L'era dell'Immacolata, le apparizioni mariane e la medaglia miracolosa (San Massimiliano Kolbe)

Padre Kolbe era, dunque, persuaso di vivere nell'èra dell'Immacolata. Urgeva, pertanto, vivere dell’Immacolata per riportare, con lei e per lei, strepitose vittorie sul demonio, nonostante le sue insidie, anch’esse... strepitose. Da che cosa nasceva questa sua persuasione? È vero che la sua formazione cristiana e cattolica, oltre che polacca e francescana, importava una forte e tenera devozione alla Madonna; ma non si trattava solo di questo, poiché il titolo di Immacolata non a caso è emerso prepotentemente e provvidenzialmente nella nostra epoca. I grandi segni che fanno della nostra epoca l’era dell’Immacolata sono la proclamazione del dogma avvenuta l’8 dicembre del 1854, le apparizioni di Lourdes e, prima ancora, le apparizioni dell’Immacolata a Caterina Labouré a Parigi con la coniazione della cosiddetta medaglia miracolosa. Padre Massimiliano Maria Kolbe possedeva una fede razionalmente fondata, da buon cattolico e da genio matematico qual era; ciò, tuttavia, non gli impediva di esaminare i fatti della storia della chiesa per scorgervi i segni dei tempi, anche in quelle che vengono giustamente chiamate rivelazioni private. Sapeva bene che il Signore guida la sua chiesa col dono dello Spirito, del quale Maria è lo strumento principale con la sua materna assistenza che deve all’umanità intera: i suoi interventi non possono, dunque, non esserci; e quando sono storicamente provati e dalla chiesa approvati non possono essere ignorati, bensì studiati per rispondere al messaggio della Mamma celeste nel nostro tempo: ed è ciò che padre Kolbe fece

(...)

Intanto bisogna conoscere sempre più e far conoscere l’Immacolata: nessun vero cristiano può sottrarsi a tale impegno; tanto più un prete, un religioso o una religiosa. Perciò, così scriveva a suor Felicita Sulaticka:

"Cara sorella nell’Immacolata, ...L’Immacolata deve essere, e al più presto, la regina di tutti gli uomini, sia delle associazioni che delle persone singole. Chi resisterà e non si sottometterà al suo dominio, si perderà; chi invece la riconoscerà come regina e partirà, in qualità di milite, alla conquista del mondo a lei, costui vivrà, crescerà e si svilupperà sempre più rigogliosamente. Questo riguarda ogni anima, ogni associazione, ogni collettività (istituti religiosi, associazioni religiose, nazioni, ecc.). La prego di confidare illimitatamente nell’Immacolata e di tendere verso lo scopo con coraggio e con tranquillità pur attraverso le spine".
Commilite nell’Immacolata. P. Massimiliano M. Kolbe

(...)


L’ardore per la causa dell’Immacolata travolgeva l’anima di padre Kolbe il quale spesso esclamava e scriveva:

"Quando, o Immacolata, scoccherà l’ora beata in cui non ci sarà sulla terra un solo cuore che non ti ami sinceramente e, amando te, non arda d’amore verso il sacratissimo cuore di Dio Salvatore!?"...

(...)

Per capire l’azione apostolica di padre Kolbe bisogna fare pure riferimento ad un avvenimento del 1830. In quell’anno, la Vergine Maria si manifestò nella cappella della casa madre delle Figlie della Carità, a Parigi (Rue du Bac, 140). La veggente, Caterina Labouré, di ventiquattro anni, era entrata nell’aprile di quell’anno al noviziato della congregazione. Nella prima apparizione, la notte dal 18 al 19 luglio, Caterina vide la Vergine assisa nel coro della cappella. Maria parlò a lungo con la novizia, che si era inginocchiata, e fece diverse predizioni che si realizzarono a breve distanza o qualche anno dopo. Il 27 novembre 1830, verso le 17, mentre con l’intera comunità faceva meditazione, Caterina vide la Vergine in piedi su di un globo, mentre dalle sue mani aperte partivano dei raggi. Attorno a questo quadro la veggente potè leggere, scritte a lettere d’oro, queste parole: O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te. Dopo un certo tempo, il quadro sembrò voltarsi e Caterina scorse la lettera M sormontata da una croce e posta sopra i cuori di Gesù e di Maria. La veggente intese allora la Vergine dirle: Fai coniare una medaglia su questo modello; tutti coloro che la porteranno, riceveranno molte grazie. Le apparizioni del 1830 hanno inaugurato un periodo di grande venerazione per la Vergine concepita senza peccato... Sparsa nel mondo intero in un numero incalcolabile di esemplari, la medaglia miracolosa è diventata una catechesi in immagini: essa richiama mirabilmente la storia della salvezza in Gesù Cristo. Padre Massimiliano Kolbe così commentava questo avvenimento.

