Francesco I
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Mons. Ladaria – successore di Müller alla CDF – in visita da don Artoni, che fu consigliere comunista

Ladaria&Artoni (secondo e terzo da sinistra)

Reggio Emilia, ormai si sa, è divenuta uno dei più curiosi epicentri dello scontro tra il Cattolicesimo Romano e i suoi nemici. Partecipatissimi convegni cattolici e Processioni di riparazione da un lato e l’apostasia più integrale dall’altro. Del resto è la terra di don Camillo e Peppone.

Una notizia recente – lanciata da ReggioReport – conferma la tendenza. Mons. Luis Ladaria Ferrer, il nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (che ha sostituito, causando non pochi mal di pancia, il card. Müller) ha fatto tappa nel capoluogo emiliano e visitando la celebre comunità di don Artoni, noto alle cronache per essere uno dei più fieri ultraprogressisti sulla piazza. Già consigliere comunale eletto come indipendente nelle fila del Partito Comunista negli anni ’70, con un pedigree da modernista di indiscutibile fermezza.
Impegnato nel recupero dei tossicodipendenti, non ha mai fatto mistero delle sue attenzioni politiche e delle sue stravaganze. Riporta ReggioNelWeb, in un articolo firmato dal suo collaboratore Matteo Iori:
Il 24 giugno del 1956 Don Ercole Artoni, fondatore del “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, divenne prete. […] “C’era l’usanza di baciare le mani ai nuovi consacrati e quel giorno, in fila, c’era anche il Capo Cellula (il capo dei comunisti) di Villa Gaida. Lo ricordo ancora bene, perché fu un mezzo scandalo.”
Alla festa per i suoi 60 anni di sacerdozio arrivò addirittura il card. Coccopalmerio.

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