Nostra Signora di La Salette, commento al messaggio pubblico

Il contesto storico

Nel 1846 una crisi agricola senza precedenti colpisce l’Europa. La recessione economica si estende presto alla manifattura e ai commerci, generando miseria e disoccupazione in una società ormai industrializzata che si ingegna ad aumentare la produttività e gestire la forza-lavoro. Nel giro di un biennio il malcontento popolare, aizzato dagli attivisti liberali e socialisti, esplode in una serie di rivolte. Tra il febbraio e il marzo del 1848 barricate si ergono, selciati si bagnano di sangue e Stati vacillano, dalla Francia alla Prussia, passando per l’Impero asburgico e la stessa Roma.

A Parigi cade la monarchia e i ribelli, cercando una società ideale, si impegnano a ridurre l’orario lavorativo e dare piena occupazione a fette consistenti del proletariato urbano. Ma ai buoni propositi non seguono buoni esiti. Appena le casse pubbliche si svuotano i protestatari liberisti rimangono delusi e si mettono di traverso. Nel giro di un anno una svolta conservatrice sembrerà far tornare l’ordine, ma sotto la cenere ormai cova il fuoco. Nelle tipografie le macchine batteranno migliaia di volte le tesi del Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels, diffondendo nel continente una peste ideologica che non tarderà a incendiare di nuovo le nazioni. Il battito cupo e inarrestabile dei caratteri di stampa prepara i colpi delle rivoluzioni a venire.

Nel rovente dibattito pubblico sui temi del lavoro pochi si chiedono se l’umanizzazione delle sue condizioni si può fare senza contare anche il tempo da dedicare a Dio. Molti impiegano le domeniche al lavoro nei campi e alcune fabbriche non sono da meno. Ma Dio risponde a tutto ciò. Nelle fredde e solitarie lande delle Alpi francesi, dipartimento di Isere, La Salette.

L’estate del ’46 volge al termine e il Plateau è magnifico quando la sua vetta si ammanta dei raggi del sole al tramonto. Niente sfide intellettuali, niente caffè dei letterati, niente dottrine politiche. Solo il silenzio della montagna. Qui due ragazzini stanno pascolando il loro gregge e infilano passi veloci che risuonano sul terreno pietroso, nella quiete a 1.800 metri di altezza. Si chiamano Maximin Giraud e Mélanie Calvat. Lui 11, lei 15 anni. Si conoscono appena, sono entrambi di Corps, sono poveri e ignoranti. Ma proprio loro diventeranno confidenti della Madonna, megafono di Dio.

L'apparizione ed il messaggio

La Vergine SS. apparve a due pastorelli, Massimino di 11 anni e Melania Calvat di 15 anni, a La Salette, luogo che si trova a 35 Km da Grenoble, in Francia. L’apparizione fu un’unica apparizione.

La visita della Madonna avvenne il 19 settembre 1846, in giorno di sabato alle ore 15.00, mentre i due ragazzi sono intenti a pascolare le mucche sul monte Plateau.

I pastorelli videro una sfera di luce in mezzo ad un avvallamento. Essi descrivono il fenomeno in questi termini: « Era come se fosse il sole caduto in quel luogo ». Nella luce abbagliante scorsero una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani. La Signora era vestita molto semplicemente e indossava gli abiti delle donne del luogo. Ciò creò nei ragazzi, che non erano mai usciti dal loro paese, un senso di fiducia e di familiarità. Pur nella sua apparente semplicità la Signora era risplendente di luce e in testa portava un diadema di raggi e di rose; nascondeva le mani nelle maniche del vestito.

La Vergine disse ai due ragazzi:

« Avvicinatevi figli miei, non abbiate paura: sono qui per annunciarvi un grande messaggio. Se il mio popolo non vorrà sottomettersi, sarò costretta a lasciar libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo. Da quanto tempo soffro per voi! Poiché ho ricevuto la missione di pregare continuamente mio Figlio, voglio che non vi abbandoni, ma voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi.
Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo volete concedere. È questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio! Anche i carrettieri non sanno che bestemmiare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio.
Se il raccolto si guasta la colpa è vostra. Ve l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste bestemmiavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale, non ve ne saranno più ».