"Dalla narrazione di Caterina Labouré noi comprendiamo quale sia stato lo scopo dell’apparizione di Maria: mostrare la sua Immacolata Concezione e la sua mirabile potenza presso Dio. In diversi tempi la santissima Vergine Maria è venuta in aiuto dei propri figli e ha offerto svariati modi per raggiungere più facilmente la salvezza e la liberazione dal giogo di satana. Adesso, nell’era dell’Immacolata Concezione, la santissima Vergine ha consegnato all’umanità la medaglia miracolosa, la quale, per mezzo di innumerevoli miracoli di guarigioni e soprattutto di conversioni, conferma la propria provenienza celeste. Manifestandola, l’Immacolata stessa promise moltissime grazie a tutti coloro che l’avrebbero portata; e poiché la conversione e la santificazione sono grazie divine, la medaglia miracolosa è il mezzo migliore per raggiùngere il nostro scopo. Essa, perciò, costituisce Parma migliore della Milizia dell’Immacolata; è la pallottola con cui il fedele milite ingaggia la battaglia con il nemico, cioè il male, salvando in tal modo i malvagi. Sulla medaglia, poi, è impressa la giaculatoria: O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te. L’Immacolata stessa ha posto sulla nostra bocca questa preghiera, rivelandocela e raccomandandoci di recitarla. Mettiamo in pratica, quindi, anche questa raccomandazione. Inoltre, dato che vi sono pure taluni che non ricorrono a lei, noi aggiungiamo: e per quanti a te non ricorrono. E poiché nei nostri tempi il capo degli acattolici, la testa del serpente infernale - si può ben dire - è la massoneria, noi ricordiamo in modo particolare coloro che si lasciano sedurre da essa. In tal modo, perciò, ogni giorno noi sferriamo un assalto contro il drago infernale in tutte le sue membra, ma soprattutto nella testa. Noi non vediamo ora i risultati di questo lavoro, o piuttosto della preghiera; tuttavia dopo la morte potremo constatare quanto sono vere le parole del Signore: Chiedete e otterrete (Gv 16,24); in questo caso, infatti, possiamo esser sicuri che ciò che chiediamo non è sicuramente contrario alla volontà di Dio"

(...)

A questo punto, qualcuno potrebbe dire scandalizzato: tanta importanza ad un’apparizione privata, e ancor di più ad una medaglietta!... I santi conoscono meglio che certi «progressisti» la logica del regno di Dio che è sempre quella messa in atto dal giovane Davide che abbatté Golia armato solo di una fionda e di un sasso, non dopo avergli gridato: «Tu vieni a me con la tua spada, con la lancia e con l’asta. Io. vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere di Israele, che tu hai insultato» (1 Sam 17,45). I santi credono a questi mezzi poveri e semplici di devozione e ne ottengono innumerevoli conversioni; gli ipercritici li scambiano per superstizione, ma convertono nessuno o quasi, a differenza di san Giovanni Bosco, di san Massimiliano Kolbe e tanti altri apostoli dell’Immacolata. Uno dei grandi convertiti tramite la medaglia miracolosa, e di cui più volte nei suoi scritti parla padre Kolbe, fu Alfonso Ratisbonne, ebreo, banchiere e libero pensatore francese, die aveva accettato di portarla con sé per fare piacere ad un amico durante la sua permanenza a Roma nel gennaio del 1842: entrato il 20 di quel mese nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte per semplice curiosità, rie uscì convertito dopo una visione di Maria santissima. Alfonso Ratisbonne con il fratello Teodoro, anch’egli convertito, fondò la congregazione dei Missionari di Nostra Signora di Sion e morì a Gerusalemme. Pertanto, narrazioni di conversioni tramite quest’umile mezzo ne troviamo, nella vita di padre Kolbe, parecchie: ad esempio quella del ministro plenipotenziario del Giappone in Polonia e di un altro colto personaggio durante la sua permanenza in un sanatorio di Zakopane.

(...)

(Per Padre Kolbe) la medaglia miracolosa è anche un’arma. Prescriveva padre Kolbe... da buon stratega del regno dell’Immacolata:

"La medaglietta dell’Immacolata sia l’arma o piuttosto la pallottola di cui ogni milite dell’Immacolata si serve. Uno può essere il peggiore di tutti, ma se acconsente a portare su di sé la medaglia miracolosa, bisogna dargliela; noi con vero piacere ne manderemo gratis quante ne occorreranno, e si deve pregare per lui e all’occasione, per mezzo di una buona parola, cercare di portarlo lentamente ad amare con tutto il cuore la Madre Immacolata, a rifugiarsi in lei in ratte le difficoltà e tentazioni. Chi comincia a pregare sinceramente l’Immacolata, dopo poco tempo, soprattutto nella festa di lei, si lascerà convincere a confessarsi. C’è molto male nel mondo, ma ricordiamoci che l’Immacolata è più potente e schiaccerà il capo al serpente infernale" (Gn 3,15).

Ancora, la medaglia miracolosa va distribuita a tutti e dovunque.

"È necessario distribuire la sua medaglia ovunque è possibile, anche ai fanciulli, affinché la portino sempre al collo, agli anziani e soprattutto ai giovani, affinché sotto la sua protezione abbiano le forze sufficienti per respingere le innumerevoli tentazióni e insidie che incombono su di loro in questi nostri tempi. Anche a coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura di accostarsi alla confessione, che si fanno beffe delle pratiche religiose, che ridono delle verità di fede, che sono immersi nel fango dell’immoralità oppure vivono nell’eresia fuori della chiesa: oh! a costoro è assolutamente indispensabile offrire la medaglietta dell’Immacolata e sollecitarli a volerla portare e, nello stesso tempo, supplicare con fervore l’Immacolata per la loro conversione. Molti riescono a raggiungere il loro scopo perfino quando qualcuno non vuole accettare nel modo più assoluto la medaglietta. Ebbene, la cuciscono addirittura di nascosto nelle vesti e pregano, mentre l’Immacolata, presto o tardi, dimostra quel che è capace di fare. La medaglia miracolosa, quindi, è la pallottola della Milizia dell’Immacolata".

Tratto da: Gerlando Lentini, Massimiliano Maria Kolbe. Senza limiti. Itinerario spirituale del Santo attraverso gli scritti, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984, pp. 63-64; 67; 70-71; 110-112.

Giovanni da Rho
Giovanni da Rho
Marziale
Ottimo.
Kolbe, un gigante della fede mal considerato dalle gerarchie cattoliche perché indicava il nome ed il cognome del nemico della Chiesa e del uomo nuovo nato dal Battesimo : la "Sinagoga di Satana".