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E' L'ORA DELLA "GRANDE PROVA"

E' L'ORA DELLA "GRANDE PROVA"

Una grande scelta: l’ora della prova è arrivata, ma tu di chi vuoi essere amico? Oggi Gesù viene messo in croce di nuovo e questa volta proprio nella sua Chiesa da parte dei suoi stessi pastori e alla presenza dei suoi “fedeli” di Francesco Lamendola

Ma tu, di chi vuoi essere amico?

di

Francesco Lamendola

Ci giungono, abbastanza frequentemente, sia dall’Italia che dall’estero, dalla Polonia, dall’Irlanda, dal Canada, parole di tristezza, di scoraggiamento, di avvilimento, da parte di tanti buoni cattolici i quali hanno il grave torto di voler rimanere tali; di non essere disposti a lasciarsi ulteriormente ingannare dai falsi preti di una falsa chiesa, o meglio contro-chiesa; e che si vedono respinti nella solitudine, nell’emarginazione, bersagliati di critiche, trattati da paranoici, da allucinati, da fanatici, da scismatici, e, quel che è peggio, da nemici della verità, proprio loro che per amore della verità non sono disposti ad accettare in silenzio il colossale tradimento che si sta consumando ai suoi danni da parte di un clero infedele e apostatico. Sono messaggi commoventi, strazianti, che giungono sia per telefono, sia via mail; insieme a calde parole di apprezzamento e di ringraziamento per quanto facciamo in difesa della verità, si percepisce tutto lo smarrimento, tutto il profondissimo disagio, tutta l‘amarezza di chi, formato nella vera dottrina, nella vera pastorale e nella vera liturgia, si è visto mutare attorno quasi impercettibilmente, ma sistematicamente, tutto l’edificio della Chiesa cattolica, e ha finito, a un certo punto, per non riconoscersi più al suo interno, per sentire che qualcosa era profondamente sbagliato, profondamente lontano da come dovrebbe essere.

Oggi Gesù viene messo in croce di nuovo e questa volta proprio nella sua Chiesa da parte dei suoi stessi pastori e alla presenza dei suoi “fedeli”!

Molti si sono auto-rimproverati, auto-mortificati, auto-repressi; hanno cercato in tutte le maniere di convincersi che le cose non stavano come potevano sembrare, che forse erano loro a interpretare male, che forse erano troppo severi, troppo rigidi, benché conoscano perfettamente la differenza che esiste fra la rigidità, intesa come un difetto del carattere, e la giusta e doverosa osservanza della verità soprannaturale, nella sua interezza e pienezza, cui nulla e nessuno è autorizzato ad apportare la benché minima modifica, la benché minima alterazione, mai, per alcuna ragione. E pur dopo essersi torturati con siffatti pensieri, con siffatti scrupoli, con siffatte auto-accuse; pur dopo aver cercato, per anni, di dare torto a se stessi, alla propria intelligenza, alla propria onestà intellettuale, pur di non dover dare torto alla Chiesa, o a una istituzione che aveva l’ardire di presentarsi come la vera Chiesa cattolica, però non agiva, non parlava, non pregava, non adorava Dio, il vero Dio, così come la vera Chiesa deve sempre fare, hanno finito, con sommo dolore e infinita tristezza, per giungere alla conclusione che purtroppo no, non erano stati loro a sbagliarsi, non erano vane o esagerate le loro paure, non erano immaginarie le loro preoccupazioni, perché realmente era, ed è, in atto un gigantesco fenomeno di apostasia dalla fede, che coinvolge la Chiesa come un tutto, e sia pure con non poche, lodevoli eccezioni a livello individuale, tanto nel clero quanto, e soprattutto, tra i fedeli laici.

Una grande scelta: l’ora della prova è arrivata, ma tu di chi vuoi essere amico?

