I peccati nascosti nella confessione (Le omelie del Santo Curato d'Ars)

«E condussero da Gesù un uomo che era sordo e muto» (Marco 7,32) Quest’uomo sordo e muto, fratelli miei, che presentarono a Gesù per essere guarito, è il triste ritratto di un gran numero di cristiani …Altro
«E condussero da Gesù un uomo che era sordo e muto»
(Marco 7,32)
Quest’uomo sordo e muto, fratelli miei, che presentarono a Gesù per essere guarito, è il triste ritratto di un gran numero di cristiani, allorchè si presentano al tribunale della Penitenza.
Gli uni, sono sordi alla voce della loro coscienza, che li sprona a dichiarare i loro peccati; gli altri sono muti, perchè, quando bisogna accusarli, li tacciono, e con ciò, profanano il sacramento.
O mio Dio! quale disgrazia!
Sì, fratelli miei, tenere nascosto un peccato mortale, sia per vergogna che per paura, oppure accusarlo in maniera tale da non farlo conoscere così come la coscienza lo rimprovera, equivale a mentire a Gesù Cristo stesso, equivale a trasformare in veleno mortale il rimedio sacro che la Misericordia di Dio ci offre per guarire le piaghe che il peccato ha inferto alla nostra povera anima.
Ah! ma che dico? equivale, ancor più, a rendersi colpevoli del più grande di tutti i crimini: il sacrilegio.
Ah! piacesse a Dio …
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Marziale