La Pentecoste card. G. Siri. Lettera Pastorale per la S. Quaresima 1957 C'è una festa cristiana, la quale, pur mantenendo tutto il suo risalto liturgico, si è notevolmente sbiadita e forse troppo …Altro
La Pentecoste card. G. Siri. Lettera Pastorale per la S. Quaresima 1957

C'è una festa cristiana, la quale, pur mantenendo tutto il suo risalto liturgico, si è notevolmente sbiadita e forse troppo sbiadita nella mente dei fedeli. Essa è la Pentecoste, la festa che commemora la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, e commemorandone la discesa, ne invita ad adorare la eterna maestà, a meditare l'infinito mistero, gli insostituibili doni.

Tale festa, che cade sempre in Domenica e al cinquantesimo giorno dalla solennità pasquale, deve essere rivalutata, non solo per la sua importanza liturgica, ma ben più perché è la espressione di verità fondamentali e sostanziali della nostra santa Fede. La nostra Fede, per renderci cari a Dio veramente, non può rimanere generica, senza idee precise, senza verità dettagliate, senza piani definiti, senza grandi strutture scoperte. Ora a rendere specifica questa Fede, pur necessaria essenzialmente al valore, al merito ad alla riuscita dell'intera vita, deve adoperarsi una non meno specifica e seria istruzione religiosa, deve costantemente concorrere il rilevato contenuto delle Sacre Solennità...

Allora accadde questo: l'azione mirabile e santificatrice dello Spirito Santo annunciata da Gesù (Vangelo di Giovanni 7, 37), come interiore ed elevante influsso per purificare, illuminare, sostenere e nobilitare l'anima degli uomini, si attuò in modo straordinariamente intenso sui fortunati ospiti del Cenacolo... Essi ne uscirono spiritualmente trasformati e per sempre confermati in quella forza, sapienza e virtù, pur necessaria al compimento della loro missione...

La Pentecoste continua e questo suo continuare è insieme la pagina più vera e profonda della storia ecclesiastica ed il risolutivo profondo della vita spirituale di ogni uomo... . Nella Cresima, poi, la Pentecoste diventa interiormente il fatto personale di tutti i cristiani...

La Pentecoste ci raccoglie nella ammirazione e nella adorazione del suo Protagonista: lo Spirito Santo, la Terza Persona della Triade Augusta nella divina perfetta Unità...

Allo Spirito Santo si attribuiscono i sette spirituali doni... C'è da augurarsi che cresca la stima per questi santi «Doni». Essi sono insieme ornamento dell'anima e fondamento della vita, ma non pare - purtroppo - raccolgano molti desideri... La salute tutti se la augurano, gli agi e gli onori sono di facilissimo appetito: gli importuni del Cielo per procurarseli anche colle insistentissime devozioni non si contano; impariamo dunque a chiedere all'Altissimo qualcosa di più importante e fecondo!

Gesù ha attribuito al Divino Spirito la assistenza per la verità; la divina liturgia Lo invoca «Luce beatissima». La Parola di Dio scritta e trasmessa oralmente, il Magistero della Chiesa per l'insegnamento e conservazione di quella, ci appaiono così affidati all'Opera dello Spirito Santo. La luce interiore che prepara ed accompagna la Parola di Dio nelle anime ed il suo dipanarsi in esse è ancora virtù dello Spirito Santo. Tutta la azione della catechesi, della istruzione religiosa viene a collocarsi così nell'alone di questa superna garanzia.

L'Eterno Amore richiama di per sé a quell'eterno rapporto di amore che è in Dio stesso e diventa sollecitazione senza limiti per la carità che deve legare gli uomini a Dio e gli uomini tra di loro.

(card. G. Siri, La Pentecoste. Lettera Pastorale per la S. Quaresima 1957)
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