescovi e prelati di Santa Romana Chiesa la pensano più o meno come Monica Cirinnà. Ci sarebbero le dovute e fors’anche banali risposte da dare a questi negatori della Fede e della stessa Sacra Scrittura in cui dicono di credere, ma grazie a Dio non serve che lo facciamo noi, perché qualcuno lo ha già fatto.

Questo qualcuno è proprio padre Giovanni Cavalcoli, che raggiunto da quegli “sporcaccioni” de La Zanzara (come li definì perfettamente un sacerdote cattolico) non ha avuto paura a confermare tutto quanto aveva sostenuto in trasmissione, nonostante le calunnie e le offese ricevute anche da chi avrebbe dovuto appoggiarlo e difenderlo, in quanto ciò che ha detto corrisponde a verità.
“Risentendo le mie parole, tutto sommato è un’opinione legittima – ha risposto il domenicano a Criciani – , si può pensare che il terremoto possa essere un richiamo, un castigo… Le unioni gay sono un peccato? Si capisce… Un omosessuale è una persona che pecca contro natura. Due uomini che stanno insieme cosa sono? Peccatori.”
Padre Cavalcoli ha poi tratteggiato gli insegnamenti provenienti direttamente dalla Bibbia, e che di certo non si è inventato lui di sana pianta: “Ha letto la storia di Sodoma e Gomorra? Perché vengono castigate? Per i peccati. Il castigo esiste, senz’altro. Semplicemente, sono peccati che meritano il castigo divino, non dico niente di nuovo”, ha aggiunto sottolineando che si tratta di affermazioni delle quali non si vergogna minimamente: “E’ lei che non capisce – replica a Cruciani – io sono dottore in teologia da 30 anni. Cosa c’entrano i terremoti con la teologia? C’entrano sì! I terremoti entrano in quello che è il castigo divino conseguente al peccato originale. Le unioni sessuali possono provocare punizioni divine“.

Per cercare di dissuadere le sue convinzioni e la sua resistenza, i soliti vigliacchi che appena possono fanno riferimento all’avanguardia bergogliana hanno stuzzicato il frate facendogli notare che anche il Vaticano si era fortemente espresso contro di lui; questi però, con coraggio (virtù totalmente assente in questi tempi di oscurità), ha invitato il Vaticano a ripassarsi la dottrina: “Questa è la Bibbia. Ripassino il catechismo”.

Non possiamo far finta di niente davanti ad un gesto così dovuto ma allo stesso modo così straordinario in questi tempi. Qualcuno potrà dirci che ci meravigliamo del nulla, di ciò che dovrebbe essere obbligatorio per tutti; tuttavia questo qualcuno si dimenticherebbe di fare i conti con il grande prezzo che oggi vi è da pagare non schierandosi con i filacci della “misericordia” for all. L’emarginazione e la tortura sociale sono le prime conseguenze di chi si oppone e di chi, nel suo piccolo, ha ancora voglia di dire la verità. Vedremo cosa succederà a questo anziano frate, con la speranza che non si ricreda mai, nemmeno davanti alle più serie intimidazioni che gli presenteranno davanti i traditori della Fede Cattolica.

In tutto questo poi, è notevole la codardia della Radio diretta da padre Livio, che ancora una volta si è disposta a zerbino dissociandosi da quanto detto dal domenicano, con un comunicato in si legge che “le espressioni riportate sono di un conduttore esterno, fatte a titolo personale e non rispecchiano assolutamente il pensiero di Radio Maria al riguardo“, entrando ancora una volta in contraddizione con tutto ciò che Fanzaga ha sostenuto, seppur velatamente e modernisticamente, per tanti anni. Ora tutti ritrattano, tutti ammutoliscono, persino Socci dal suo profilo Facebook rimescola le carte in attesa di capire come muoversi senza il rischio di esagerare ancora.

Questo episodio può dimostrarci quanto ancora non sia sufficiente la “supinanza” di Radio Maria a Bergoglio: dopo aver ritrattato le proprie posizioni ed eliminato i dissidenti che alzavano un filo di voce domandandosi se era vero che andasse poi tutto così bene, ancora non basta. Ci hanno rimesso la dignità, la faccia e pure tante offerte alla Radio. Eppure dai sacri palazzi hanno voluto mostrare che serve più sottomissione, con “filiale” accettazione di chi ha prontamente risposto.

Una vera e propria tripartizione in cui la stoltezza di un prelato ha la meglio sulla pavidità di una radio, ma il coraggio di un uomo sovrasta queste due cose alzando ancora un flebile e mite grido, che pur non essendo ancora sufficiente, pone le basi per una ragionevole speranza.
alda luisa corsini
Creda quello che vuole.
polos
@primulaBLU I terremotati sono vittime innocenti, questo è chiaro a tutti, e nessuno dice il contrario.
Quando verranno poi le 7 Piaghe dell'Apocalisse (e chi crede nelle vere profezie sa che sarà fra non molto), quelle sì che saranno castighi diretti dell'Onnipotente, ma allora nessuno avrà alcun dubbio di quale provenienza siano!
alda luisa corsini
Primulablu: studia il catechismo e poi ne riparliamo.
primulaBLU
Ma vergognatevi! Voglio proprio vedere se avete il coraggio di difendere quanto ha detto Padre Cavalcoli di fronte ai terremotati, di dire di persona le sue stesse parole davanti alle madri con i loro bambini rimasti senza casa! I vili siete voi! Oltre che buffoni!
alda luisa corsini
"Ora tutti ritrattano, tutti ammutoliscono, persino Socci dal suo profilo Facebook rimescola le carte in attesa di capire come muoversi senza il rischio di esagerare ancora"
CAPITO, sì?
alda luisa corsini
"questi però(Padre Cavalcoli, n.d.r.), con coraggio (virtù totalmente assente in questi tempi di oscurità), ha invitato il Vaticano a ripassarsi la dottrina: “Questa è la Bibbia. Ripassino il catechismo”"
BELLISSIMA!!
Altro
"questi però(Padre Cavalcoli, n.d.r.), con coraggio (virtù totalmente assente in questi tempi di oscurità), ha invitato il Vaticano a ripassarsi la dottrina: “Questa è la Bibbia. Ripassino il catechismo”"

BELLISSIMA!!