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zagormau
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Chi dà morte alla propria volontà; rinnegando sé stesso, abbracciando la sofferenza e la mortificazione volontaria; ritrova l'anima in Cristo risorto per vivere della sua vita. IL VALORE DELL'ANIMAAltro
Chi dà morte alla propria volontà; rinnegando sé stesso, abbracciando la sofferenza e la mortificazione volontaria; ritrova l'anima in Cristo risorto per vivere della sua vita.

IL VALORE DELL'ANIMA

26 Febbraio 1978

Figli a me tanto cari, sia pace a voi e grazia e ogni bene! Ecco, io vi dissi che dovete abbattere gli idoli, poiché uno solo è il Dio vero che dovete amare, servire e onorare. Ma per poter compiere quest'opera di demolizione con consapevolezza e con amore, dovete essere convinti della necessità di salvare l'anima, poiché nessuno ve la potrà salvare se voi non volete.
Ma che cos'è quest'anima a confronto della quale non c'è cosa che valga, nemmeno mettendo assieme tutto ciò che nel mondo attira l'uomo? Ecco, figli. L'anima è la parte spirituale dell'uomo, per la quale egli vive, intende ed è libero. È la parte spirituale, per cui non potrà morire, ma vivrà eternamente. È quella parte dell'uomo che riflette l'immagine di Dio, dalle cui mani è uscita e a cui deve ritornare.
L'anima non può morire, poiché la morte è lo scioglimento della materia che essa vivifica; può però avere una morte spirituale, cioè una separazione da Dio mediante la colpa, per cui non può più vivere della vita divina che Dio le dona mediante la grazia.
L'anima merita tutto il vostro apprezzamento e la vostra stima, fino al punto di essere pronti a morire per salvarla. Gesù disse che chi vuole salvare la propria anima deve superare grandi difficoltà. Deve anzitutto rinnegare sé stesso, e abbracciare con la sofferenza, anche la mortificazione volontaria. Chi in tal modo dà morte alla propria volontà, ritrova l'anima in Cristo risorto per vivere della sua vita.
Molte volte Gesù ha parlato del valore dell'anima, paragonandola alla dramma che la massaia cerca mettendo a soqquadro la casa, o alla perla che l'agricoltore scopre in un campo e che acquista vendendo tutte le sue sostanze. Ma la paragonò anche alla vigna, che va coltivata e che a tutte le ore richiede un lavoro impegnato. Disse anche che non è mai troppo tardi per andare a servizio del padrone della vigna a prestare la propria opera.
Gesù parlò molte volte dell'anima e del destino riservato ad essa. Ammonì che è meglio perdere un occhio, o una mano, o un'altra parte del corpo, piuttosto che perdere l'anima. Se tutte queste parole, che sono verità e vita, non bastano, io vi voglio ricordare che un Dio, per salvare le anime, si è umiliato fino ad assumere Lui pure un corpo e un'anima come ogni uomo, per poter addossarsi i peccati di tutti e poter ripararli.
Quanto vale dunque un'anima? Vale il paradiso, a cui è destinata! Vale il sangue dell'Uomo-Dio, che, anche per salvare un'anima sola, sarebbe morto sulla croce e avrebbe sopportato ogni sofferenza ed ogni male! E voi mi chiedete: Ma se Gesù conosce il valore dell'anima e le vuole tutte salve, perché permette che molti si perdano?
Figli, la salvezza è un dono offerto gratuitamente, perciò non meritato da nessuno. Nessuno è costretto ad accettarlo, poiché il Signore rispetta la libertà di tutti, ma vuole che, accettando il dono, si abbia ad agire secondo i dettami della sua Legge. Il mondo ha le sue leggi, che tolgono la libertà e rendono schiavi. Le leggi del Signore rendono liberi, e fanno della vita dell'uomo una risposta d'amore al suo Dio. Il mondo dà valore a tutto ciò che passa, ma chi vive in Dio e lo ama, disprezza le cose passeggere ed ama ciò che è duraturo.
Amare l'anima propria vuol dire liberarla dal dominio di satana, che è principe del mondo. Amare l'anima vuol dire abbracciare la croce, che si presenta accompagnata da Colui che sulla croce fu appeso come un malfattore, e cercare nella croce quella santità che riveste l'anima. Sicuro, figli, come non si può arrivare al cielo col corpo, perché deve rimanere staccato dall'anima fino al giorno della risurrezione, così non può l'anima arrivare al cielo senza la croce, che deve, del paradiso, aprire la porta.
Finché sarete sulla terra, guidati dalla luce che vi viene dalla fede, dovete accettare queste verità che si chiamano misteri. Quando poi avrete raggiunto la meta, e tutto apparirà ai vostri occhi con chiarezza, capirete bene che valeva la pena di soffrire, di lavorare e di combattere per salvare quella parte nobilissima e spirituale che vi ha fatto agire bene e che sarà glorificata. Un'anima in grazia è un paradiso di bellezza, ma soltanto nella luce di Dio si potrà capire il suo valore.
Io vi sono Mamma. Le anime, che appartengono al Padre che le ha create e le crea continuamente, appartengono a Gesù, che le ha redente col suo sangue; appartengono allo Spirito Santo, che le vivifica con la sua grazia e il suo amore portandole alla santità; ma sono anche della Chiesa, di cui sono le pietre viventi; e sono mie, poiché mi sono state affidate e, come Corredentrice, ho cooperato alla loro salvezza.
Vi prego, figli, in nome della Santissima Trinità, in nome della Chiesa, e per mio amore, non dimenticate quanto vi ho detto! Io vi vorrò tutti salvi in paradiso, ma voi non dimenticate di dare alle cose dello spirito un valore superiore a tutto ciò che riguarda la materia. Anche il vostro corpo sarà un giorno glorificato, se avrete salvato l'anima. Affidatevi a me, fidatevi di me! Sono la Porta del Cielo, ma fin d'ora vi tengo sul mio cuore, perché vi voglio crescere in santità e grazia.
Arrivederci, figli! Sì, rinnovatevi nello spirito, convertendovi a Dio con una vita sinceramente cristiana.

MARIA MADRE E MAESTRA 23. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia