L'opera è databile in base allo stile del crocefisso alla seconda meta del XVI secolo. L'ambito è veneto, più propriamente quell'ambiente che risentiva dell'influenza della pittura bizantina e si estendeva ad oriente della serenissima fondendo e confondendo elementi della pittura italica con reminiscenze bizantineggianti. La cosa è evidente in quella clamide stellata che riveste la figura sul …Altro
L'opera è databile in base allo stile del crocefisso alla seconda meta del XVI secolo. L'ambito è veneto, più propriamente quell'ambiente che risentiva dell'influenza della pittura bizantina e si estendeva ad oriente della serenissima fondendo e confondendo elementi della pittura italica con reminiscenze bizantineggianti. La cosa è evidente in quella clamide stellata che riveste la figura sul retro del Cristo crocefisso. In merito alla identificazione della figura , non prenderei per la Vergine Maria. Si tratterebbe, almeno per quanto conosco, di un unicum iconografico. Riandrei come fonte ispirativa al trittico della Santa Martire Crocefissa di J Bosch conservata alla'Accademia di Venezia firmata e datata 1497. In assenza anche qui di una identificazione suggerirei Santa Giulia, largamente venerata in Corsica , Livorno e Brescia dove si conservano le reliquie : secondo una tradizione ben consolidata morì crocifissa forse sotto Decio. Certamente il retro del crocifisso rivela una mano più incerta e sommaria rispetto al Cristo stesso. Forse la santa è stata aggiunta per devozione personale (era la santa protettrice contro i mali della mani e dei piedi), o per omaggiare un'altare od una chiesa a lei dedicati Di rilievo i bronzi, anch'essi di ispirazione veneta, ben fusi e cesellati con nitidezza.