Noi stessi abbiamo fatto l’esperienza della incomprensione, della malignità, della aperta ostilità, invero tutt’altro che caritatevoli e anche assai poco cristiane, che alcuni individui ci hanno riservato a partire da quando abbiamo apertamente denunciato l’inganno, la truffa, il sacrilegio che si stanno consumando ai danni della vera fede e della vera Chiesa, oscurate e contraffatte da una sinagoga satanica che ha l’ardire di usurpare il nome della vera Sposa di Cristo. Abbiamo sperimentato la cattiveria di alcuni membri del clero, che sono giunti al punto di sporgere querela contro di noi, tentando di trascinarci in tribunale, benché non abbiamo mai calunniato alcuno, ma portato sempre argomenti e ragionamenti per una battaglia di verità, evitando le contese personali; e inoltre abbiamo sperimentato la cattiveria, unite all’ignoranza e alla viltà di persone, sia consacrati che laici, sprovviste perfino del coraggio di firmarsi con il proprio nome, e che, forti dell’anonimato, sparano a zero, insultano e denigrano senza essersi prese nemmeno la briga di leggere attentamente quel che diciamo e che scriviamo. Ma nessuna di queste esperienze ci ha minimamente turbati o intimiditi, semmai ci ha rafforzati nella determinazione di proseguire sulla strada intrapresa: quella di denunciare la grande menzogna e di mettere in guardia i buoni cattolici nei confronti di questo odioso inganno; e nello stesso tempo, per quanto possibile, offrire loro parole di consolazione, d’incoraggiamento e di conforto, affinché non perdano la speranza e non si smarriscano nella ricerca del vero e del bene. E da questa strada, con l’aiuto di Dio, speriamo di non allontanarci mai: finché le forze ci basteranno, seguiteremo a denunciare il tradimento inaudito e a chiamare a raccolta i fedeli che non intendono sopportare più oltre la mistificazione di cui sono vittime, così che possano riconoscere i veri pastori da quelli falsi.

Oggi assistiamo ad uno spettacolo sconcertante, intollerabile: i peccatori che invece di pentirsi e convertirsi, gridano ai quattro venti, e fin dentro le chiese, fin sull’altare, davanti al Santissimo, che il peccato non più peccato, ma è una legittima realizzazione della natura umana!

Non è solo una questione di rispetto di noi stessi, una questione, cioè, meramente umana: è una questione di fedeltà a Dio, a quel Gesù Cristo che un giorno, davanti all’incomprensione e al conseguente abbandono di molti, chiese ai suoi discepoli: Volete andarvene anche voi? È come se Gesù, presente nella santa Eucarestia e presente, mediante lo Spirito Santo, nelle nostre vite e nelle nostre anime, ci rinnovasse quella decisiva domanda: Volete andarvene anche voi? Ecco: tutti gli altri se ne stanno andando; gli voltano le spalle: non a parole, quello no; sono troppo vili e troppo ipocriti per dire chiaro e tondo che se ne vanno. Però se ne stanno andando di fatto, un poco alla volta, strisciando come i serpenti, rotolandosi nel brago delle loro menzogne, e sguazzando nel fango dei loro peccati, che ora pretendono di legittimare, di nobilitare, addirittura di santificare. Spettacolo sconcertante, intollerabile: i peccatori che invece di pentirsi e convertirsi, gridano ai quattro venti, e fin dentro le chiese, fin sull’altare, davanti al Santissimo, che il peccato non più peccato, ma una legittima realizzazione della natura umana; e che Gesù stesso non chiede loro il sacrificio inumano di rinunciare a se stessi, ma li accetta così come sono, li tollera così come sono, e passa sopra, con la sua misericordia, anche alle loro debolezze e alle loro infedeltà. Si potrebbe mai immaginare una dottrina più perfida, più infernale, più diabolica di questa? Se ad inventarla fosse stato Satana in persona, non avrebbe potuto pensarla con maggiore astuzia. Anzi, diremo di più: tutto lascia pensare che a concepirla, a ispirarla, a incoraggiarla, a diffonderla, sia proprio lui, il Principe delle tenebre. A suo modo, è geniale: possiede quella vernice esteriore di legittimità che addormenta le coscienze e fa abbassar loro la guardia morale, e una quantità di veleno più che sufficiente a uccidere le anime. Perché le anime, questo è certo, una volta che non riconoscono più il peccato come peccato, una volta che si cullano nell’idea che Dio perdonerà loro qualsiasi cosa, in virtù della sua sola misericordia e senza necessità di pentimento e di conversione da parte loro, sono perdute: sono pronte per l’inferno.

Hanno gettato la maschera: se soltanto i cattolici lo volessero, se avessero il coraggio della coerenza e l‘amore della verità, ora anche i più ingenui, anche i più fiduciosi, anche i più sprovveduti, dovrebbero essere perfettamente in grado di capire quel che sta succedendo!