Melania non comprese la parola “patate” e credette che la Madonna avesse detto “mele”. La Signora, intuendo le difficoltà di comprensione di Melania, chiarì dicendo:

« Voi non capite, figli miei, ve lo dirò in altro modo: se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che maturerà cadrà in polvere al momento della battitura. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti dai tremiti e moriranno tra le braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l’uva marcirà ».

Il dialogo tra la Signora e i veggenti continuò con l’affidamento di un Segreto ciascuno.
Dopo aver comunicato il segreto a Melania e Massimino la Signora proseguì dicendo: « Se si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi ».

La Signora interrogò poi i due pastorelli: « Fate bene la vostra preghiera, bambini miei? ». Essi francamente rispondono: « Oh, no, Signora: non troppo! ».

La Madonna replicò loro:

« Ah! Bambini miei bisogna farla bene, sera e mattina. Quando non avrete tempo, dite almeno un Pater e un’Ave Maria; e, quando lo potete, ditene di più. A Messa non vanno che alcune donne già anziane. Gli altri lavorano di domenica tutta l’estate e l’inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla Messa che per burlarsi della religione. In quaresima vanno alla macelleria come dei cani ».
Quindi, confidenzialmente e maternamente, la Vergine invitò i ragazzi a pregare intensamente. Detto ciò si elevò da terra verso il colle. A questo punto, gli sguardi attoniti di Massimino e Melania videro la sua figura allontanarsi e confondersi con la luce di cui era avvolta. Quindi scomparve anche la luce.
Melania scrisse la relazione dell’apparizione il 21 novembre 1878, dove dice che la Vergine piangeva mentre parlava dei castighi che sarebbero arrivati all’umanità se non si fosse convertita. Per questo si parla della Vergine delle lacrime di La Salette.

Un tentativo di interpretazione del messaggio: un mio commento attualizzante
«La Legge di Dio non è osservata!»: sacralità ed immutabilità della Legge di Dio


A La Salette la Vergine Addolorata lanciò un monito severo e ribadì energicamente la sacralità della Legge di Dio e la sua obbligatorietà morale. Chiariva, inoltre, in modo inequivocabile che calpestarla non è mai senza dolorose conseguenze per chi crede di farne a meno o addirittura la rifiuta e disprezza. Nel suo messaggio ai due pastorelli la Vergine Addolorata parlò chiaro circa l’immutabilità dei precetti di questa.

Legge che, già iscritta nel cuore dell’uomo, è stata da Dio richiamata con la Rivelazione positiva, dove ne precisa le esigenze alla luce dell’Alleanza.

Obbedirvi è la vera “formula della felicità” in questa vita, è un pegno di beatitudine che si compirà pienamente nel Regno dei cieli. Se, nell’osservarla, è necessario passare per la dolorosa mortificazione delle tendenze corrotte, è perché la natura umana, nello stato di pellegrinaggio di questa vita, non è stata ancora assunta alla condizione della natura nuova, impassibile e immortale che sarà quella definitiva per tutti coloro che saranno stati fedeli al Signore. Purtroppo gli uomini spesso – troppo spesso... – non comprendono questa dinamica, questa realtà: disattendono e disobbediscono ai Comandamenti di Dio autocondannandosi, temporalmente, alla tristezza, alla infelicità e, eternamente, alla rovina e alla dannazione che non avranno più fine.

Tutto questo venne indicato dalla Madonna a La Salette, con quelle parole cariche di dolore e preoccupazione che rivolse a Melania e Massimino:

« Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo volete concedere. È questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio! Anche i carrettieri non sanno che bestemmiare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio ».
Parole chiare in cui la Madre del Cielo rimproverava e stigmatizzava la trasgressione di due Comandamenti in materia grave, il secondo e il terzo, entrambi riguardanti il rapporto del cristiano con Dio.

Nessuna pace, nessuna prosperità verrà dalla disobbedienza a Dio! È quanto chiaramente dimostrato dalla realizzazione delle “sciagure agricole” predette dalla Vergine di La Salette, pronostici che si compirono tutti alla lettera a svantaggio del popolo che non volle darLe ascolto e che fanno riflettere sul fatto inequivocabile che alla disobbedienza alla volontà del Signore fanno sempre seguito nefaste conseguenze mentre all’obbedienza, prosperità e larghe benedizioni:

« Se si convertono – spiegava sempre la Madonna –, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi »[1].

