VERIFICA SULLE APPARIZIONI MARIANE: lista delle 16 apparizioni ufficialmente approvate dalla Chiesa ed altri rilievi canonici (prima parte)

SECONDA PARTE
E' passato ormai del tempo da quando ho fatto la promessa agli amici e fratelli di gloria.tv di una presentazione della procedura e del funzionamento della verifica ecclesiale su apparizioni e rivelazioni private.

Nello spazio di due articoli, dunque, intendo offrire un semplice e abbordabile strumento a tutti coloro che desiderano un po di chiarezza in questo ambito così spinoso o ancor di più che si trovano a dover utilizzare tali contenuti perchè coinvolti, in un modo o nell'altro, in casi concreti di apparizioni e messaggi, mariani e non.

Invito alla pazienza perchè si tratta di informazioni un pò tecniche ma ho cercato di essere alquanto rapido e snello per dare a tutti la possibilità di accostarsi a nozioni ed informazioni che penso siano di grande utilità a coloro che sono interessati alle apparizioni e ai messaggi mariani dei nostri giorni.


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Alla fine di un’indagine canonica si possono avere due situazioni che sono due modi in cui la Chiesa si esprime favorevolmente, sebbene secondo modi e gradi differenti, nei confronti di presunte apparizioni e rivelazioni private:

1. Prima situazione: riconoscimento ufficiale della Chiesa
Esistono sedici apparizioni riconosciute ufficialmente dalla Chiesa (1). Questa prima situazione si verifica quando vi sia un documento ufficiale (Decreto, Lettera pastorale, ecc.) in cui l’autorità competente riconosce formalmente lorigine soprannaturale degli eventi. Non va dimenticato, inoltre che, altre volte, il riconoscimento vi può essere in maniera però non ufficiale ma cosiddetta “pastorale” (durante un’omelia, un’intervista, nella prefazione ad un libro di messaggi, ecc. – è il caso di San Nicolás prima del 22 maggio 2016).

Ecco la lista delle apparizioni ufficialmente approvate e dei relativi veggenti:
Laus (Francia) 1664-1718, Benoîte Rencurel;
Roma (Italia) 1842, Alfonso Ratisbonne;
La Salette (Francia) 1846, Massimino Giraud e Mélanie Calvat;
Lourdes (Francia) 1858, Bernadette Soubirous;
Champion (Usa) 1859, Adele Brise;
Pontmain (Francia) 1871, Eugène e Joseph Barbedette, François Richer e Jeanne Lebossé;
Gietrzwałd (Polonia) 1877, Justine Szafrynska e Barbara Samulowska;
Knock (Irlanda) 1879, Margaret Beirne e diverse persone;
Fatima (Portogallo) 1917, Lucia Dos Santos, Francesco e Giacinta Marto;
Beauraing (Belgio) 1932, Fernande, Gilberte e Albert Voisin, Andrée e Gilberte Degeimbre;
Banneux (Belgio) 1933, Mariette Béco;
Amsterdam (Olanda) 1945-1959, Ida Peerdemann;
Akita (Giappone) 1973-1981, Agnes Sasagawa;
Betania (Venezuela) 1976-1988, Maria Esperanza Medano;
Kibeho (Ruanda) 1981-1986, Alphonsine Mumereke, Nathalie Ukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango;
San Nicolás (Argentina) 1983-2014, Gladys Quiroga de Motta.

Non va dimenticato che ci sono due apparizioni riconosciute “di fatto”. La prima è quella di Guadalupe in Messico. Non ci fu mai un Decreto ufficiale di approvazione delle apparizioni, ma il vescovo di allora fece costruire una cappella là dove aveva chiesto la Vergine e il veggente Juan Diego è stato canonizzato.
Poi il caso di santa Caterina Labouré a Parigi: anche in questo caso non vi fu alcuna approvazione ufficiale ma solo una Lettera pastorale del vescovo che autorizzava l’uso della Medaglia miracolosa, non un decreto di riconoscimento delle apparizioni.

2. Seconda situazione: posizione intermedia (approvazione o autorizzazione del culto).
Si tratta del caso in cui un vescovo non si pronuncia ufficialmente sulla “natura” delle apparizioni in sé ma riconosce la “bontà” della devozione che esse suscitano e approva o autorizza il culto (Quito, le Tre Fontane, Belpasso, ecc.).
È importante sottolineare che in questi casi l’autorità ha già esercitato un discernimento e garantisce che tutto ciò che è stato preso in esame rientra serenamente nell’ortodossia e nell’ortoprassi cattoliche.

Bisognerebbe fare, a riguardo, alcune precisazioni:
- Una cosa è approvare il culto, cosa che comporta l’approvazione di una specifica devozione verso una statua, immagine, titolo mariano che la Madonna stessa ha dato in una certa apparizione (per esempio Quito e Belpasso); un’altra è autorizzare il culto ma senza una vera approvazione che colleghi il culto alle apparizioni, al titolo mariano, ai messaggi e ai veggenti (per esempio Medjugorje). Con l’approvazione c’è un coinvolgimento della Chiesa che raccomanda una certa devozione che fiorisce da alcune presunte rivelazioni mariane; con l’autorizzazione, invece, c’è un semplice permesso. Guadalupe e Rue de Bac sembra debbano rientrare all’interno della prima categoria, quella dell’approvazione del culto e della devozione ma sia nel primo che nel secondo caso i veggenti sono stati canonizzati dalla Chiesa e questo fatto risulta determinate per la credibilità dei medesimi e, di conseguenza, per l’origine soprannaturale degli eventi. Per questo motivo, soprattutto, sono sempre state considerate come approvate di fatto. Va ricordato che, secondo i criteri di discernimento indicati dalla Chiesa, sia l’approvazione del culto che il semplice permesso di recarsi in pellegrinaggio necessitano del previo giudizio ed esame dei fatti secondo i criteri positivi e negativi summenzionati. Quanto poi alla modalità, una cosa è autorizzare ufficialmente il culto con un Decreto, un’altra autorizzarlo ufficiosamente tramite una qualunque modalità non ufficiale. Il primo modo comporta una rilevanza maggiore;

- Inoltre, una cosa è permettere certe manifestazioni di culto con tante clausole e altri tipi di divieti (per esempio Medjugorje dove, quanto sembra, ai veggenti è stato vietato recentemente di tenere incontri e conferenze pubbliche e di diffondere i messaggi), un’altra permetterle in un contesto pacifico, di serena collaborazione tra autorità e veggenti, senza che si sovrappongano ad alcuni permessi altri divieti relativi, per esempio, alla diffusione dei messaggi, all’attività dei veggenti, ecc. Nel primo caso la Chiesa manifesta delle riserve che, a rigor di logica, si debbono fondare su elementi discutibili quanto ai veggenti, al contenuto dei messaggi, alla modalità di manifestazione della Madonna, ecc. Anche se le riserve non fossero giuste, cosa che può avvenire di fatto, resta sempre l’obbligo della sottomissione all’autorità quanto all’osservanza delle misure disciplinari emanate. Da quanto detto risulta chiaro che l’apertura ai fedeli del culto pubblico è già una forma di giudizio positivo da parte della Chiesa su una presunta rivelazione privata, anche se non si pronuncia ancora sulla natura soprannaturale o meno dei fatti. Come è ovvio, se vi fosse qualche difficoltà seria o rilievo problematico a seguito della valutazione secondo i criteri di discernimento, l’autorità ecclesiastica non potrebbe pronunciare quel "pro nunc nihil obstare" (per ora nulla si oppone) che risulta dopo un serio esame canonico (2).

All’interno di questa “posizione intermedia” si possono aggiungere altri fattori che rendono ancora più autorevoli i casi di approvazione del culto. Quando per esempio vi sia:
- un giudizio pubblico dell’autorità ecclesiastica sui messaggi come esenti da errori e conformi alla dottrina cattolica (è il caso di libri di messaggi pubblicati con la licenza delle autorità competenti; il messaggio di Marienfried è uno di questi casi);
- un giudizio positivo e anche la personale amicizia del vescovo col/coi veggente/i;
la benedizione di statue od oggetti
che hanno un legame inseparabile con le apparizioni e i relativi messaggi;
- il riconoscimento, l’approvazione e la diffusione di devozioni, oggetti, sacramentali che la Madonna ha donato in modo speciale durante una certa apparizione;
- la personale venerazione e il giudizio favorevole verso una data apparizione di un Pontefice o comunque di altre importanti personalità dell’alta gerarchia ecclesiastica (ad esempio Civitavecchia e Tre Fontane).

Quando ci si trovi dinanzi a questa posizione intermedia del discernimento ecclesiastico – pro nunc nihil obstare – è possibile parlare anche pubblicamente di queste rivelazioni private ma la prudenza richiesta ai fedeli impone che si premetta la clausola di voler riferirsi ad esse in termini di pura esperienza umana (cioè senza voler dire: certamente la Madonna appare, è apparsa, apparirà ancora) e deve essere chiaro che non si ha l’intenzione di voler anticipare o indirizzare il giudizio della Chiesa, limitandosi invece a:
- esporre il contenuto dei messaggi con lo scopo di stimolare la devozione, la pietà e l’istruzione dei fedeli;
- indirizzare le persone verso quei luoghi di culto dove ferve la pratica della vita di Fede e i pellegrini sperimentano grandi grazie di ordine materiale e spirituale.

Vorrei ricordare, alla fine di questa trattazione riguardante la verifica ecclesiale sulle apparizioni mariane quelle « riconosciute autentiche dalle competenti autorità della Chiesa (vescovi, una Conferenza episcopale, Congregazione per la Dottrina della Fede) declinano in modo loro proprio la presenza materna e la missione evangelica della Vergine gloriosa nella storia della Chiesa dei popoli e del singolo uomo e donna: presenza e missione che consistono nell’aiutare tutti a trovare, nel verace cammino di fede nel Signore Gesù, la via verso la casa del Padre » (3).

Le apparizioni mariane sono carismi che, in quanto tali, vanno accolti con riconoscenza e con disponibilità a lasciarsi personalmente interpellare dalle esigenze degli appelli di Maria.

Note:
1) Cf A. Grasso, Perché appare la Madonna? Per capire le apparizioni mariane, Editrice Ancilla, Conegliano 2012, pp. 40-79. Seguo per filo e per segno la lista di questo studioso delle apparizioni mariane che sembra essere il più preciso e aggiornato. Ma alle 15 apparizioni approvare da lui menzionate va aggiunta anche la sedicesima, quella di San Nicolás, che Grasso non considera perché l’approvazione è molto recente, posteriore alla pubblicazione del suo libro, risalendo allo scorso maggio 2016.
2) È importante far rilevare che permettere certe manifestazioni di culto segue e non precede il discernimento della Chiesa in conformità ai criteri stabiliti. La Chiesa, quindi, in questi casi offre ai fedeli la garanzia di potersi accostare con relativa serenità a quei casi di apparizioni e rivelazioni private su cui già ha operato il suo discernimento.
3) S. Perrella - G. M. Roggio, Apparizioni e mariofanie. Teologia, storia, verifica ecclesiale, San Paolo, Torino 2012, p. 88.
4) Catalogate all’interno dei carismi ecclesiali, le apparizioni mariane, come tutti gli altri carismi, « devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti, sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi (cf 1Cor 13) »: Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 800-