E che altro è l’inferno, se non il rifiuto di Dio, dell’amore di Dio, della giustizia di Dio, del Bene che è Egli stesso? E un’anima la quale si sprofonda nel peccato e non desidera uscirne; un’anima che osa dichiarare che il peccato non è peccato; un’anima alla quale vien fatto credere – perché è ciò che essa vuole sentirsi dire: colpevole il pastore, e colpevole la pecorella – che Dio, nella sua gran bontà, accoglie tutti, senza che questi si prendano neppure il disturbo di fare il fermo proponimento di non peccare più, non si colloca forse nella separazione volontaria da Dio, non si è forse posta da se stessa in una situazione di rifiuto del suo amore e di disprezzo della sua giustizia? Questo è l’inferno. Le pene, la sofferenza, sono solo le logiche conseguenze; ma il male, la scelta irreversibile e irreparabile, è questa: presumere di potersi salvare senza alcun merito, senza neppure l’aspirazione al Bene. Purtroppo, vediamo qui il riflesso dell’eresia luterana: l’idea che l’uomo non concorre per niente alla propria salvezza, ma che tutto dipende esclusivamente dalla misericordia di Dio: la salvezza mediante la sola fede e senza le opere. Ed è un’eresia che la contro-chiesta apostatica ha pienamente fatto propria, e che ha avuto persino l’audacia di rivendicare a sé come un merito: Io credo che le intenzioni di Lutero fossero buone – ha detto il falso papa Bergoglio; e un altro dei suoi cortigiani, monsignor Galantino: La riforma luterana è stata un dono dello Spirito Santo (sorvoliamo sul fatto che non è stata affatto una riforma, come sta scritto, mendacemente, sui libri di storia, ma una vera e propria rivoluzione, tanto è vero che il suo scopo ultimo era la distruzione totale della Chiesa: e quale riformista si propone la distruzione totale della realtà esistente?).

Il Principe delle tenebre a suo modo, è geniale: possiede quella vernice esteriore di legittimità che addormenta le coscienze e fa abbassare la guardia morale anche di chi dovrebbe vigilare!

Se non altro, costoro hanno gettato la maschera: se soltanto i cattolici lo volessero, se avessero il coraggio della coerenza e l‘amore della verità, ora anche i più ingenui, anche i più fiduciosi, anche i più sprovveduti, dovrebbero essere perfettamente in grado di capire quel che sta succedendo. E quel che sta succedendo è questo: un falso papa, eletto indegnamente e sacrilegamente da una congrega di cardinali massoni, si sta permettendo di falsificare la Parola di Dio e di rovesciare il Magistero perenne, addirittura di falsificare il Deposito della fede, per obbedire a un oscuro e perfido disegno che prevede l’autodistruzione volontaria e implacabile della Chiesa e l’estinzione della vera dottrina cattolica. Mai, in duemila anni di storia del cristianesimo, il Diavolo aveva osato puntare così in alto; mai aveva dato l’assalto alla Città di Dio agendo così massicciamente dal suo interno, oltre che dall’esterno; mai era giunto a poter contare sulla volonterosa collaborazione dei vertici della Chiesa, del papa, del collegio cardinalizio e di una buona parte dell’assemblea dei vescovi, per non parlare di una quantità di sacerdoti presuntuosi, ignoranti, superficiali, irresponsabili, narcisisti e impregnati di mentalità relativista e materialista, interessati più di ogni altra cosa a piacere al mondo, anziché voler piacere a Dio.

La Chiesa di Gesù Cristo è caduta nelle mani di una cricca di cardinali sodomiti (una lobby gay che spadroneggia in Vaticano e lo tiene in ostaggio) e di vescovi massoni; il clero precipitato nel totale disordine dottrinale e morale; i fedeli dispersi e sballottati nel mare in tempesta del relativismo, senza difesa, senza consiglio, senza punti di riferimento, sono abbandonati a se stessi nella notte oscura!

