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L’inviato speciale di Papa Francesco a Medjugorje: ‘Qui la gente torna alla sorgente’

«La gente qui a Medjugorje riceve ciò che non ha nel luogo in cui vive. In molti dei nostri Paesi di antica cristianità la confessione individuale non esiste più, non c’è più l’adorazione del Santissimo Sacramento e non si conoscono più la Via crucis e il Rosario. Un tale inaridimento dell’ambito spirituale porta, evidentemente, a una crisi di fede generalizzata.

A Medjugorje la gente arriva alla sorgente, sazia la sua sete del sacro: la sete di Dio, di preghiera. La gente qui sente la presenza del divino, anche per mezzo della santa Vergine Maria».
INVIATO DAL PAPA
Sono le parole, impegnative e tutt’altro che scontate, che ha pronunciato qualche giorno fa monsignor Henryk Hoser, il vescovo polacco (guida la diocesi di Warszawa-Praga) che ricopre il delicato incarico di inviato speciale della Santa Sede nel luogo dove, dal 1981, si susseguono le presunte apparizioni mariane. Qualche giornalista l’aveva presentato come un “commissario” di Medjugorje. In realtà, Hoser ha parlato di recente, in due diverse occasioni, con accenti che a molti sono parsi di apertura: il 1° aprile ha tenuto un’omelia alla Messa vespertina nella parrocchia di San Giacomo; il 5 ha incontrato i giornalisti in una conferenza stampa a Medjugorje.

Nel raccontare le sue impressioni sul luogo, monsignor Hoser – che in precedenza non era mai stato a Medjugorje – ha detto: «Di solito si dice che Medjugorje è un luogo di devozione mariana e questo è vero. Ma se guardiamo più profondamente vediamo che la devozione, qui a Medjugorje, è cristocentrica, in quanto al centro c’è la celebrazione dell’Eucaristia, la trasmissione della Parola di Dio e l’adorazione al Santissimo Sacramento». «Penso quindi», ha concluso, «che Medjugorje sia già nella linea dritta della nuova evangelizzazione. Le cifre lo provano».
Già, perché – ha aggiunto – «dal punto di vista religioso, Medjugorje è una terra molto fertile». Lo dicono i dati offerti dallo stesso vescovo: 610 vocazioni sacerdotali e religiose fiorite grazie a Medjugorje (la maggior parte delle quali in Italia, Stati Uniti e Germania), 37 milioni le comunioni impartite, una trentina le realtà che operano in ambito caritativo, sbocciate sull’onda del “fenomeno Medjugorje”. Tra queste il vescovo ha citato il “Villaggio della madre”, promosso dai Francescani, che accoglie orfani, giovani in difficoltà, tossicodipendenti, alcolisti e disabili. «Un’altra opera molto importante, anch’essa creata dai Francescani è la Domus pacis, una casa per ritiri in cui si stima siano già passati 1.200 gruppi, per un totale di più di 42 mila persone».

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