Peccato e castigo

La Vergine a La Salette presentò con estrema chiarezza, dunque, il legame direi “ontologico” esistente tra peccato e castigo:

« Se il raccolto si guasta la colpa è vostra. Ve l’ho fatto vedere l’anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi quando ne trovavate di guaste bestemmiavate il Nome di Mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest’anno, a Natale, non ve ne saranno più (…). Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che maturerà cadrà in polvere al momento della battitura. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti dai tremiti e moriranno tra le braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l’uva marcirà”. La Signora, tuttavia, aggiunse che: “Se si convertono le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi ».

Nonostante la luminosa prospettiva dei benefici anche materiali provenienti da una conversione sincera, gli abitanti di La Salette non prestarono attenzione agli appelli di uan Madre così premurosa. Ebbene, cosa ne è stato di quelle dure profezie?

Un primo dato concerne quanto avvenne alle patate. Effettivamente nel 1845 un fungo, che fu individuato nella Phytophthora infestans, aveva iniziato a distruggere i raccolti di patate, che erano l’alimento principale della popolazione. L’anno successivo, quello in cui la Vergine SS. era apparsa ai due fanciulli, i contadini avevano piantato semi infetti, per cui tutto il raccolto andò in rovina. Il fenomeno non riguardò solo la Francia ma si verificò in tutta l’Europa: Belgio, Prussia, Svizzera, Italia, nessun Paese scampò all’infestazione.

Il disastro agricolo, poi, continuò con le viti a cui non fu riservata una sorte molto migliore. Riporta il saggista Vittorio Messori:

« Io sono andato a studiare cosa successe all’uva in Francia dopo il 184 e ho scoperto cose incredibili. L’anno dopo le apparizioni, fece la sua comparsa un fungo parassita che aggredisce l’uva, spargendo una malattia detta “oidio”. Si tratta di una malattia della vite che mai si era vista in Francia prima di allora. Fece moltissimi danni e quando scomparve, si manifestò subito la filossera, un pidocchio microscopico che distrusse la metà dei vigneti di tutto il Paese. Venne trovato un rimedio per la filossera ma comparve immediatamente la peronospora, una malattia sconosciuta in Europa ed originaria dall’America » (2).

Le poche viti che erano riuscite a scampare ai due flagelli precedenti vennero annientate dal nuovo male.

In conclusione: perché tutte queste catastrofi, perché questi mali? Non siamo sempre noi uomini miserabili la causa delle nostre stesse sventure a causa di quella cieca disobbedienza che distrugge la nostra vita già su questa terra per poi perdere la nostra anima per l’eternità?

« Quello che l’intero discorso (della Madonna) presenta è una realtà ben comprensibile: il male produce ulteriore male e i castighi di Dio sono in realtà opera delle mani dell’uomo. Noi infatti sappiamo che la sofferenza nel mondo è causata dal peccato, in quanto esso è la radice dell’egoismo, il nucleo di un’esistenza impostata senza riferimenti a Dio, al suo aiuto e alla sua benedizione » (3).

Note:

[1] Si tratta della dinamica evangelica che la Madonna viene a ripresentare, in tutto il suo pieno senso e la sua urgenza, qui a La Salette. L’appello della Vergine Maria, in sostanza, è lo stesso di Cristo: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). «La Vergine richiama il suo popolo all’osservanza dei Comandamenti di Dio e dice che, in pratica, se mettiamo Dio al primo posto, tutto il resto ci verrà dato in abbondanza mentre, se dimentichiamo Dio, anche le cose materiali ci verranno a mancare. In un certo senso si rivela come un commento al salmo che dice: “Sta lontano dal male e fa il bene e avrai sempre una casa” (Salmi 37; 27).Se camminammo sulla retta via, siamo illuminati dalla benedizione di Dio mentre, se percorriamo un itinerario che non segue i Comandamenti divini, quel che ci fa da segnale indicatore è l’inganno satanico» (L. Fanzaga - S. Gaeta, La firma di Maria, p. 35).
2) Cf. V. Messori., Ipotesi su Maria, Edz. Ares, Milano 2005, p. 203.
3) Ivi, p. 38

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