Il punto dolente, però, è proprio questo: vorranno, i cattolici, aprire gli occhi? Saranno disposti a vedere ciò che non vorrebbero vedere, a udire ciò che non vorrebbero udire, o preferiranno seguitare come hanno fatto da sessant’anni a questa parte: a fare finta che nulla sia accaduto? È dal conclave del 1958 che i cattolici fingono di non vedere, o non vedono per pusillanimità e ignoranza. E se per qualche anno, al principio, tale ignoranza è stata comprensibile, e tale pusillanimità poteva avere qualche scusante, ora non più: perché le cose sono giunte a un punto tale, e la sfrontatezza e l’arroganza della contro-chiesa sono arrivate a livelli così intollerabili, che per rifiutarsi di vedere e di capire bisogna ormai essere decisamente in mala fede. Ma essere in mala fede, su questa materia, equivale a sottoscrivere l’apostasia e a condividere tutte le eresie e le bestemmie dei falsi pastori, dei lupi travestiti da pastori che attualmente governano, per nostra disgrazia, la Chiesa cattolica, o piuttosto quel che di essa rimane, sotto la coltre soffocante della falsa chiesa massonica e gnostica che si è impadronita di tutte, o quasi tutte, le posizioni chiave. Le poche voci dissonanti, Caffarra, Burke, Sarah, per certi versi anche Müller, sono state ignorate, emarginate, calunniate, sbeffeggiate. Non parliamo degli ultimi veri teologi e filosofi cattolici: i Seifert, gli Spaemann, i Livi, i Cavalcoli: trattati come dei nemici, degli apostati (loro!), quando la loro sola “colpa” è voler difendere l’ultima trincea della vera fede, prima che la marea fangosa della falsificazione sommerga tutto e cancelli perfino il ricordo di ciò che erano la vera Chiesa cattolica e il vero Magistero. E intanto si fanno ponti d’oro davanti a personaggi di nessun valore intellettuale e di abietta vanità e presunzione personale, spacciandoli per dei veri pastori d’anime e per dei veri teologi, mentre non sono altro che cialtroni e impostori d’infimo livello. Stranissima, scandalosa, angosciante situazione: la Chiesa caduta nelle mani di una cricca di cardinali sodomiti (perché, parliamoci chiaro, il problema è questo: la lobby gay che spadroneggia in Vaticano e tiene in ostaggio la Chiesa) e di vescovi massoni; il clero precipitato nel disordine dottrinale e morale; i fedeli dispersi e sballottati nel mare in tempesta del relativismo, senza difesa, senza consiglio, senza punti di riferimento, abbandonati a se stessi nella notte oscura.

Un’eresia che la contro-chiesta apostatica ha pienamente fatto propria: "Io credo che le intenzioni di Lutero fossero buone", ha detto il falso papa Bergoglio; e un altro dei suoi cortigiani, monsignor Galantino: "La riforma luterana è stata un dono dello Spirito Santo".

I veri cattolici, a questo punto, non possono tergiversare, non possono più stare alla finestra: devono assumersi la responsabilità di seguitare a far finta di nulla, mentre Gesù Cristo viene messo in croce di nuovo, e questa volta proprio nella sua Chiesa, da parte dei suoi stessi pastori e alla presenza dei suoi “fedeli”; oppure prendere una chiara posizione in suo favore. I cattolici devono fare una scelta: essere amici di questa contro-chiesa, e perciò del mondo, delle forze oscure ispirate dall’invidia del Diavolo, oppure essere amici di Dio. Una cosa è certa: non si possono servire due padroni. O si serve la contro-chiesa di Bergoglio, Bassetti, Galantino e Paglia, o si serve la vera Chiesa, quella di Gesù Cristo, che ha per madre la Vergine Maria. Compromessi, ambiguità ed equivoci ben calcolati non sono più possibili. Se si sceglie di stare col mondo, il mondo saprà compensare i suoi servitori: le carriere saranno assicurate, e con esse le comodità, i privilegi, gli onori e gli applausi. Poiché il mondo controlla tutta l’informazione, la stampa, le televisioni, ma anche la scuola, i seminari, le facoltà teologiche, chi sceglie di essere amico del mondo non ha nulla da temere e anzi tutto da guadagnare. Chi sceglie di essere amico di Gesù, viceversa, deve prepararsi ad essere calunniato, scacciato, perseguitato in vari modi, ora aperti, ora sottili; ora dichiarati e ora mascherati: in ogni caso avrà tutto il mondo contro di sé. Gesù lo aveva detto: Se hanno accolto me, accoglieranno anche voi; se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Ora, noi sappiamo che il mondo non ha accolto Gesù, ma lo ha crocifisso. Perciò, coraggio e preghiera: l’ora della prova è arrivata…

Del 02 Marzo 2019
alda luisa corsini
"vorranno, i cattolici, aprire gli occhi? ": non credo, essere veri cattolici oggi è una croce e i più preferiscono sopportare sulle spalle il "non fardello" di chi ha promesso Misericordia ad oltranza facendosi garante per conto di Dio.